Nel 2020 165.000 italiani hanno spostato la residenza fuori dal bel paese.
Expat in notevole aumento nell’ultimo decennio. A certificare il fenomeno è l’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, che nell’ultimo rapporto, riferito al 2020, ha fornito una fotografia dettagliata del fenomeno degli espatri degli abitanti del bel paese. Ammontano a ben 5 milioni e 600 mila unità i connazionali che vivono fuori dallo stivale. Il 9,5% della popolazione. Sono passati più di 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e dall’inizio di un ventennio, terminato negli anni settanta, segnato ogni anno dall’emigrazione di centinaia di migliaia di italiani in cerca di fortuna in altri paesi. Un fenomeno che era diminuito negli anni settanta ed è ripreso negli ultimi anni, pur con dimensioni minori rispetto al passato, dopo decenni segnati dal benessere economico.
Dal 2000 a oggi un aumento costante
Le persone che hanno scelto di andare via dalla penisola sono aumentate progressivamente con l’arrivo del nuovo millennio e della stagnazione economica che ha seguito lo scoppio della bolla dei titoli dot-com nel 2000.
Nell’ultimo decennio poi il fenomeno ha subito una crescita notevole a causa della crisi economica del 2008. Nel 2009, gli abitanti del bel paese residenti all’estero ammontavano a 3 milioni e 900 mila unità. Dieci anni dopo, poco prima della crisi provocata al Coronavirus nel 2019, la cifra registrava un valore pari a 5 milioni e 486 mila unità. Nel 2020 poi, le persone che hanno spostato la residenza all’estero sono ulteriormente aumentate di 165.999 unità. La cifra assume una rilevanza ancora maggiore se si pensa che nel 1998 gli espatri erano pari a 45.889.
Gli italiani che partono: una massa variegata
Dal rapporto “Italiani nel mondo” 2021 della fondazione Migrantes emergono altri aspetti dell’esodo degli italiani nel mondo. Espatriano prevalentemente maschi (sono il 54% del totale) in età adulta sotto i 50 anni. Il 42,8% ha un età compresa tra i 18 e i 34 anni. Mentre un altro 23,1% è un adulto tra i 35 e i 49 anni. Ma partono anche i pensionati che si recano in paesi con un costo della vita minore rispetto all’Italia. Emigrano persone con tutti i titoli di studio. Non solamente i laureati con un alta specializzazione. Da un altro rapporto della Fondazione Migrantes del 2020 emerge infatti come dal 2006 al 2019 il numero di laureati che hanno lasciato l’Italia è cresciuto del 196%. Un aumento notevole, ma è stato minore di quello dei diplomati espatriati nello stesso arco di tempo: 293%. Nel complesso, i laureati ammontano al 29,4%, i diplomati al 29,5% e le persone con la licenza media, elementare o senza titolo ammonta al 41,5%.
Dove vivono gli italiani emigrati
Il primo paese di residenza degli espatriati, dai dati forniti dall’Aire è l’Argentina con 884.000 iscritti, 500.000 famiglie e una quota del 15,64% degli emigrati. Al secondo posto si posiziona la Germania, dove vivono il 14,7 % degli iscritti all’Aire, pari a 801.000 persone e 458.000 famiglie. In terza posizione la Svizzera, dove risiedono l’11,3% dei migranti italiani, pari a 639.000 persone e 367.000 famiglie. Molto più indietro si posizionano gli altri paesi: il Brasile con 500.000 persone e 300.000 famiglie. La Francia con 444.000 iscritti e 243.000 famiglie. Il Regno Unito con 412.000 iscritti e 249.000 famiglie. Gli Stati Uniti con 289.000 persone e 185.000 persone. Il Belgio con 275.000 persone e 163.000 famiglie. La Spagna con 203.000 persone e 132000 famiglie.
Marco Orlando