Nel nome di Diego Armando Maradona
Nella settimana in cui ricorre la scomparsa del più grande di sempre, il Napoli affronta la Lazio di Maurizio Sarri. Secondo alcuni Sarri è il secondo ex più amato dai napoletani, ovviamente dopo Diego Armando Maradona. Sulla giostra delle coincidenze non è il caso a incidere, il Napoli batte quattro a zero la Lazio, e sappiamo dove cercare i motivi dell’abbondante disparità.
Diciamo innanzitutto che la distanza tra le due squadre è stata evidente ben al di là del risultato. Il Napoli ha giocato un gran calcio, spettacolo di pregio finissimo fatto di costruzione veloce, difesa solida, possesso, finanche contropiede (o ripartenze, come preferiscono dire i cantori di ultima generazione). Privi di Oshimen, Politano, Anguissa e Ounas (che ingiustizia sarebbe dimenticarlo), i partenopei offrono una delle prestazioni migliori degli ultimi trent’anni, dimostrando che abnegazione, mentalità, organizzazione pesano eccome. Certo, mettiamoci che non ci si poteva rammollire nel giorno in cui el Diez andava commemorato. Mettiamoci che davanti all’altro ex (il mister laziale appunto) molti volevano fare bella figura. Ma per l’amor di D10os, non riduciamo a questi aspetti la sonante vittoria. Il Napoli ha vinto perché c’è dietro un progetto, perché siede sulla panchina un bravissimo allenatore, perché si è lavorato sugli errori recenti, perché tecnicamente è nettamente superiore all’avversario, nonostante le assenze. Mertens, che prodezze.
Lobotka e Bakayoko
Nell’ultima giornata dello scorso campionato di Serie A, l’allora allenatore del Napoli Gennaro Gattuso lasciò in panchina i centrocampisti Demme e Lobotka (Lobotka in realtà il campo lo vide dalla tv di casa per l’intera stagione). Nella posizione che questi ultimi avrebbero potuto occupare giocò titolare Bakayoko. Il Napoli pareggiò non riuscendo a qualificarsi per la Champions League. Se ieri non avete guardato Napoli-Lazio, fatelo: la prestazione di Lobotka vale più dei novanta minuti di vita trascorsi davanti al televisore, che goduria.
Il Milan invece
Il Milan, ahiMilan! Parte proprio con Bakayoko (passato ai meneghini nel frattempo) titolare, e allo stadio Meazza contro il Sassuolo perde per tre a uno. Non buttiamo la croce su Bakayoko, per amor di D10s, ma nel calcio veloce dei giorni nostri non puoi permetterti incertezze perché il più piccolo club finirà per suonartele. E allora il Sassuolo vince in rimonta, segnaliamo inevitabilmente il bellissimo gol di Scamacca. Quanto vale l’attaccante neroverde in soldoni cash e pagamenti senza dilazioni? Prezzo variabile per il mercato pallonaro pazzo, dai trenta agli ottanta milioni di euro, ma qualche buona plusvalenza e un equilibrismo finanziario aiuterebbe i club più indebitati ad acquistare questo talentuoso.
Un pensiero a Leonardo Semplici
L’ex allenatore del Cagliari fu esonerato dopo la terza giornata di campionato. La squadra aveva ottenuto un solo punto. Gli subentrò Mazzarri. Da allora, con Mazzarri in panchina, sono arrivati sette punti in undici partite. Media retrocessione, evidentemente. Cambiare allenatore, si diceva recentemente, non sempre paga.
Le altre
L’Inter vince a Venezia e avvicina il Milan, un solo punto le separa in classifica. La Roma di Mourinho batte il Torino con un gol di Abraham, Diawara in campo dal primo minuto. Il ritorno del centrocampista made in Guinea è quasi una notizia.
Il Bologna batte lo Spezia grazie a un rigore per un mani ingenuo. Udinese e Genoa fanno zero a zero. Primo punto da allenatore in Serie A per mister Sheva.
Copertina di B
La copertina di B va al Pisa che batte il Brescia di Filippo Inzaghi e va al primo posto in classifica. L’allenatore del Pisa è Luca D’Angelo, per lui in carriera tanta gavetta. Mandiamo in memoria il suo nome perché anche per i toscani è ora di tornare in Serie A.