sabato3 Giugno 2023
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Dubbi sul reddito di cittadinanza, una misura necessaria ma piena di falle

Reddito di cittadinanza Tre anni dopo l’introduzione del reddito di cittadinanza, e il versamento dei primi assegni ai richiedenti che...

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Reddito di cittadinanza

Tre anni dopo l’introduzione del reddito di cittadinanza, e il versamento dei primi assegni ai richiedenti che ne avevano diritto, sono ancora tanti i punti in sospeso. A oggi, difatti, sono ancora tanti i dubbi legati alla misura nazionale intrapresa dal governo nel 2018. L’esternazione espressa dal Presidente dell’INPS Tridico:

“L’Italia non è pronta, violenta con i poveri”.

Così il presidente replica alle numerose accuse rivolte all’istituto in merito alla misura del reddito minimo garantito. Agli albori della manovra, questa soluzione veniva definita da molti come la misura “SalvaItalia”. Eppure a oggi i numeri e il malumore generale ci dicono tutt’altro: intanto “l’inserimento nel mondo del lavoro non ha funzionato – come ha riportato lo stesso Presidente nel corso dell’intervista – vi è stata una vera falla nel sistema”. L’RDC è nato quasi contestualmente a un’altra manovra di sostegno: la PDC (pensione di cittadinanza). Sulla scia delle decisioni prese dagli altri governi europei, Germania su tutti, anche l’Italia ha cercato di mettere sul campo delle manovre politiche di contrasto alla povertà sotto due principali aspetti; ricalibratura del sistema di Welfare (Ferrera 2012) e fine dell’epoca delle sperimentazioni.

Dalle sperimentazioni al reddito di cittadinanza

In Italia, infatti, schemi di reddito minimo sono stati sperimentati in alcune città fin dalla fine degli anni settanta (Torino 1978, Ancona 1981, Catania 1983, Milano 1989), in quanto già all’epoca, lo stato Italiano tramite i dati ISTAT, si era reso conto dello stato di povertà di una parte dei cittadini italiani. Le sperimentazioni continuano. Basti ricordare per esempio la sperimentazione del 1998 testate su diverse città italiane: 39 nel corso del primo biennio di sperimentazione e 306 nei due anni successivi. La soglia di povertà nel corso degli anni si è notevolmente abbassata, il numero di cittadini italiani dichiarati in stato di povertà è invece parallelamente aumentato drasticamente. Tutto questo, peggiorando progressivamente, ha portato l’ISTAT, nel 2018, ha dichiarare che ben cinque milioni d’italiani vivevano in condizioni di povertà. In risposta a questo, lo Stato per forza di cosa doveva trovare un modo per contrastare questa situazione a dir poco complicata.

La realizzazione vera e propria

Ed è qui che entra in gioco il reddito di cittadinanza. Difatti, con la legge di bilancio del dicembre 2018, furono varate due misure importanti: il reddito e la pensione di cittadinanza. Più che il funzionamento del provvedimento, vanno analizzati i soggetti coinvolti in questa manovra: da una parte troviamo i soggetti richiedenti beneficiari del reddito, dall’altra invece, troviamo i percorsi lavorativi e i centri per l’Impiego. Il connubio latente tra queste due parti e la scarsa disponibilità di risorse in contrapposizione a una domanda di richieste di sussidio sempre maggiore (la pandemia sicuramente ha peggiorato), hanno contribuito a generare questa fase d’incertezza e di fiducia nei confronti della manovra stessa.
Perché è notizia di qualche giorno fa l’arresto di un catanese, il quale incassava il reddito di cittadinanza di 12 prestanome. Oppure vediamo come nell’Ancolese, un ladro seriale con il reddito di cittadinanza in trasferta nel capoluogo dorico, ruba pantaloni al mercato, e rincorso dai poliziotti viene arrestato. Ma non è finita qui. Analizzando la questione da un punto di vista più matematico, vediamo come i dati e i numeri sono emblematici in tal senso.

DATI E NUMERI

Il riscontro infatti, arriva in occasione del festival “Bergamo città impresa”, il presidente dell’INPS Pasquale Tridico, ha dichiarato che ben il 75% dei percettori del RDC, non ha mai lavorato. Questa è la situazione attuale del RDC in ITALIA, ben distante da come ci aspettavamo tre anni fa. Chiaramente ora è compito del Governo trovare una soluzione per invertire la rotta, e dare credibilità e forza a un progetto che sembra vacillare ogni giorno sempre di più.

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