La più grande protesta di un solo giorno negli U.S.A.
La Marcia delle donne è stata un’enorme manifestazione che si è tenuta il 21 gennaio 2017 a Washington e parallelamente in moltissime altre città degli Stati Uniti e del mondo, per rivendicare i diritti delle donne, delle persone lgbtq+ e l’accoglienza verso i migranti. Il corteo fu organizzato subito dopo la cerimonia di inaugurazione del presidente Donald Trump, con l’obiettivo di sostenere messaggi costruttivi, in contrasto con le idee ribadite dal nuovo presidente in campagna elettorale. Secondo il New York Times, i partecipanti a Washington DC furono 500mila, oltre ad alcuni milioni di persone nei cortei delle altre città, per un totale di circa l’1,6 per cento dell’intera popolazione statunitense. A Londra aderirono all’iniziativa 100mila persone e in Italia, tra Roma e Milano, furono più di un centinaio. Diverse dichiarazioni di Trump erano state reputate maschiliste o offensive, così la Marcia delle donne ha rappresentato la più grande protesta di un solo giorno nella storia degli Stati Uniti. Oltre alla difesa dei diritti di donne, persone lgbtq+ e migranti, furono affrontate altre rilevanti tematiche, quali la riforma sanitaria, la giustizia per i disabili, i diritti riproduttivi, l’ambiente, i diritti dei lavoratori. La Marcia del 21 gennaio fu trasmessa in diretta su diversi social, YouTube, Facebook e Twitter e in seguito le organizzatrici hanno pubblicato la campagna “dieci azioni per i primi cento giorni” in modo da mantenere vivo lo slancio attivista di massa che si era generato.
Come è nato l’evento
Subito dopo l’elezione di Donald Trump, avvenuta nel novembre 2016, Teresa Shook, un’avvocatessa residente alle Hawaii, passata alla storia come la fondatrice della Marcia, creò un evento su Facebook invitando amiche e amici a recarsi a Washington per protestare contro il sessismo del governo Trump. Furono create pagine simili anche da altre persone e rapidamente migliaia di donne firmarono, per aderire all’organizzazione. Si cercò di far partecipare persone di tutte le nazionalità e si creò on-line una progettazione capillare della logistica, mentre alla direzione artistica ci fu la regista Paola Mendoza. Il movimento è stato definito spesso dalla stampa come “anti-Trump”, ma le promotrici hanno ribadito più volte che non si è trattato di prendere di mira il presidente nello specifico, quanto piuttosto di essere attive in generale, riguardo ai diritti umani.
Il nome della marcia
Originariamente il nome avrebbe dovuto essere “Million Women March”, riprendendo quello di un’altra famosa marcia, organizzata nel 1997 a Philadelphia, alla quale parteciparono centinaia di migliaia di donne afroamericane. Sicuramente l’ispirazione principale è stata la famosa marcia su Washington, in cui Martin Luther King pronunciò il suo discorso “I have a dream”.
L’inno della marcia
Durante l’organizzazione, gli obiettivi condivisi si sono intrecciati con la storia individuale di abusi subiti da MILCK, nome d’arte di Connie Lim, cantante e produttrice di Los Angeles. Con la sua canzone Quiet scritta insieme ad Adrianne “AG” Gonzalez nel 2015, racconta esperienze autobiografiche di violenza domestica, depressione e anoressia. Come MILCK ha raccontato a Billboard (visto l’8.1.2022), la canzone ha rappresentato per lei una sorta di catarsi, poiché non era mai riuscita a trovare un modo per raccontare quelle vicende, finché un giorno aveva avuto un incubo, in cui un aggressore le intimava di stare zitta. Quell’immagine angosciante, condivisa con Adrianne, le ispirò il tema musicale del ritornello, “I can’t keep quiet – Io non posso continuare a stare zitta”. In occasione dell’organizzazione della Marcia delle donne, MILCK aveva pensato di portare in piazza quel brano per lei così significativo. Contattò dunque 26 cantanti di vari cori degli Stati Uniti per unirle nel coro #ICANTKEEPQUIET ed eseguire una versione a cappella della sua canzone durante la Marcia, una sorta di flash-mob. Il video dell’esibizione si è diffuso in maniera virale sul web, è stato visto da 12 milioni di utenti solo su Facebook. Il piccolo gruppo di professioniste ha cantato insieme alle circa 500mila donne scese nelle strade, che hanno intonato il coro “I can’t keep quiet, a one woman riot – Io non posso continuare a stare zitta, una rivolta di una donna sola”. Così MILCK è diventata l’autrice dell’inno della Women’s March, in seguito pubblicizzato su Twitter con l’hashtag #ICANTKEEPQUIET, per permettere alle persone di condividere le loro storie, accedere gratuitamente agli spartiti della versione corale e poterla cantare ovunque #ICANTKEEPQUIET. MILCK ha dichiarato a Newsbeat: “Con il clima politico che c’è ora nel mondo, penso che la gente trarrà davvero beneficio dalla pratica di trasformare il dolore in qualcosa di bello”.
