È stata la mano di Dio è sicuramente uno dei film italiani più attesi di questo 2021. Presentato in anteprima al Festival del Cinema di Venezia, l’ultima produzione del noto cineasta italiano (vincitore del premio Oscar per La grande bellezza), brilla nei maxischermi di Time Square, ma purtroppo il chiacchiericcio attorno alla sua uscita è tutto fuorché positivo, e la motivazione è una controversia tra due mondi che iniziano a scontrarsi sempre più assiduamente: Netflix vs Cinema.
Sono passati pochissimi giorni dall’uscita nelle sale dell’ultimo film del noto regista Paolo Sorrentino, ma a differenza di altre produzioni, non è per questo che il film è al centro delle vicende. La motivazione di tale avvenimento sarebbe riconducibile alla ormai nota modalità di distribuzione, che in un secondo passaggio lo vedrebbe sbarcare sulla famosissima piattaforma di streaming Netflix. Proprio questa formula però, sta creando attorno a sé un polverone dovuto proprio all’ira dei gestori delle sale, che sempre più manifestano un certo malcontento. Sostenuti dalle associazioni di categoria, sono proprio quest’ultimi che lamentano l’impossibilità di proiettarlo, nonostante accordi preventivamente presi, trovandosi a dover cambiare la programmazione con pochissimo preavviso.
Netflix e la distribuzione nelle sale cinematografiche
Non è la prima volta che una modalità del genere si presenta nel nostro paese, pensiamo ad esempio all’uscita del toccante film sulle vicende di Stefano Cucchi, ciò che cambia questa volta, però, è in primis l’arco di tempo che decorrerà tra l’uscita nelle sale e la messa in onda su Netflix, ovvero 3 settimane (solitamente si parlava di qualche giorno), inoltre è la prima volta che viene proiettato in così tante sale cinematografiche, ben 250. Ricordiamo che solitamente i film del noto regista sono sempre stati proiettati almeno per il doppio, ma solitamente i film originali Netflix permangono molto meno. Ciò che fa infuriare i gestori, è proprio l’accordo non rispettato di distribuzione in almeno 400 sale, ridotte all’ultimo e senza preavviso a circa la metà. Nonostante siano davvero tante le segnalazioni in merito, ci sono ugualmente pareri contrastanti, la casa di produzione cinematografica Lucky Red, ha infatti smentito le accuse sostenendo che i cinema ad aver preso accordi per proiettare È stata la mano di Dio fossero 250 fin dall’inizio, al contrario l’Associazione Nazionale Autori Cinematografici (ANAC) sostiene la tesi portata avanti dai gestori.
Una fruizione che funziona sotto diversi punti di vista
La sensazione che il possibile candidato agli Academy Awards stia riempiendo le sale cinematografiche, che ricordiamo non sono mai state così tante (per questa tipologia), è evidente, ma ancora una volta non è possibile avere dati precisi. La motivazione? Netflix non vuole. Il film si presenta dunque probabilmente come il miglior incasso in Italia, ma sui numeri non c’è certezza. Se questa tipologia di distribuzione ha sempre avuto due fini principali, quello di consentire agli appassionati di cinema di fruire la produzione con la massima qualità possibile, audio e video, aumentandone dunque anche l’hype e il valore dello stesso, dall’altra si dà la possibilità anche a chi non è un assiduo frequentatore delle sale di godere di una produzione già premiata al Festival del Cinema di Venezia e in lizza per l’Oscar come miglior film internazionale.
Curiosità e attesa per la Notte degli Oscar
Attualmente in sala e atteso su Netflix per il 15 dicembre, il film è stato scelto dall’Italia come rappresentante per la partecipazione all’evento cinematografico più famoso del mondo. Il prossimo passo sarà dunque quello di entrare nell’ambita shortlist, in cui si contenderà il posto con tantissimi film, parliamo di quasi 80 candidati da tutto il mondo. Una gara impegnativa, che solo il 21 dicembre ci svelerà le sorti del film di Sorrentino, seguita l’8 febbraio dall’annuncio della cinquina delle nomination e infine la consegna degli Oscar, attesa a Los Angeles il 27 marzo 2022. Il famoso cineasta ci regala una trama raffinata, ambientata nella Napoli degli anni Ottanta. Il protagonista (al suo primo vero ruolo importante: Filippo Scotti) è un diciassettenne che vede la sua vita coinvolta in due eventi importanti: l’arrivo del campione Armando Maradona come numero 10 nella squadra cittadina, e un grave incidente familiare che irromperà come un tornado nella tranquilla e quotidiana felicità famigliare, lasciandolo sconfortato. Sorrentino rappresenta questo dolore con una produzione semplice, fatta di scene scarne che non richiedono particolari accompagnamenti, provati da un montaggio essenziale e dalla scelta di una colonna sonora e una fotografia neutra. Sarà dunque compito dello spettatore, che sia in una sala o dal proprio salotto, coglierne l’essenza e rendere giustizia a un film che ancor prima di essere conosciuto da tutti, ha già fatto tanto parlare di sé.