Tre decessi portano alla luce le carenze nelle politiche migratorie

 Cosa provoca l’emarginazione

Tre decessi portano alla luce le carenze nelle politiche migratorie Cosa provoca l’emarginazione L’8 gennaio a Brindisi è deceduto Tupac, di 45 anni, bracciante agricolo ghanese, morto nel sonno in una casa diroccata in cui viveva, su una strada provinciale di campagna. Due giorni dopo, in un altro casolare degradato in un quartiere periferico di Brindisi, muore Saidou Toure, di 34 anni, originario della Guinea, per un malore sul posto di lavoro. Aveva una moglie e cinque figli al suo Paese ed è stato trovato da un amico che lo cercava per riavere indietro una bici data in prestito, per recarsi in campagna a lavorare. Dopo tre giorni, un altro decesso, un ragazzo del Marocco, Inoly Kusey si è tolto la vita in carcere a 24 anni. Era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, poiché era stato fermato, in quanto sprovvisto di biglietto del treno. Queste morti ravvicinate hanno qualcosa in comune.

Reazioni

Immediata la reazione della Comunità africana brindisina, di ANPI, dei Cobas, dell’associazione Smiling Coast of Africa, nel denunciare le condizioni abitative e lavorative di queste persone. L’emarginazione in cui vivono è alla base di queste tragedie, come quella di Camara Fantamadi, morto quest’estate al ritorno dal lavoro nei campi, sotto il sole cocente del sud Italia. Per lui non è ancora stata fatta giustizia e Drissa Kone, presidente della Comunità africana di Brindisi lamenta che non si siano attivate le regolari misure investigative, come le autopsie, per comprendere le cause di questi decessi improvvisi. Ciò denota l’assenza di assistenza sanitaria per queste persone, vittime di sfruttamento ed incuria da parte delle istituzioni, anche una volta decedute. Viene dunque lanciato un appello al presidente della Regione, Michele Emiliano, perché intervenga energicamente sulle politiche migratorie e sulle condizioni dei braccianti immigrati. Anche la Flai Cgil si esprime su questa situazione inaccettabile e chissà se si costituirà parte civile, per difendere i diritti di questi lavoratori. Come afferma il segretario della Flai, Cosimo La Porta su Repubblica di Bari: “Mostruoso è il fatto che una persona che si sente male al lavoro, non riceva soccorsi e venga ritrovata due giorni dopo in un casolare, senza vita. È un fatto di una disumanità e di una gravità inaccettabile”.

Manifestazione cittadina

La sepoltura di Tupac e di Toure Saidou, senza un’autopsia, è un atto ingiustificato, soprattutto in questa fase pandemica e denota la noncuranza con cui vengono affrontate le questioni migratorie, che con questi tre decessi sono balzate alla luce violentemente: la condizione lavorativa, abitativa e delle carceri. Per questo motivo è stata organizzata una manifestazione pubblica, per sabato 22 gennaio. Come scritto nel comunicato dei COBAS: “Queste morti ci devono far capire […] che è il sistema in cui viviamo il problema. La manifestazione deve partire dal fatto che “siamo tutti cittadini brindisini” per costruire pagine nuove di una storia in cui nessuno deve restare indietro. La manifestazione è davanti alla stazione ferroviaria di Brindisi e non è casuale la scelta di questo luogo. E’ il luogo simbolo nel quale spesso i brindisini “benpensanti” si lamentano per la presenza di extracomunitari. Ci siamo mai domandati se abbiamo mai costruito luoghi di inclusione che permettano di poter far frequentare a questi cittadini brindisini luoghi diversi dalla stazione?

 

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