È il 31 dicembre del 1869 quando a Le Cateau-Cambrésis, da una famiglia di commercianti, nasce Henri Matisse. A circa vent’anni, dopo aver studiato legge e intrapreso una carriera da impiegato statale, Henri è costretto a letto per un’appendicite. Nel corso della convalescenza, per ingannare il tempo in quel momento di ozio forzato, inizia a dipingere: siamo nel 1889. Passano un paio d’anni e Henri decide di dare una direzione al suo percorso artistico, iscrivendosi all’Académie Julian nel 1891, a Parigi, scegliendo di lasciare il lavoro stabile dietro ad una rassicurante scrivania, per inseguire la sua vera passione.
Gli incontri decisivi
Inizialmente dipinge nature morte e paesaggi, ma dopo essere entrato in contatto con l’impressionismo e con Vincent van Gogh, cambia radicalmente stile.
Si lega fortemente a Pablo Picasso, più giovane di lui di dodici anni, e nonostante il loro sia un rapporto anche fatto di rivalità, gli intensi scambi tra i due incrementano la reciproca crescita artistica.
È tra i maggiori esponenti del Fauvismo assieme a Georges Braque e André Derain. Da Fauves, che vuol dire bestie selvagge, fiere, il soprannome viene assegnato ad opera della critica dopo aver assistito ad una mostra che raccoglie lavori dai toni particolarmente accesi e vivaci, di una serie di artisti dell’epoca, alla quale partecipa anche Matisse.
Le opere
Tra le tele più famose, c’è sicuramente Madame Matisse, primo piano della moglie del pittore, famoso per la riga verde che solca in due il volto della donna. Creazione dalle tinte innaturali e molto accese, che conferiscono grande profondità all’opera, oggi si trova a Copenaghen all’interno dello Statens Museum for Kunst. Sempre con Amelie – la moglie del pittore – come protagonista, La donna con cappello è un quadro duramente attaccato dalla critica, che lo definisce come una pentola di colori rovesciata in faccia al pubblico. La tela si trova attualmente al MoMA di San Francisco. La danza è certamente la sua opera più nota. Con questo titolo possiamo identificare ben due tele: la prima, che è al MoMA di New York e risale al 1909 e la seconda, realizzata l’anno seguente, che è custodita al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, su commissione di un ammiratore russo, innamoratosi della prima versione del dipinto. La seconda elaborazione risulta superiore alla precedente, visto l’uso interessante dei colori dai toni notevolmente più accesi. La critica però anche questa volta non si risparmia, definendo il lavoro una sorta di cacofonia demoniaca.
Con l’avanzare dell’età l’artista si rifugia gradualmente in uno stile sempre più astratto e con un netto dominio del rosso sulle altre tinte. A questa fase della sua vita appartiene il celebre capolavoro Stanza rossa.
Gli ultimi anni
Negli ultimi anni, un Matisse su sedia a rotelle, segnato dalla malattia e dalle condizioni fisiche sempre più precarie, accetta di lavorare ad un progetto totalmente nuovo: l’edificazione della Chapelle du Saint-Marie du Rosaire a Vence, opera che si rivelerà essere, a sua detta, il capolavoro della sua esistenza. La Cappella, creazione unica, trionfo di luci, è attualmente visitabile, e sul retro dell’edificio si trova un piccolo museo con alcune opere dell’artista, inclusi i vari bozzetti e schizzi creati per la realizzazione della struttura.
Osservare Matisse
Uno dei pregi di Matisse è certamente la sua freschezza. La peculiarità delle sue opere sta nelle sfumature per certi versi quasi infantili, a tratti un po’ bizzarri, distaccati dalle convenzioni e che propagano spensieratezza.
Esiste a Nizza un museo monografico su Henri Matisse, situato nei giardini dell’Arena Cimiez che consente di conoscere e meglio approfondire la vita di questo pittore eclettico e poliedrico, nel quale si potrebbe magari provare a guardare le sue opere – perché no? – con gli stessi occhi sognanti con i quali si osservava il mondo da bambini.