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Licata, uccide la famiglia e si suicida: 4 persone vittime dell’ennesima violenza domestica

A Licata, nell’agrigentino, nella notte uccide quattro persone con una pistola. Tra le vittime anche un bambino di undici anni...

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A Licata, nell’agrigentino, nella notte uccide quattro persone con una pistola. Tra le vittime anche un bambino di undici anni e una ragazza di quindici. Si suppone sia stato lo zio Angelo Tardino.

Secondo l’agenzia Adnkronos, l’uomo avrebbe ucciso il fratello, la cognata e i suoi nipoti per una lite domestica per un’eredità contesa. A dare l’allarme è stata la moglie dell’uomo che ha allertato i carabinieri. Inizialmente, l’assassino sembra avesse intenzione di costituirsi, ma poi pare che abbia deciso di suicidarsi sparandosi con la stessa arma con cui avrebbe ucciso la propria famiglia. L’uomo non è morto sul colpo, i sanitari hanno parlato di “morte cerebrale”, è stato quindi trasferito all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta in cui è morto qualche ora dopo.

I segnali c’erano stati

Non era la prima volta che i due fratelli litigavano, già in passato i carabinieri erano stati chiamati per sedare liti tra i due.

Secondo il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, coordinatore delle indagini insieme al sostituto Paola Vetro, il movente per questo atto si potrebbe trovare in questioni personali e patrimoniali; una lite per soldi finita in tragedia, si potrebbe dire.

L’ennesima lite domestica questa in cui a perdere la vita sono persone innocenti. Non solo il Fratello Diego con cui aveva litigato, ma anche la moglie e addirittura i due figli della coppia, entrambi minorenni.

Non è passato molto dalla morte del piccolo di sette anni, probabilmente ucciso dal padre e lasciato in un armadio e del successivo tentativo da parte sua di uccidere l’ex moglie a coltellate, un altro terribile esempio di violenza domestica portata all’estremo, portata alla tragedia.

Gli omicidi in ambito familiare/affettivo in Italia

Secondo i dati del ministero dell’interno, dal 1° gennaio 2021 al 9 maggio dello stesso anno, in Italia si sono commessi 55 omicidi in ambito familiare/affettivo, un aumento del 15% rispetto ai 48 dell’anno precedente.

Sempre secondo i dati del ministero aggiornati al 23 gennaio 2022, quest’anno si sono già verificati 7 omicidi in ambito familiare/affettivo in Italia, 4 vittime sono donne uccise per mano del partner o ex partner. Una cifra vertiginosa se si calcola che si rifà a un periodo di tempo di poco più di 3 settimane.

Per quanto il periodo in esame sia troppo breve, è però giusto fare notare come ci sia un lieve decremento rispetto allo stesso periodo nell’anno 2021: il 23 gennaio erano stati commessi 9 omicidi in ambito familiare/affettivo, di cui 2 erano donne uccise dai rispettivi partner o ex partner.

L’Italia dovrebbe essere un paese sicuro

L’Italia può essere considerata un paese sicuro per quanto riguarda il rischio di incorrere in omicidio volontario. Dai 1.197 omicidi avvenuti nel 1991 siamo passati a 315 nel 2019 secondo i dati Istat di cui 111 donne sono state donne.

Un dato incoraggiante da un lato, dall’altro è desolante come dalla stessa analisi, l’Istati riporti un aumento di omicidi in ambito familiare/affettivo, passati da 135 nel 2002 a 150 nel 2019 di cui 93 sono state donne.

Il 98,3% dei condannati per omicidi legati a contesti violenti in ambito relazionale sono uomini, un dato terrificante quasi quanto l’aumento di casi di omicidio in famiglia.

L’ennesima prova del perché bocciare il DDL Zan sia stata una pessima idea

Come è ormai noto, il 27 ottobre 2021 il disegno di legge creato e proposto dal deputato del PD Alessandro Zan, conosciuto ai più come DDL Zan, è stato bocciato.

Il DDL prevedeva l’inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni per omosessuali, transessuali, disabili e donne.

L’occhio è stato messo principalmente sui benefici che avrebbe portato alla comunità LGBTQ+ l’approvazione di questo DDL, ma era anche chiaro che a trarne beneficio in prima persona sarebbero state le donne, tutte coloro che vengono perseguitate, che subiscono violenza domestica al di là del più definitivo e brutale omicidio.

La legge è rimasta bloccata per ostruzionismo per mesi per poi venire bocciata.

Cosa dice questo dell’Italia? Siamo uno stato patriarcale, bloccato in un maschilismo tossico e in un femminismo ridicolizzato, uno stato con il prosciutto sugli occhi che preferisce negare e lasciare abbandonate a loro stesse le categorie più deboli, in favore di cosa? Forse in favore di uno stato arretrato e ancorato a tradizioni che sarebbe ora di scardinare?

Non è chiaro, l’unica cosa chiara è che la tendenza di violenza e morte non si è fermata, non è diminuita e che continuare a tenere gli occhi chiusi non porterà certo dei cambiamenti.

 

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