Uscite da poco le nuove classifiche, le certezze vengono riconfermate e le urgenze sottolineate. Se al primo posto siedono comode e indisturbate le città del nord, ancora una volta il mezzogiorno occupa gli ultimi posti della lista, evidenziando l’urgenza degli investimenti del Pnrr.
Il primo posto se lo aggiudica Trieste, seguita da Milano e Trento. Queste tre, secondo la stima annuale del Sole 24 Ore, sono le città che possono vantare la qualità di vita migliore.
Prima di procedere con la lista e i suoi occupanti, vediamo quali sono i parametri presi in considerazione.
Sono ben 90 gli indicatori statistici su base provinciale, divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero. Tra questi, ci sono 28 parametri aggiornati al 2021 e una decina di “indici sintetici”. Questi, come spiega l’Agenzia Dire, consentono la focalizzazione, in particolare, su come sta andando la ripresa post pandemia.
I punti focali sarebbero dunque i divari territoriali e di genere, ma anche le diverse generazioni, con attenzione sulla qualità di vita di bambini, adolescenti, adulti e anziani. Attenzione, dunque, alle province con il miglior contesto in base alle fasce d’età e alla qualità della vita delle donne.
La classifica
I risultati dell’indagine evidenziano che tra le prime dieci province, sette, come anticipato, sono del Nord-Est: Bolzano (5), Pordenone (7), Verona (8) e Udine (9) che confermano la loro vivibilità e Treviso (10) che si piazza in posizione rispetto all’assenza dell’anno precedente, anche grazie al primato nella Qualità della vita delle donne, indice introdotto quest’anno. Tra le grandi città in risalita, troviamo invece Roma (dal 32esimo al 13esimo posto) e Firenze (dal 27esimo all’11esimo). Bari (71esima) guadagna una posizione, Napoli (90sima) ne guadagna due.
Tra le prime dieci troviamo anche Aosta (4) e Bologna (6). Bologna, rispetto all’anno precedente purtroppo perde qualche posizione, restando comunque tra le città con la qualità di vita più alta e conquistando il podio per la categoria “Demografia, società e salute” soprattutto grazie agli elevati livelli di istruzione della popolazione. Risalgono invece le province lombarde, che riconquistano tutte posizioni rispetto all’anno precedente, ad eccezione di Sondrio. Ricordiamo che nel 2020 era stata la regione ad aver subito più di tutte il forte impatto della pandemia, misurato oltre che dalle vittime, anche da crollo del Pil pro capite in seguito al lockdown nazionale. Milano però si riprende e torna ad occupare il suo posto in “Ricchezza e consumi” e “Affari e lavoro”, risultando prima, tra l’altro, per i prezzi delle case, la retribuzione media annua, l’incidenza di imprese che fanno e-commerce e la diffusione dei servizi bancari online.
Monza e Brianza (14), riescono ad occupare il posto tra i primi venti grazie agli ottimi valori ottenuti nella sezione “Ricchezza e consumi”, con attenzione particolare alla spesa delle famiglie per i beni durevoli e alla retribuzione media annua dei lavori dipendenti. In controtendenza, invece, Cagliari, Torino, Genova e Catania perdono tutte qualche posizione rispetto al 2020.
Penalizzate dal numero di denunce in “Giustizia e sicurezza” e nei due indici del clima, le province dell’Emilia Romagna perdono posizioni, aggravate anche dal forte impatto di campionati sportivi ed eventi annullati. Scendendo sulla costa adriatica, rispetto al 2020, scendono anche Ferrara (-11 posizioni) passando per le province marchigiane, arrivando a Chieti e Pescara.
Nelle ultime posizioni molte città del sud, evidenza che mette in risalto ed esorta l’urgenza di investimenti del Pnrr, in arrivo per ridurre i divari. Troviamo dunque Crotone ultima, come lo scorso anno, anticipata da Foggia e Trapani che si piazzano a poca distanza dal fondo. Su novanta indicatori le ultime posizioni sono popolate in ben 57 casi da province del Sud o delle Isole. E le prime province non del sud che si incontrano, partendo dal fondo e salendo verso l’alto, sono Latina (83) e Frosinone (82), seguite a poca distanza da Imperia (77).
Una lista confermata da altri studi
A fine novembre, anche la classifica sulla qualità della vita nelle città italiane, messa a punto dall’associazione ItaliaOggi in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e giunta alla XXIII edizione, aveva dimostrato come le città del Nord siano quelle in cui si vive meglio. Anche in questo caso il Mezzogiorno si trova ad occupare le ultime posizioni.
La classifica in questione, con riferimento all’anno 2021 vede infatti al primo posto Parma (che ha guadagnato ben 39 posizioni rispetto all’anno scorso), mentre fra le prime posizioni si leggono anche i nomi di Torino, Milano, Bologna, Trieste e Firenze. In basso invece, Benevento, Napoli (al penultimo posto) e Crotone (in ultima posizione), ma anche centri più piccoli come Como, Belluno, Prato e Varese.
Anche questa classifica tiene conto di diversi indicatori che, messi insieme, possono fornire informazioni utili sulla qualità della vita di una città. Tuttavia, è bene specificare come questo dato qualitativo non sia, per la sua ovvia natura, quantificabile e misurabile numericamente. I parametri sono molto simili a quelli utilizzati dalla stima annuale del Sole 24 Ore, e prendono in considerazione: popolazione, sicurezza, salute, reddito, qualità dell’ambiente e tempo libero. Questi sono solo alcuni degli indicatori che hanno portato alla stima. Un mese fa, lo studio si è anche espresso in merito a una spiegazione di quanto dichiarato.
I grandi centri urbani del Nord, infatti, hanno dimostrato maggiori capacità nell’affrontare la pandemia da Coronavirus. Di fatto sono stati i luoghi ad aver subito il colpo maggiore dell’emergenza sanitaria, in particolar modo nei primi momenti di pandemia, allo stesso modo però sono riusciti a riprendersi con grande rapidità, maggiore rispetto ad altre città di dimensioni inferiori.