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Dalla fiction alla realtà, arrestato attore di Gomorra

Napoli. L’altro giorno gli uomini del Commissariato di Scampia, hanno arrestato Vincenzo Sacchettino, 23 anni, il ragazzo che interpretò il...

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Napoli. L’altro giorno gli uomini del Commissariato di Scampia, hanno arrestato Vincenzo Sacchettino, 23 anni, il ragazzo che interpretò il ruolo di ‘Danielino’ nella serie tv Gomorra. Gli agenti di polizia, a seguito di una segnalazione, hanno intercettato e bloccato il giovane che prima di arrendersi aveva tentato anche di darsi alla fuga. Dopo un’attenta e minuziosa perquisizione personale, gli operatori hanno rinvenuto due cellulari e le chiavi di un’altra autovettura, successivamente posta sotto sequestro, in quest’ultima è stata trovata una pistola calibro ’45, risultata rubata nel 2012. Sacchettino dovrà difendersi dalle accuse di lesione e resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione e porto abusivo di arma da fuoco. Il 23enne era già noto alle forze dell’ordine, nel 2019 infatti, fu acciuffato per spaccio di sostanze stupefacenti.

Napoli e Gomorra

‘Danielino’ conosciuto per la celebre scena, quando il boss ‘Salvatore Conte’, interpretato dall’attore Marco Palvetti, prima di ammazzarlo, lo invita ad abbracciarlo riferendogli le ormai famose parole “vienete a piglià ‘o perdono”. Gomorra, come tutti sanno, nasce dalla penna dello scrittore napoletano Roberto Saviano; prima il libro nel 2006, tradotto in 52 lingue con 10 milioni di copie vendute nel mondo, poi il film ed a seguire la serie tv, arrivata alla quinta e ultima stagione. I contenuti del romanzo, traslitterato in chiave cinematografica e in fiction poi, hanno sempre creato polemica e pareri discordanti. La Napoli raccontata in Gomorra è sicuramente una Napoli che esiste, ma da sempre la città ha cercato di non essere schiava dei soliti luoghi comuni, spaghetti, mandolino e camorra. Enfatizzare, fino a romanzare quella determinata dimensione per molti è stata vista come un atto di speculazione, un tradimento, insomma, un arricchirsi con il solito refrain, marciandoci sopra da ormai 16 anni. Allo stesso modo, i detrattori di Gomorra, potrebbero inciampare e cadere nello stereotipo che usano per difendere quella stessa città. La Napoli della cultura, dell’arte, del teatro, della musica, della filosofia, quanti nomi potremmo fare, quanti grandi artisti hanno raccontato, cantato, disegnato questa città, quanti intellettuali che l’hanno solo visitata, sono rimasti ammaliata da così tanta bellezza, dai profumi, dai panorami, dalle tradizioni, insomma, la tenzone è dicotomica e certamente non risolvibile in poche righe. Alla Napoli vessata dalla criminalità organizzata, ha sempre risposto un’altra Napoli, negli anni probabilmente si è atteso sempre un taumaturgo o forse più di uno, ma il fascino della città è proprio questo, a renderla perpetua quell’eterno partire o restare, quell’attesa del miracolo di San Gennaro puntando gli occhi sul Vesuvio, il Golfo che ti abbraccia immaginando nuovi porti, ed è per questo che preferiamo non “prenderci il Perdono”, ma con trepidazione attendiamo che passi presto “la nottata”.

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