A partire dal 20 novembre è ufficialmente aperta la stagione operistica del Teatro dell’Opera di Roma 2021/2022 con la prima rappresentazione assoluta di Julius Caesar, opera di uno dei più grandi compositori viventi, Giorgio Battistelli.
Il lavoro, commissionato dal Lirico romano è tratto dall’omonima tragedia di William Shakespeare, su libretto in due atti di Ian Burton, vede la direzione di Daniele Gatti e la regia di Robert Carsen.
Dopo la prima di sabato 20 novembre, sono previste quattro repliche: martedì 23 e giovedì 25 alle ore 20.00, sabato 27 alle 18.00 e domenica 28 alle 16.30.
Il teatro riparte
Dopo quasi due anni di pandemia il Teatro riparte con una programmazione che scommette sul futuro, con dodici titoli d’opera e sei di balletto, e lo fa con un programma guidato in primis dalla responsabilità verso il pubblico, e poi dalla voglia di sperimentare per realizzare un nuovo teatro d’opera al passo con una società che cambia velocemente, giorno dopo giorno, profondamente segnata dall’esperienza degli ultimi anni.
È assolutamente significativo che per la prima volta, in tempi recenti, la stagione operistica romana si apra con una composizione contemporanea.
Per il Maestro Daniele Gatti «è un privilegio poter tenere a battesimo una nuova opera su un soggetto così alto e importante, creata da uno dei maggiori compositori di oggi». Secondo il noto direttore d’orchestra è inoltre un segnale forte aprire la stagione del teatro di Roma con una prima esecuzione assoluta: si tratta infatti di un segno di fiducia verso il nuovo e l’innovazione culturale.
Battistelli – Burton – Carsen, un’unione vincente
È la terza volta che il trittico Battistelli – Burton – Carsen si riunisce dando vita ad un’opera di grande significato, dopo Riccardo III, con una prima esecuzione ad Anversa nel 2005 e Co2, opera che parla di ecologia, destinata soprattutto ai giovani, che ha visto nel 2015 la sua prima al Teatro alla Scala di Milano.
Proprio secondo Carsen la rappresentazione di questo spettacolo nella capitale italiana ha una valore aggiunto: «sembra quasi impossibile che l’unica opera integrale su Giulio Cesare sia il capolavoro di Händel scritto quasi trecento anni fa. Ma questa opera è ambientata in Egitto. Mettere in scena il nuovo lavoro di Giorgio Battistelli e Ian Burton non è solo un onore, ma anche una sfida particolare, dal momento che l’opera debutta in prima assoluta a Roma, dove l’azione del dramma di Shakespeare si svolge. La comprensione di Shakespeare della politica personale e pubblica, e il pericolo e la distruzione che possono creare, è forse ancora più rilevante oggi rispetto a quando l’opera fu scritta più di quattrocento anni fa».
Leone d’oro alla carriera del compositore Giorgio Battistelli
La Biennale di Venezia ha recentemente voluto attribuire a Battistelli il leone d’oro alla carriera per il suo lavoro nel teatro musicale, la sua intensa produzione operistica realizzata nelle più significative realtà europee e anche perché, come direttore artistico di importanti istituzioni, il compositore ha sempre voluto promuovere e incoraggiare il nuovo e le sperimentazioni in ambito musicale.
La cerimonia di premiazione del Leone d’oro a Giorgio Battistelli avrà luogo nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale, il 15 settembre 2022 e proprio due sue importanti opere inaugureranno e chiuderanno il 66° Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia. Aprirà il 14 settembre 2022 Jules Verne, fantasia da camera in forma di spettacolo per trio di percussioni, tre voci, tromba e pianoforte, lavoro del 1987 con cui Battistelli debutterà nell’inedito ruolo di regista e che vedrà come esecutori il trio di Ars Ludi composto dai percussionisti Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi e Gianluca Ruggeri. Mentre Experimentum Mundi, una delle composizioni più note del compositore romano, la cui prima versione risale al 1981, chiuderà la rassegna veneziana il 25 settembre 2022.