Qui al link si può ascoltare la versione a cappella cantata in piazza il 21 gennaio 2017:
MILCK – Quiet
Put on your face
Know your place
Shut up and smile
Don’t spread your legs
I could do that
But no one knows me no one ever will
If I don’t say something,
if I just lie still
Would I be that monster,
scare them all away
If I let them hear
what I have to say
I can’t keep quiet,
no oh oh oh oh oh oh
I can’t keep quiet,
no oh oh oh oh oh oh
A one woman riot,
oh oh oh oh oh oh oh
I can’t keep quiet
For anyone
Anymore
‘Cause no one knows me
no one ever will If
I don’t say something,
take that dry blue pill
They may see that monster,
they may run away
But I have to do this
I can’t keep quiet,
no oh oh oh oh oh oh
I can’t keep quiet,
no oh oh oh oh oh oh
A one woman riot,
oh oh oh oh oh oh oh Oh
I can’t keep quiet
*Let it out Let it out now*
*Let it out now*
There’ll be someone who understands
*Let it out Let it out now*
*Let it out now*
Must be someone who’ll understand
*Let it out Let it out now*
*Let it out now*
There’ll be someone who understands
*Let it out Let it out now*
*Let it out now*
I can’t keep quiet,
no oh oh oh oh oh oh
*Let it out Let it out now*
*Let it out now*
I can’t keep quiet,
no oh oh oh oh oh oh
*Let it out Let it out now*
*Let it out now*
I can’t keep quiet
No, I won’t keep quiet
Traduzione
Indossa il tuo volto
Conosci il tuo posto
Stai zitta e sorridi
Non allargare le gambe
Potrei farlo
Ma nessuno mi conosce,
nessuno lo farà mai
Se non dico qualcosa,
se resto ferma
Sarei io il mostro
che li spaventa tutti
fino a farli scappare
Se li lasciassi sentire
ciò che ho da dire
Non posso stare zitta,
no oh oh oh oh oh oh
Non posso stare zitta,
no oh oh oh oh oh oh
Una rivolta di una donna,
oh oh oh oh oh oh oh oh
Non posso continuare a stare zitta
Per nessuno e mai più
Perché nessuno mi conosce,
nessuno lo farà mai
Se non dico qualcosa,
prendi quella pillola blu
Potrebbero vedere quel mostro,
potrebbero scappare
Ma devo farlo
Non posso stare zitta,
no oh oh oh oh oh oh
Non posso stare zitta,
no oh oh oh oh oh oh
Una rivolta di una donna,
oh oh oh oh oh oh oh oh
Oh, non posso stare zitta
* Fallo uscire, fallo uscire ora *
* Lascialo uscire ora *
Ci sarà qualcuno che capisce
* Fallo uscire, fallo uscire ora *
* Lascialo uscire ora *
Deve essere qualcuno che capirà
* Fallo uscire, fallo uscire ora *
* Lascialo uscire ora *
Ci sarà qualcuno che capisce
* Let it out Let it out now *
* Lascialo uscire ora *
Non posso più stare zitta