Il Bonus Psicologo è stato bocciato dalla legge di bilancio 2022: quanto vale la salute mentale?

La legge di Bilancio 2022 da 36,5 miliardi, consultabile in Gazzetta Ufficiale ed entrata in vigore il primo gennaio ha previsto fondi per il sostegno psicologico degli studenti, ma ha lasciato fuori il bonus “salute mentale”.

La bocciatura dell’emendamento che avrebbe coperto il cosiddetto “bonus psicologo”, un fondo da 50 milioni di euro per sostenere le spese delle persone che decidono di rivolgersi a uno psicologo, uno psicanalista, uno psichiatra, uno psicoterapeuta, ha creato non poco scompiglio e nel giro di pochissimo tempo sui social media sono dilagati i commenti di dissenso in merito alla decisione.

Il sostegno in questione, sarebbe stato destinato anche al paziente che senza una diagnosi di un disturbo mentale, a causa dell’impatto che la pandemia ha avuto sulla sua vita, avesse bisogno di assistenza psicologica o necessitasse di un aiuto. I problemi derivanti dalle condizioni della pandemia, infatti, sarebbero numerosi, dalla depressione al senso di solitudine, ansia o la paura di ammalarsi e la conseguente crescente ipocondria.

Il blocco al bonus si sarebbe verificato proprio nel passaggio decisivo del testo in Senato, che non sarebbe passato per mancanza di copertura di un emendamento bipartisan (M5s, Iv, Pd, LeU, Lega e Fdi). Quest’ultimo, se al contrario fosse stato approvato, avrebbe messo in campo un “bonus avviamento” per dare un primo contributo a tutti coloro “che pur senza diagnosi di disturbo mentale hanno bisogno di avviare un percorso terapeutico e un “bonus sostegno” fino a 1.600 euro l’anno in base all’Isee”, questo quanto si legge su Il Sole 24 Ore.

 

Pandemia e salute mentale

Secondo i risultati di uno studio realizzato dal Dipartimento di Scienze Biomediche di Humanitas University guidata dal Prof. Giampaolo Perna e coordinata dalla Dott.ssa Daniela Caldirola, la pandemia di Covid-19 ha impattato in maniera significativa sulla sfera psicologica ed emozionale degli individui. “L’elaborazione dei nuovi dati è stata orientata a valutare l’insorgenza di sintomi psichiatrici clinicamente significativi e l’individuazione dei fattori che possono avere contribuito a tale insorgenza, in tutti coloro che avevano riportato di non aver mai avuto una diagnosi di disturbo psichiatrico nel corso della vita”, spiega il Professor Perna in un articolo presente sul sito di Humanitas University.

Lo studio, come si legge, ha anche lo scopo di valutare in che misura la pandemia abbia modificato lo stile di vita e le relazioni personali dei soggetti coinvolti.

Lo studio di ricerca Humanitas e i dati riportati

I soggetti facenti parte del campione preso in considerazione sono 3532, di cui il 57.6% ha completato l’intero questionario. “Le nostre analisi hanno mostrato che, tra coloro che avevano dichiarato di non aver mai avuto nella vita una diagnosi di disturbo psichiatrico, l’8% dei partecipanti nella prima fase e un ulteriore 8% dei partecipanti nella seconda fase, ha riportato una sintomatologia depressiva clinicamente significativa insorta durante la pandemia”, si legge nello studio consultabile sul sito ufficiale dell’Humanitas University.

Anche l’ansia ha preso il suo spazio a causa della pandemia, infatti “Sintomi ansiosi che potrebbero essere indicativi dell’insorgenza di un disturbo d’ansia sono stati trovati in circa l’11% dei partecipanti sia nella prima sia nella seconda fase – si legge nello studio, oltre al quale anche – Sintomi di un possibile disturbo di panico sono emersi nell’ 1.2% e 3% dei partecipanti nella prima e seconda fase”.

