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ACCADDE DOMANI – De Andrè, il nostro amico fragile

Alle due e mezza di notte dell’11 gennaio del 1999, presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, si spegne Fabrizio...

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Alle due e mezza di notte dell’11 gennaio del 1999, presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, si spegne Fabrizio de Andrè all’età di soli 59 anni. 
Il suo ultimo concerto è in Calabria, precisamente a Roccella Jonica, nell’agosto del 98, nonostante da qualche data del tour ormai il cantautore accusi dei preoccupanti malesseri.
In trentacinque anni di professione, De Andrè incide quattordici album e centinaia di brani.

Il poeta degli ultimi

Intraprende la carriera di cantautore – anziché divenire a sua detta, un probabile pessimo avvocato –  grazie allo slancio datogli dalla splendida esecuzione televisiva di Mina nel 68, nell’interpretazione del celebre brano La canzone di Marinella. Le parole del testo si ispirano ad un tragico fatto di cronaca del quale Fabrizio viene a conoscenza tramite i giornali locali, che narrano la storia di una prostituta di soli 16 anni, uccisa e gettata in un fiume. A lei De Andrè ha voluto reinventare la vita, col desiderio di addolcirle una morte tanto crudele. 
Criminali, alcolizzati, prostitute ladri, soldati, rom, matti, ma anche giudici, re e santi popolano i testi poetici delle sue canzoni, attraverso le quali ci regala un punto di vista profondamente umano e attento, con una sensibilità commuovente, sulla sofferenza vissuta da una moltitudine di vittime di questo mondo. Un desiderio irrefrenabile, il suo, di dare voce agli ultimi, agli esclusi, alle minoranze, alle diversità.

La sua ricerca

Fabrizio si fa esploratore delle terre di confine, conosce a fondo le persone che troviamo nelle sue canzoni, tramite un confronto diretto con la gente della sua amata Genova, nelle calate e nei vecchi moli della città vecchia, tra i caruggi, negli angoli di una città dimenticati dalla legge e da Dio.
Marginati ai confini della società, i personaggi che animano i suoi testi sono a suo avviso paradossalmente molto vicini al punto di vista di Dio, poiché non assoggettati ai circuiti e al fango del potere: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.

Anime salve

Nel 1997 ho la fortuna di assistere ad uno dei suoi concerti a teatro, tour Anime salve, nel Grandinetti di Lamezia Terme, in compagnia di mia madre. 
In quell’occasione Fabrizio De Andrè realizza il sogno di una spettacolare tournée alla quale prendono parte in un sodalizio musicale anche i suoi due figli: Cristiano con chitarra, violino, bouzouki e Ludi come vocalist. Il concerto si rivela un’esibizione magnifica, indimenticabile, che unisce nella stessa emozione generazioni differenti, sopra e sotto il palco scenico.

L’ultimo saluto

Le esequie di Faber si svolgono nella basilica di Santa Assunta in Carignano, gremite di una folla che invade commossa la sua Genova.
Genoano nell’anima, la sciarpa della sua squadra del cuore lo segue anche nell’ultimo viaggio.
«I suoi funerali devono essere di tutti», sottolinea Dori Ghezzi, perché Fabrizio appartiene ad ogni persona, senza distinzioni. 
Ben detto, Dori.

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