NEWS > 10 Agosto
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L’Attacco Hacker alla Regione Lazio ripropone la questione della tutela dei dati.

Coniugare l’esigenza di digitalizzare le pubbliche amministrazioni con i rischi legati a possibili atti di pirateria informatica è sempre stato...

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Coniugare l’esigenza di digitalizzare le pubbliche amministrazioni con i rischi legati a possibili atti di pirateria informatica è sempre stato un nodo irrisolto accentuato anche dagli ultimi avvenimenti che hanno riguardato i sistemi informatici della Regione Lazio. Un attacco di hacker stranieri ai sistemi digitali della regione Lazio, la regione italiana che include anche la città metropolitana di Roma, ha reso impossibile effettuare nuove prenotazioni per le vaccinazioni contro il coronavirus in tutta l’area interessata. In una conferenza stampa molto concitata il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha definito “molto grave” quello che è accaduto, mentre il capo dell’intelligence italiana è stato chiamato in causa per riferire, alla commissione per la sicurezza del parlamento, sull’incidente e spiegare come questo sia stato possibile. L’hack, “da ignoti… provenienti da fuori il Paese”, è stato lanciato sabato notte e ha bloccato le prenotazioni dei vaccini, come ha avuto modo di confermare lo stesso Zingaretti. Si tratta di uno degli attacchi più potenti mai lanciati contro una pubblica amministrazione. Sicuramente si è trattato del più grave atto di pirateria informatica mai avviato sul nostro territorio nazionale. Non a caso lo stesso Zingaretti ha definito “criminali” e “terroristi” gli autori di questo atto gravissimo. Tutti i server informatici del governo regionale del Lazio sono stati chiusi nel tentativo di fermare la diffusione del virus ed evitare che la situazione potesse degenerare mettendo a rischio i dati sensibili di tutti i residenti nella regione. Fino alla serata di lunedì 2 agosto il sito della regione, www.regione.lazio.it, era ancora inattivo. In tilt anche il sito dove si effettuano le prenotazioni delle vaccinazioni. Un atto che di fatto ha bloccato la campagna vaccinale nella regione. Gli aggressori hanno utilizzato ransomware, una forma di malware che crittografa i file della vittima, per chiedere un riscatto in bitcoin in cambio della chiave per decifrare i dati. Al momento però non è pervenuta materialmente alcuna richiesta di riscatto. Secondo le ultime informazioni riportate dal quotidiano “La Repubblica” l’attacco sarebbe partito da hacker residenti in Germania che avrebbero avuto accesso alla rete regionale tramite un computer appartenente a un dipendente di un’agenzia governativa che “era stato lasciato aperto”. Violati anche i dati di personalità importanti All’interno del sistema, oltre ai dati dei singoli residenti, sono anche conservati i dati di alcune personalità importanti come il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e l’attuale presidente del consiglio, Mario Draghi. Un fatto senza precedenti che dovrà fare riflettere sulla necessità di rafforzare la tutela dei dati digitali al fine di evitare che questi episodi possano ripetersi. Una battuta d’arresto anche per il piano vaccinale che nel Lazio stava procedendo spedito. Circa il 66 per cento della popolazione adulta del Lazio è stata vaccinato mentre a livello nazionale il dato si attesa poco sotto al 60 per cento. A giugno il governo italiano aveva istituito una nuova agenzia specializzata in cybersecurity proprio al fine di prevenire gli attacchi ai sistemi informatici del paese, soprattutto quelli dove sono conservati dati molto sensibili.

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