NEWS > 25 Gennaio
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La palude sotto al colle del Quirinale. O tutto o niente.

Si riparte al Quirinale. Dopo la prima prevedibile giornata di stallo sull’elezione del Presidente della Repubblica, i grandi elettori tornano...

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Si riparte al Quirinale. Dopo la prima prevedibile giornata di stallo sull’elezione del Presidente della Repubblica, i grandi elettori tornano in aula per il secondo scrutinio. Tuttavia, come sanno bene la gran parte degli osservatori, la fumata bianca non è prevista neanche per oggi. I principali leader politici stanno ancora valutando lo scenario meno doloroso per il fragile equilibrio tra i partiti e all’ interno delle coalizioni. La giornata di ieri è stata caratterizzata infatti, più che dallo scrutinio in sé, dagli incontri riservati tra il Presidente del Consiglio e i segretari dei partiti che vorrebbero scongiurare anche l’ipotesi di sue dimissioni in caso non dovesse salire al colle.

 

Cos’è la destra?

Il centrodestra, che ha la maggioranza relativa tra deputati e grandi elettori regionali, è diviso dalla prospettiva elettorale che potrebbe scaturire dall’elezione del Presidente. Per Fratelli d’Italia sarebbe auspicabile andare ad elezioni anticipate per riscuotere il consenso dei sondaggi e impostare nuovi equilibri parlamentari. In quest’ottica, l’elezione di Draghi al Quirinale non sarebbe un ostacolo. Anche per Lega e Forza Italia la prospettiva non sarebbe poi disastrosa, ma entrambi, e per ragioni diverse, non hanno nessuna voglia di andare alle urne col rischio di dover cedere al partito della Meloni la leadership della coalizione. Infatti, ognuno col suo stile, hanno fatto sapere chiaramente che vogliono che Draghi resti a capo dell’esecutivo fino alla fine della legislatura. Draghi dal canto suo fa sapere che resterebbe solo con un Capo dello Stato eletto da un’ampia maggioranza come quella del suo governo. Condizione difficile che ha costretto Salvini a correre a destra e a sinistra per trovare un nome condiviso. Che non sia Mattarella.

 

Cos’è la sinistra?

E invece proprio Mattarella sembra essere il candidato perfetto per la strategia dell’immobilismo del PD, ovvero: fare in modo che tutto resti com’è affinché nulla rischi di peggiorare. E visto che quest’ipotesi è esclusa tanto dall’attuale Presidente della Repubblica quanto da Salvini, in area centrosinistra si arriva a proporre Elisabetta Belloni, salvo poi accorgersi che forse non sta bene mettere la Direttrice del Dis (il Dipartimento Informazioni per la Sicurezza) a capo della Repubblica. Il Movimento 5 Stelle, LEU e Italia Viva sembrano gradire la proposta. Anche loro del resto hanno bisogno di una soluzione che non metta a rischio la legislatura e nei colloqui riservati di ieri tra Draghi e i leader dei partiti non si può escludere che, oltre al nome del candidato alla Presidenza della Repubblica, non si stia già discutendo un patto di legislatura qualora Draghi dovesse salire al Colle.

 

E dopo?

E mentre Mattarella mostra all’Italia il suo trasloco e anche la stampa europea si divide tra chi vorrebbe Draghi a palazzo Chigi e chi lo vedrebbe meglio al Quirinale lui, consapevole che conclusa l’elezione del Presidente della Repubblica il clima da campagna elettorale che si verrà a creare potrebbe logorare il suo governo, vuole il colle più alto, per i prossimi sette anni. Lasciando a questo parlamento impantanato il compito non solo di gestire i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma di gestire la pandemia, fare una la legge elettorale – e perché no, anche i famosi correttivi costituzionali e le riforme dei regolamenti che per il PD erano già urgenti dopo il taglio dei parlamentari – e la riforma del CSM. Entro un anno. Oppure niente. Buon lavoro.

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