Una ventata transnazionale fra i nuovi sindaci degli USA
Foriere di novità le elezioni dei sindaci statunitensi di quest’anno: un fresco vento transnazionale, per un Paese che è stato investito solo un anno fa da un’ondata di proteste razziali a seguito dell’assassinio di George Floyd. Basta sfogliare l’elenco dei sindaci vincitori nei vari stati, su cnn.com (key mayoral races), per notare come a Boston, ad esempio, sia stata eletta la prima sindaca asiatico-americana, Michelle Wu, mentre a Detroit, con l’80% di popolazione afroamericana si è avuto il primo sindaco bianco dopo dieci anni, Mike Duggan. Due vittorie democratiche, come a Pittsbourgh, dove è stato eletto il primo sindaco afroamericano Ed Gainey, sostenuto per giunta dal movimento Black Lives Matter. Diverse le dinamiche a New York dove, al contrario, le posizioni politiche del democratico Eric Adams, secondo sindaco afroamericano della città (dopo David Norman Dinkins dei primi anni ’90), hanno invece suscitato le ire di Hawk Newsome, leader e cofondatore di Black Lives Matter.
Approccio “olistico” vs aumento delle pattuglie in borghese
Il senso della protesta di Newsome è ben esplicitato in una sua “story” su Instagram: occorre un approccio “olistico” per fermare la criminalità e non si può rispondere alla violenza con la polizia, bensì aumentando le opportunità lavorative e ponendo fine alla povertà. Il suo monito si conclude con un appello all’uguaglianza e alla tutela della salute e dell’ambiente: “Our people need healthy free plant based meals” (La nostra gente ha bisogno di pasti salutari gratuiti e a base di verdure). In posizione diametralmente opposta, l’ex sceriffo Adams – pur vegano – immagina certamente una società di eguali, ma ha giurato di ripristinare le pattuglie anticrimine in borghese. Allo stesso tempo, ha stanziato fondi per la comunità LGBT e ha sostenuto l’uguaglianza matrimoniale, come dichiarato in GCN, Gay City News, la più importante rivista arcobaleno newyorkese; dunque pur avendo mostrato notevoli aperture, con un occhio attento all’antirazzismo e all’omofobia, i suoi provvedimenti si sono rivelati impopolari per i Black Lives Matter. Coerentemente, forse, col suo vissuto, o potremmo dire per “deformazione professionale” pone l’accento sul rafforzamento dell’esecutivo, più che sul welfare. Da ragazzo Eric Adams aveva subito la violenza della polizia di New York e da allora aveva deciso di unirsi al dipartimento di polizia per contribuire a trasformarlo dall’interno. Dopo due decenni al servizio del Dipartimento di Polizia, nel 2006 Adams si era ritirato per diventare senatore dello Stato di New York, fino al 2013. E’ stato poi presidente di Brooklyn e infine è arrivato all’attuale traguardo. Come rivela The Guardian, su Twitter, prima dei risultati elettorali, aveva così riassunto la sua formazione, nonché l’origine dei suoi provvedimenti sulla sicurezza pubblica: “Sono cresciuto povero a Brooklyn e nel Queens. Ho indossato un giubbotto antiproiettile per salvaguardare i miei vicini di casa. Ho servito la mia comunità come senatore statale e presidente del distretto di Brooklyn e sono onorato di essere il candidato democratico per diventare il sindaco della città che ho sempre chiamato casa”. Questo approccio punitivo e non risolutivo di problemi sociali ha generato una reazione degli attivisti di Black Lives Matter, i quali hanno sfilato in corteo, mentre Hawk Newsome ha dichiarato che il movimento tornerà a farsi sentire, occupando le strade e incendiandole di nuovo se non si troverà un terreno comune su cui impegnarsi a combattere la povertà. Per la precisione Newsome parla proprio di “riot” e “bloodshed” (rivolte e spargimenti di sangue), secondo The Independent.
Bitcoins: sarà una rivoluzione per tutti?
Un’altra scelta importante del primo cittadino di New York è la conversione degli stipendi in bitcoin, sulla scia del sindaco di Miami, Francis Suares. Probabilmente sarà coniata una specifica criptovaluta per la città di New York. Lo stesso sindaco ha dichiarato alla CNN che non saprebbe spiegare in poche parole che cosa è un bitcoin e che sarebbe una sfida riuscirci, anche per i massimi esperti. Certo è il suo desiderio che la Grande Mela sia all’avanguardia in questa nuova rivoluzione finanziaria, infatti ha anche auspicato la possibilità di insegnare nelle scuole i primi rudimenti di economia connessi a blockchain e bitcoin. In cosa consisterà questa rivoluzione finanziaria, definita “quarta rivoluzione industriale”? I Bitcoin sono una sorta di monete virtuali, gestite attraverso un network di computer che operano per mezzo di transazioni sicure, perché crittografate (la crittografia è l’insieme di tecniche matematiche che rendono “criptato”, “nascosto” un messaggio). Questa valuta, differente da tutte le precedenti nella storia, è stata creata nel 2009, da Satoshi Nakamoto, pseudonimo di una persona (o una équipe di persone) a tratti mitologica, che non ha mai rivelato la propria identità (Fonte: Wired). Il valore dei Bitcoin è aumentato a dismisura, dall’epoca della sua creazione a oggi, così Satoshi Nakamoto è stato candidato a un premio Nobel per l’economia, ma nessuno sa chi sia e tutti aspettano di capire in cosa consisterà questa grande innovazione newyorkese. E soprattutto se sarà una rivoluzione per tutti, contribuendo a superare il problema della povertà, come si augura Hawk Newsome di Black Lives Matter.