Da quando è scoppiata la pandemia da Covid19 il mondo ha fatto vistosi passi indietro in tema di libertà individuali, per la situazione di perenne emergenza sanitaria, costellata ovviamente da un ampio panorama di umana bassezza. Una delle poche cose chiare è che l’età media delle vittime è pari a 82 anni, confermata anche nella “quarta ondata” che sta investendo il mondo adesso in balia di un mix tra la contagiosissima variante “Omicron” e la più letale variante “Delta”.
Un’altra cosa sufficientemente chiara è che le teorie negazioniste del virus non sono suffragate da basi scientifica e nemmeno dal buon senso, per cui vanno seccamente confutate anche se sono state alimentate da uno stupido negazionismo da una parte della comunità scientifica sulla reale origine del virus che ha fatto sorgere perplessità anche in molti osservatori intellettualmente onesti.
Fortunatamente la stampa internazionale ha mostrato al mondo cosa accadeva nel laboratorio di Wuhan, in particolare le poco trasparenti sperimentazioni sul coronavirus – per renderlo più aggressivo? – e che hanno reso impreparata la risposta sanitaria mondiale. Anche la mancanza di trasparenza da parte del governo cinese proprio sull’origine del virus ha contributo ad alimentare perplessità e sospetti.
La comunità internazionale preferisce perseguire uno sparuto gruppo di “no vax” piuttosto che indagare sull’origine del Covid19 perché la Cina è troppo forte sia economicamente che politicamente per cui è meglio mostrare i muscoli in altra direzione. Proprio con riferimento alle posizioni “no vax”, il vaccino si sta rivelando un’arma di contrasto molto utile contro il Covid e ciò è indirettamente confermato anche dal fatto che in Africa sono state effettuate poche vaccinazioni, forse perché i paesi ricchi preferiscono tenerselo in casa in quanto efficace altrimenti lo avrebbero “scaricato” in altra direzione per testare l’eventuale pericolosità sulla pelle dei paesi poveri.
Le posizioni “no vax” meritano comunque rispetto visto che molti dubbiosi si sono vaccinati esclusivamente per non perdere il posto di lavoro e c’è anche gente che fa “propaganda” al vaccino per non essere “licenziato”. In ogni caso, va rilevato che nell’ambito del conflitto generazionale – non ad armi pari – che si sta combattendo in tutto il mondo sotto le mentite spoglie della lotta al Covid19, la martellante propaganda “pro vaccino” è saldamente nella mani degli anziani i quali rappresentano buona parte del potere mediatico, finanziario, economico e politico sia in Italia che in Europa e nel resto del mondo.
Rebus sic stantibus, qualcuno ha deciso che il mondo deve continuare a fermarsi in ogni suo angolo remoto finché l’ultimo malato di Covid19 sarà negativizzato anche a costo di vaccinare tutta la popolazione mondiale inclusi gli under 12 perché ormai questa strada ha già ottenuto l’ok dalle principali agenzie del farmaco, sia nazionali che internazionali. Tuttavia, il Covid19 non attacca gli under 12, per cui la loro vaccinazione si giustifica solo nell’ottica di salvaguardare la vita delle persone anziane, evitando che i ragazzi facciano da vettore.
A questo punto è legittimo provocatoriamente interrogarsi su cosa potrebbe accadere se il mondo scoprisse di colpo che il Covid19 uccide unicamente gli under 12 e non in prevalenza gli over 80, saremmo curiosi di verificare se l’attuale andatura di marcia subirebbe una brusca frenata oppure continuerebbe ad essere la medesima, cioè, imprevedibile, irrazionale e a tratti folle proprio perché è direttamente gestita da chi teme per la propria vita.
L’obbligo di negativizzare gli asintomatici mediante quarantena con tampone negativo prima di permettere l’uscita dall’isolamento assomiglia sempre di più ad un maldestro tentativo di arginare l’oceano con le mani e disvela i metodi fortemente illiberali che ormai caratterizza il potere sanitario mondiale. In effetti, la pandemia è reale, ha cagionato un’infinità di morti e il virus è altamente infettivo.
Tuttavia, la reazione dei governanti risente inevitabilmente del fatto che oggi il potere decisionale è saldamente nelle mani degli anziani che reggono le sorti del mondo molto di più di quanto sono in grado di fare i giovani. Ma, dopo due anni di pandemia, tre dosi di vaccino, il green pass e il super green pass, è del tutto inspiegabile come mai non sia stato ancora applicato un semplice lockdown nei confronti delle classi anagrafiche a rischio, così come è altrettanto inspiegabile che non sia stata applicata la vaccinazione obbligatoria nei confronti dei più fragili, mentre si è scelto di vaccinare indistintamente tutta la popolazione mondiale, invertendo la centralità del problema.
In questo quadro, la necessità di obbligare alla negativitizzazione gli asintomatici – soprattutto quando sono giovani ma vengono trattati mediaticamente da malati, quando malati non lo sono affatto – poteva avere giustificazione a inizio pandemia quando il virus era sconosciuto. Adesso invece è abbastanza chiaro che un senza sintomi non può costituire un problema per sé, ma solo per i fragili da cui dovrebbe tenersi alla larga per evitare di estendere il contagio.
E anziché concentrarsi sull’isolamento dei fragili, che sono numericamente il 5% della popolazione mondiale secondo Eurostat, qualcuno ha scelto la via tortuosa di vaccinare o tamponare il 100/100 della popolazione mondiale col ricatto di tornare ad una vita normale. In realtà, è proprio questo ormai irrazionale obbligo di isolamento degli asintomatici che impedisce al mondo di tornare alla normalità, perché il problema è stato impostato in modo capovolto, mentre forse bisognerebbe fare uno step in avanti e provare a “convivere” con un virus ormai noto. Magari raccomando ai positivi di essere particolarmente prudenti perché altamente contagiosi, ma per loro ormai basta una mascherina e non 10 giorni di quarantena.
In effetti, è irragionevole trattare da “malato” qualcuno che in realtà scoppia di salute ed obbligarlo a negativizzarsi, anche perché la mortalità è prossima allo zero al di sotto di una certa fascia di età. Gli asintomatici possono costituire un problema per i fragili che andrebbero messi sotto protezione, ma curiosamente nessuno si adopera per isolare le classi anagrafiche a rischio, forse perché tra loro ci sono troppi potenti che non hanno alcuna voglia di starsene a casa poiché i primi che non andrebbero più a lavoro sono i leader di quasi tutti gli stati del mondo. A partire dal presidente degli Stati Uniti, l’ottantenne Joe Biden, nonché gli uomini più ricchi e influenti del pianeta, dotati di forza economica, finanziaria e, soprattutto, mediatica, in grado di condizionare seriamente governi e autorità internazionali con decisioni irrazionali, proprio perché dettate dalla paura.
In effetti, proprio come sta accadendo per i virologi che si sono “approfittati” del virus per imperversare in TV e diventare famosi come le rockstar, ci sono potentati economici che confidano nella situazione di incertezza e nel suo trascinarsi a lungo. Dopotutto stanno facendo lucrosi affari e per questo vengono assunte decisioni spesso irrazionali e non diversamente spiegabili. Nulla di nuovo perché “Dai potenti provengono gli uomini più malvagi”, ha scritto in proposito, già nel 386 ac, l’immenso Platone nel suo celebre dialogo “Gorgia”, in cui, come sempre, il grande filosofo greco lascia parlare il suo grandissimo maestro Socrate.
di Ferdinando Esposito