SI CONSIGLIA LA LETTURA AGLI AMANTI DELLO SPOILER
Ci avviciniamo alla conclusione di Gomorra, e un po’ ci dispiace. Considerando che mancano ormai due soli episodi alla fine, rinviamo a una recensione complessiva lo sguardo di insieme, anche se fin da adesso ci sarebbero spunti per allargarci. Qui proveremo a soffermarci sui fatti e sui personaggi che hanno aizzato gli episodi 7 e 8, e che a tratti ci hanno fatto rivivere le emozioni cruente dell’inizio, spegnendo però i nostri ardori sulla scelta, palese fin dal principio di quest’ultimo viaggio, di stringere su Genni e Ciro, mollando abbastanza nettamente la traccia dura e realista che aveva distinto quasi l’intero lavoro.
Ripartiamo dalle donne
I personaggi femminili rappresentano certamente il tratto più interessante. Senza di loro ci sarebbe da far sventolare ventagli per soffiare via un po’ della faticosa celebrazione dei paladini. Donna Luciana, innanzitutto, risveglia gli spiriti assopiti accendendo un po’ di fuoco amico dove un attimo prima scorreva acqua tiepida. Certo è un peccato che per rivoltarla contro Gennaro Savastano si sia scelto di farle percorrere una strada tanto improbabile. La moglie dell’uomo più vicino al boss, tradisce in un sol colpo il boss e lo stesso marito per andarsi a infilare nella bocca del leone. Costei si muove in un contesto di estrema libertà, saltando dall’idea del tradimento alla pratica, uscendo di casa e recandosi al cospetto di Donna Nunzia e Ciro Di Marzio senza che nessuno ci faccia caso. Non paga dell’impresa oltre i limiti dell’autolesionismo, si rivolge ad Azzurra, moglie di Genni, chiedendole di unirsi a lei nel tradimento, di rivoltarsi sbarazzandosi così del marito.
Se Azzurra avesse accettato l’offerta, Genni sarebbe stato presto ucciso, e la serie sarebbe finita in anticipo con Ciro Di Marzio gongolante. Per fortuna la signora Savastano ancora non ha dismesso la ragione e si attiva affinché Donna Luciana sia scoperta e un paio degli sgherri di Ciro Di Marzio vengano uccisi.
Uno di questi è Sangue Blu
In fondo ci eravamo affezionati. Ricordiamo quando nella terza stagione Ciro, davanti alla piantagione di marijuana coltivata dal criminale in erba (tanto per restare in tema), aveva chiesto “Che vvuò fa’? ‘O contadino?”
Da allora era iniziata la scalata sanguinosa di questo figlio di nobili criminali decaduti. Lo abbiamo trovato dalla parte di Genni e Ciro, contro Genni e Ciro, un po’ con questo e un po’ con quello. Abbiamo sperato che uno sceneggiatore proponesse di introdurre tra i personaggi una figura di analista, cosa mai avvenuta. Comunque Sangue Blu, dopo aver imposto a Genni di uccidere Ciro, si allea con Ciro che è attualmente, come sappiamo, in guerra con Genni. Catturato dopo il tradimento svelato di Donna Luciana, finisce nelle mani di Genni che lo riduce in fin di vita a furia di pugni e bastonate. È San Ciro a dargli l’estrema unzione quando ormai il giovane amico è prossimo alla morte.
Donna Luciana e ‘O Maestrale
Tra moglie e marito non mettere il dito, ma quando lei tradisce il boss, questi decide che va applicata la pena capitale e, sebbene le mani gli prudano, Gennaro si trattiene e ordina a ‘O Maestrale, marito di Donna Luciana, di adempiere al terribile dovere. Ma tale Maestrale, assassino professionista, non è uomo tanto snaturato da uccidere la propria amata, e allora la nasconde spacciandola per morta, rischiando di infiammare le ire del capo che, si suppone, s’accenderanno nel prossimo episodio.
I bambini
Tra una sparatoria e l’altra, il figlio di Azzurra e Gennaro viene prelevato da polizia e servizi sociali nel mezzo di una noiosa giornata scolastica. Chissà come mai, Azzurra e Genni non apprezzano l’interferenza dello Stato nelle loro linee educative, e fanno rapire il figlio del magistrato che li segue affettuosamente.
Prepariamoci al gran finale.