Disturbo psichiatrico, depressione e ansia non sono gli unici sintomi, a questi infatti si uniscono i dati da “disturbo post-traumatico da stress – che hanno dimostrato come – il 2% dei partecipanti nella prima fase e nel 3.4% nella seconda ne siano affetti”. Infine, quel che emerge è un altro dato significativo, infatti: “il 6.2% dei partecipanti nella prima fase e il 3.8% nella seconda ha riportato sintomi significativi di tipo ossessivo-compulsivo disturbanti e interferenti con la qualità di vita”. Quel che emerge, a conclusione dello studio, è che un numero considerevole di italiani ha sviluppato sintomi psichiatrici di interesse clinico durante la pandemia.

La reazione al blocco del bonus

Sono diverse le reazioni al blocco dell’emendamento. Dopo le risposte delle regioni, tra le quali il Lazio che ha annunciato lo stanziamento di 2,5 milioni di euro per un fondo dedicato alla salute mentale e la prevenzione del disagio psicologico dei più fragili e dei giovani, c’è anche il commento di Mauro Orso. Il consigliere al Comune di Palazzo Marino e presidente della commissione Sviluppo economico del Comune di Milano, come riporta l’Agenzia Adnkronos, si è espresso disapprovando “la poca sensibilità del governo nei confronti di un tema che è diventato un’urgenza a causa dell’emergenza pandemica – sostenendo saldamente – la necessità assoluta di mettere gli italiani nella condizione di poter accedere ai sostegni necessari a elaborare e superare i traumi e le incertezze causate dalla pandemia”.

Mauro Orso, come riporta l’Agenzia, avrebbe individuato una soluzione fiscale per poter usufruire di incentivi statali “necessari a pagare un supporto psicologico”, invitando le imprese italiane a utilizzare la fiscalità agevolata del welfare aziendale “per acquistare voucher da poter utilizzare sulle piattaforme che offrono questo tipo di servizio”. “Se non ci aiuta chi legifera, prendiamoci gli aiuti che ci servono perché gli strumenti ci sono”, conclude Orso.

Un Bonus per tutto ma non per la salute mentale

C’è stato il tanto discusso bonus monopattini, varato dal governo Conte insieme al bonus vacanze e per gli occhiali da vista. Poi è arrivato anche il bonus terme e il bonus zanzariere. Inoltre, nell’ultima Legge di Bilancio, nonostante la riluttanza del premier Draghi, il Movimento 5 Stelle è riuscito a ottenere il Superbonus 110% per le ristrutturazioni delle villette, senza alcun vincolo Isee. Insomma, una pioggia di benefici per tutti che, tuttavia, trascura uno dei problemi più urgenti ed evidenti di tutti: la salute mentale.

Un aiuto che solo i più giovani e pochi altri potranno ricevere al momento, infatti, la manovra proroga fino al 31 dicembre 2022 le misure previste dal dl 73/2021 (articolo 33) per la tutela dagli effetti della pandemia del benessere e della tutela psicologica di bambini e adolescenti. E ancora, fino alla fine del 2022 è prorogato anche il conferimento di incarichi di lavoro autonomo a psicologi, regolarmente iscritti al relativo albo professionale, per la spesa complessiva di 19 milioni e 932mila euro. Infine, viene rinnovato lo stanziamento di 10 milioni del Fondo, presso il Ministro della salute, per la promozione del benessere e della persona, che tenta di facilitare l’accesso ai servizi psicologici per quella fascia di popolazione più debole. La priorità andrà ai pazienti oncologici, e come detto, a bambini e adolescenti in età scolare.

Insomma, pochi passi avanti e uno sguardo al futuro. “È nostro dovere dare una risposta immediata ad una sofferenza reale che sta emergendo nel Paese — afferma Filippo Sensi, deputato del Pd, su Il Corriere della Sera — Che sia attraverso l’utilizzo di un bonus che vada direttamente alle famiglie o con nuove assunzioni di psicologi, quello che volete, ma facciamolo perché questa emergenza non è un lusso, non è un “di più”, è una priorità”.

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