Sempre più città montane del territorio abruzzese si spopolano, la Regione corre ai ripari aprendo dei fondi per incentivare le persone che scelgono di vivere e/o di lavorare nei comuni montani
Abruzzo, terra “forte e gentile”, si vede sempre più spopolata: caratterizzata da paesini che hanno mantenuto un’identità quasi antica, purtroppo non sembra offrire più di tanto ai giovani, che invece sono alla ricerca di comodità e agio, proprio per questo motivo, c’è stata una migrazione verso i comuni più grandi e abitati, prendiamo per esempio Farindola: piccola cittadina nota per il pecorino in tutto il territorio e anche nelle Regioni vicini, che però conta sempre meno abitanti, viene vissuto più come paesino per le vacanze dove avere una seconda casa, e i pochi irriducibili sono quelle persone che ci abitano da generazioni.
Scegliere di vivere in un borgo al giorno d’oggi è una scelta non semplice che bisogna intraprendere con criterio, soppesando bene tutte le dinamiche ma che forse, non è più tanto un miraggio grazie a questi incentivi come anche grazie al fatto che sempre più mansioni stanno trovando modo di essere espletate anche da casa, ovvero ovunque, grazie allo smart working che si è andato affinando specialmente nel primo periodo della pandemia.
Il provvedimento
Il consiglio regionale ha approvato la proposta di legge contro lo spopolamento delle aree interne del territorio, la quale ha come obiettivo quello di contrastare lo spopolamento soprattutto dei piccoli comuni montani abruzzesi. Soddisfatto il presidente della Regione Marco Marsilio, che ha parlato di una pagina importante del programma di governo del centrodestra, con un iter lungo durato circa un anno e che ha trovato anche contestazioni e critiche da parte dell’opposizione. Ha dichiarato Marsilio che “Questa norma, che ha sostanzialmente come finalità quello d’incentivare le nascite, sostenere le famiglie che fanno figli, li adottano o li prendono in affidamento con un contributo garantito fino al terzo anno di età. Ma non si ferma solo al tema della natalità – ha aggiunto Marsilio intervenendo in aula – perché incentiva anche il ritorno alla residenza o la permanenza e l’apertura di attività. Fosse stato per me doveva essere previsto per tutti i 305 Comuni del territorio, ma non avendo risorse illimitate, abbiamo circoscritto, dati alla mano, quelle zone che hanno un particolare crollo della popolazione (tra il 6-7%), cercando quindi d’intervenire nelle aree di maggiore criticità. Non dubito che se questa legge funzionerà, come verificherà il monitoraggio previsto, il consiglio regionale troverà insieme alla giunta la forza, le risorse e le correzioni normative perché possa soddisfare tutte le richieste che arriveranno”.
Dati alla mano, i numeri dello spopolamento
La diminuzione della popolazione fra il 2015 e 2020 è stata di venticinquemila unità in Abruzzo, superiore di tre volte rispetto a quella del 2014 e doppia rispetto alla media nazionale viene sempre detto dal Presidente Marsilio, con le zone dei comuni montani dove si arriva al 6,59%. Nel 2019 inoltre c’è stato un calo delle natalità, rispetto al 2014 e 2010, del 20% con punte del 27% nei piccoli comuni di montagna. Nel testo, vengono messi a disposizione fondi per coloro che risiedono in uno dei 155 comuni montani sopra i 600 metri, con una popolazione inferiore ai tremila abitanti e che hanno fatto registrate un calo demografico. In base al reddito Isee saranno erogati per tre anni 3.500 euro l’anno come assegni di natalità per i nuclei familiari che alla nascita del figlio, adozione o affido si trasferiscono in uno dei comuni compresi nel progetto e sempre un massimo di 2.500 euro l’anno a coloro che, entro novanta giorni dall’accoglimento della domanda, si impegnano a trasferire la propria residenza in uno dei Comuni che rientrano nella misura e mantenerla per almeno tre anni pena la decadenza del contributo e la restituzione di quanto già ricevuto.
Con questo progetto, si cerca non solamente di risollevare piccoli tesori del territorio abruzzese impedendo che diventino paesi fantasma, ma si cerca di preservare la tradizione e anche di spronare i giovani, dando incentivi fornendo un’occasione diversa e inaspettata. È fondamentale far capire che la vita montana non equivale a una vita ritirata e isolata, non nell’epoca in cui internet azzera le distanze e i mezzi possono avvicinare tutti quanti.