Tragedia di Natale nel Mar Egeo

Rotta Turca macchiata di tragedia

Negli ultimi tempi, le rotte dalla Turchia verso l’Italia sono sempre più battute dai migranti. La sera del 24 dicembre una barca si è ribaltata nel Mar Egeo, provocando la morte di circa sedici persone, che portano ad almeno trenta il numero di vittime degli ultimi giorni, nel mare greco. Questa nuova rotta verso l’Europa, viene tentata per evitare i controlli al confine, da parte della polizia greca. Secondo The Guardian i corpi di dodici uomini, tre donne e un bambino sono stati recuperati, mentre diverse motovedette, imbarcazioni private, ed elicotteri hanno cercato, insieme ai sommozzatori, i superstiti. “La gente ha bisogno di alternative sicure a queste traversate pericolose”, ha dichiarato, in un tweet, il referente greco di UNHCR, ma la Grecia è uno dei Paesi europei che ha eretto un muro per bloccare i flussi migratori.

Infrastrutture fisiche

La Grecia, l’Italia e la Spagna, in quanto coste, hanno sempre, naturalmente, rappresentato importanti passaggi per l’ingresso nell’Unione Europea, sia dall’Asia, che da Medio Oriente e Africa. Negli ultimi anni però gli arrivi sono calati in Grecia, dopo che è stato costruito il muro al confine con la Turchia, mentre l’intercettazione delle barche in arrivo da parte delle forze dell’ordine, ha impedito il passaggio a molti. Eppure secondo il rapporto annuale Global Trends dell’UNHCR le persone in fuga da persecuzioni e conflitti sono circa 82 milioni e certamente l’idea di una “infrastruttura fisica”, come la definisce Ursula Von Der Leyen, secondo Androknos, contraddice i valori alla base dell’Europa, a più di trent’anni da crollo del muro di Berlino. Barriere che sono il simbolo tangibile di politiche di separazione e scarsa accoglienza di cui l’Europa pullula negli ultimi anni: solo nel 2015 sono stati costruiti quattordici muri, sceondo il rapporto 2020 del Transnational Institute (Tni – istituto internazionale di ricerca e sostegno per un mondo democratico e sostenibile: https://www.tni.org/en). In Europa, i Paesi che li hanno innalzato sono, oltre alla Grecia, l’Ungheria (al confine con Serbia e Croazia), e la Bulgaria (al confine con la Turchia) la Turchia che ha bloccato la frontiera verso Iran e Siria. Anche nei pressi dello Stretto di Gibilterra c’è una barriera, ma di filo spinato, mentre sono in procinto di costruire muri anche Lituania e Polonia.

Richiedenti asilo in aumento

Nel frattempo, secondo le stime di UNHCR più di 116.000 richiedenti asilo hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere i paesi dell’UE nel 2021. Il 55% avrebbe viaggiato verso l’Italia, il 35% in direzione della Spagna e il 7% verso la Grecia, mentre il resto si è diretto verso Malta e Cipro. Anche a ottobre c’erano stati dei naufragi nel mar Egeo al largo dell’isola greca di Chios. A bordo di un barcone partito dalla Turchia erano deceduti quattro bambini di età compresa fra i tre e i 14 anni. La Grecia ha accusato le autorità turche di non prevenire lo sfruttamento dei migranti da parte dei trafficanti. Questi attraversamenti non dovrebbero nemmeno poter avvenire”. Sempre secondo UNHCR il Mar Egeo quest’anno è stato attraversato da più di 2.500 persone.

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