Roma e Inter, fasi diverse
Nella prima partita della sedicesima giornata di Serie A l’Inter vince e la Roma perde, che detta così manifesta un’ovvietà clamorosa. Di che scrive, costui? Dietro il netto risultato (0-3) c’è però tutto quanto rappresentano le due squadre in questo momento. L’Inter ha cominciato a ricostruire alcuni anni fa dopo un vuoto lunghissimo, e il grande equilibrio che la squadra mostra in campo ne è la prova. La struttura forte ha permesso di inserire nuovi giocatori dove i partenti parevano destinati a lasciare il deserto, ottenendo i medesimi risultati. La Roma, possiamo dirlo, è un cantiere aperto. Le assenze hanno certamente indebolito la squadra, ma la differenze tra le due rose è evidente al di là di chi giochi. Non è capitato per caso che i gol interisti siano venuti da errori evitabili degli avversari. Bastoni che crossa indisturbato per la testa di Dumfries è stata una tra le varie imprudenze romaniste che fanno blaterare. Mettiamoci pure che la Roma è al principio della ricostruzione, e che ci vorrà almeno un altro anno per saldare il progetto. Se il campo è stato sconfortante, gli spalti sono stati spettacolari. Non è mai mancato l’apporto alla squadra, canti di parte e nessuna contestazione dai tifosi giallorossi. Parliamo di sport, dopotutto. O no?
Che partita
Che partita, Napoli-Atalanta. Vincono i bergamaschi (2-3). Al Napoli mancavano sei giocatori: Oshimen, Koulibaly, Insigne, Fabian Ruiz, Anguissa, Manolas. Non poco, eh? Questo potrebbe bastare a darsi spiegazioni, ma il Napoli ha tenuto benissimo il campo, perdendosi ahiloro gli atalantini che con i noti perfetti inserimenti hanno fissato il risultato dopo essere andati in vantaggio (0-1) e poi in svantaggio (2-1). Nella squadra di Gasperini (forse lo abbiamo già detto nei nostri appuntamenti con la Serie A), possono cambiare gli interpreti ma non te ne accorgi, si gioca nella medesima maniera. Nel Napoli, infortunio muscolare per Lobotka, faro ormai imprescindibile nel centrocampo azzurro. In città nessuno fa più scongiuri? Toccare ferro, signore e signori, altrimenti nelle prossime partite andrà in campo la formazione primavera.
Il Milan e la Salernitana
Non abbiamo dimenticato il Milan vincente che si è preso la testa della classifica. Proprio i rossoneri avevano aperto la sedicesima giornata. Contro di loro la Salernitana di Colantuono, succeduto a Castori. Ci piace ricordare l’avvicendamento avvenuto su questa panchina perché l’andazzo è lo stesso, i punti pochi, le prospettive di salvezza ugualmente scarse.
Ma torniamo al Milan. Forte, è forte. Ha continuità di risultati. Ha segnato due gol ma ha avuto occasione per farne almeno altri due. Gioca sulle fasce con esterni di qualità, una prelibatezza un colpo di tacco smarcante di Messias e le giocate di Leao. Un anno e mezzo fa quando pareva che si volesse cambiare allenatore, è stato invece confermato Pioli. Saltuaria vittoria del buonsenso.
E poi
La Lazio vince in casa della Sampdoria e risponde al momento negativo. Due i gol di Ciro Immobile. Secondo tempo senza tiri in porta laziali, ma i punti in classifica aiutano le innovazioni. Il Sassuolo aveva strappato il pari al Napoli nello scorso turno di campionato, e stavolta lo strappa allo Spezia. Il Verona rimonta il Venezia, il derby veneto finisce 3-4.
La Juventus batte il Genoa (2-0). Dybala si offre come riferimento in questa fase di difficoltà. A fine partita l’attaccante ha dichiarato che la società ha da trattare questioni più urgenti del suo rinnovo contrattuale, come dargli torto. Di Cuadrado l’altro gol bianconero, splendido, direttamente su calcio d’angolo. Allegri sta raddrizzando una stagione nata storta. Pure questa, in fondo, è una ricostruzione.
Fiorentina
La osserviamo con piacere. In attesa di conferme dal campo per offrirle un servizio ad hoc.