Da dove nasce la necessità
Dopo l’ennesima variante del Covid, la Omicron, rilevata in oltre 23 Paesi, i 194 Stati membri dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in una riunione speciale a Ginevra, hanno deciso di lavorare a un trattato per la gestione di future pandemie, ma alcune nazioni non sembrano essere concordi.
Il trattato
Oms vuole redigere un trattato le difese globali contro le future pandemie. L’organizzazione mondiale della sanità ha deciso di istituire un organismo intergovernativo che si riunirà entro marzo per iniziare a negoziare un accordo internazionale destinato a garantire una risposta più coerente ed equa alle future pandemie (come dichiarato al New York Times). L’accordo prevede che i negoziatori consegnino il risultato delle loro delibere a maggio 2024. Per il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, grande sostenitore di questo trattato affinché possa essere anche legalmente vincolante, lo definisce come “un’opportunità unica”.
Ci sono dei contrari
Unione Europea e Gran Bretagna seguono la linea di pensiero del direttore generale dell’Oms, sembrano esserci alcune nazioni che non sono intenzionate ad aderire, fra cui Brasile e Stati Uniti, che preferirebbero un accordo più debole, non legalmente vincolante; questa opposizione avviene perché un trattato come quello pensato, dove i vari Paesi si impegnano a condividere informazioni, potrebbe dare luogo a situazioni politicamente sensibili, poiché implicherebbe l’accesso ai siti dove hanno origine i focolai e indagini e inchieste sull’origine delle malattie.
Il coro dei favorevoli
I Paesi favorevoli vedono il trattato come necessario affinché le varie realtà non agiscano individualmente creando frammentazione, caos e confusione, indebolendo inoltre anche le varie risposte che si potrebbero dare. Unire le forze e la condivisione sono, per loro, la soluzione migliore per attuare un piano coeso, coerente ed efficace per arginare future pandemie e fermarle prima che dilaghino a livello mondiale.