Dal 1° febbraio il Green Pass sarà obbligatorio per poter continuare a percepire il Reddito di cittadinanza.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, infatti, da tale data, chi percepisce il sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari, sarà obbligato a frequentare i Centri per l’impiego. Se così non fosse la pena sarebbe proprio quella della decadenza al diritto di ricevere l’assegno. Secondo l’ultimo Decreto-legge volto al contenimento del virus, tuttavia, per entrare nei Centri per l’impiego sarà necessario esibire il Green Pass. È evidente che per coloro che non sono vaccinati questa possibilità diventa difficile da realizzarsi, a meno che non venga eseguito un tampone, non sarà infatti richiesto per il momento il Super Green Pass (rilasciato solo a chi si è sottoposto alla somministrazione anti-Covid o a chi è guarito da virus).
Il mix tra la legge di Bilancio e il Decreto del 7 gennaio, dunque, oltre all’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50, inasprisce le regole sulla certificazione e tra le principali modifiche vi è appunto l’obbligo da parte dei beneficiari di partecipare ad attività e colloqui “da svolgersi rigorosamente in presenza”.
Il Reddito di Cittadinanza del 2022
Tra le misure entrate inserite nella legge di Bilancio 2022 da 36,5 miliardi di euro, che lo scorso 30 dicembre ha ottenuto il via libera definitivo della Camera, promulgata dal Capo dello Stato, e che entrerà in vigore dal primo gennaio 2022, troviamo anche il restyling della precedente misura ad opera del governo dell’ex premier Giuseppe Conte (Conte uno – Dl 4/2019) il cui scopo è quello di contrastare la povertà. Come si legge su Il Sole 24 Ore, si andrebbe verso una linea più rigida, tentando dunque di frenare i casi in cui ci siano persone che percepiscano ingiustamente il sussidio, senza averne un chiaro diritto.
Si parte quindi da regole più chiare in tema di rifiuto di un’offerta di lavoro congrua, che vedrebbe una diminuzione mensile di ben 5 euro per ciascun mese a partire dal mese successivo a quello in cui si è rifiutata l’offerta. Per quanto riguarda il secondo rifiuto, invece, si passa direttamente alla revoca, a differenza delle regole precedenti in cui questo succedeva al terzo rifiuto. Inoltre, secondo quanto si legge in Gazzetta Ufficiale, viene ridotta, per la congruità della prima offerta, da 100 a 80 km la distanza massima dalla residenza del beneficiario, comunque raggiungibile entro 100 minuti. Mentre la seconda può essere collocata ovunque in Italia.
Viene attuata inoltre la procedura di raccordo tra Inps, Comuni e Anagrafe nazionale della popolazione residente, che, come riporta Il Sole 24 Ore, consente di incrociare “i dati a disposizione di ciascun ente nella fase di verifica delle domande per l’accesso al beneficio”.
Il rifinanziamento del reddito di cittadinanza
Infine, un ultimo cambiamento del Reddito di cittadinanza riguarda proprio il budget: si conta un miliardo di finanziamenti aggiuntivi per una cifra complessiva nel 2022 che si attesta a poco meno di 8,8 miliardi. Come è possibile leggere in Gazzetta Ufficiale, è previsto un rifinanziamento su più anni di questa misura di sostegno al reddito: 1.065,3 milioni di euro per l’anno 2022, 1.064,9 milioni di euro per l’anno 2023, 1.064,4 milioni di euro per l’anno 2024, 1.063,5 milioni di euro annui per l’anno 2025, 1.062,8 milioni di euro per l’anno 2026, 1.062,3 milioni di euro per l’anno 2027, 1.061,5 milioni di euro per l’anno 2028, 1.061,7 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029.
Nonostante l’obbligatorietà del certificato verde, il governo starebbe lavorando a un nuovo decreto che oltre a prevedere delle eccezioni all’obbligo di esibirlo, potrebbe prevedere l’estensione del Green pass base a una serie di luoghi dal primo febbraio, in particolare per l’accesso ad alcuni servizi e attività commerciali.
Ad oggi, nel testo dell’ultimo decreto legge è specificato che, dalla lista di “pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, attività commerciali“, per cui servirà necessariamente la certificazione verde dal primo febbraio, saranno esclusi “quelli necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona, individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta del Ministro della salute, d’intesa con i Ministri dell’economia e delle finanze, della giustizia, dello sviluppo economico e della pubblica amministrazione, entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione“.