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Basta DaD e Green Pass illimitato per i vaccinati con 3° dose

Il consiglio dei ministri ha approvato, senza il voto della Lega, il nuovo decreto che blocca le restrizioni ovunque, anche...

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Il consiglio dei ministri ha approvato, senza il voto della Lega, il nuovo decreto che blocca le restrizioni ovunque, anche in zona rossa, per chi è vaccinato contro il covid e il green pass potenzialmente illimitato per chi si è vaccinato con la terza dose e, conclude il Premier Mario Draghi, niente più DaD per gli alunni vaccinati.

«Questi provvedimenti vanno nella direzione di una ancora maggiore riapertura del Paese» spiega il Premier «Nelle prossime settimane andremo avanti su questo percorso di riapertura. Sulla base dell’evidenza scientifica, e continuando a seguire l’andamento della curva epidemiologica, annunceremo un calendario di superamento delle restrizioni vigenti».

La Lega non ha votato il decreto in quanto riteneva discriminatorie alcune misure.

«Non c’è nessuna discriminazione. Credo che questa sia una parola sbagliata che nulla ha a che vedere con il decreto che abbiamo approvato» ha detto il ministro della salute Speranza «I vaccini siano davvero lo strumento fondamentale che ci sta consentendo gradualmente di aprire una fase nuova. Noi lo diamo per scontato, ma la vaccinazione sta piegando finalmente la curva epidemica senza per questo aver dovuto fare scelte di limitazioni molto significative, come stanno facendo altri paesi in Europa».

Green Pass indefinito per chi ha fatto la terza dose

Con questo decreto inoltre si è ottenuto che la validità del Green Pass passerà da 6 mesi a indefinito.

«Non avendo ancora le nostre autorità scientifiche individuato un percorso per la quarta dose, che sarà oggetto di un confronto sul piano tecnico-scientifico, la valutazione del Governo è di non porre limiti alla durata del Green pass dopo il booster» ha sottolineato Speranza, aggiungendo che nel caso in cui un territorio finisca in zona rossa le limitazioni non riguarderanno le persone vaccinate.

Scuola e Dad, cosa cambia

Dal comunicato di Palazzo Chigi, si legge che nelle scuole per l’infanzia le attività possono proseguire in presenza fino a 4 casi di positività, successivamente le attività vengono sospese per 5 giorni, mentre nelle scuole primarie le attività continuano fino a 4 casi di positività ma con l’utilizzo delle mascherine FFP2 per gli studenti dai 6 anni in su e per i docenti, questo per i 10 giorni successivi all’ultimo caso di positività.

Inoltre, è obbligatorio effettuare un test antigenico rapido o autosomministrato o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto. Dal quinto caso, l’attività didattica prosegue con le mascherine FFP2 per chi ha concluso il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni o che è guarito da meno di 120 giorni o che ha effettuato la dose di richiamo; per tutti gli altri le attività proseguono in didattica digitale integrata per 5 giorni. Nella scuola secondaria di primo e secondo grado con un caso di positività tra gli alunni, l’attività prosegue per tutti in presenza con l’utilizzo della mascherina di tipo FFP2 da parte di alunni e docenti; con due o più casi di positività tra gli alunni, per coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni o che sono guariti da meno di 120 giorni o che hanno effettuato la dose di richiamo, l’attività didattica prosegue in presenza con l’utilizzo di mascherine FFP2 per dieci giorni; per tutti gli altri le attività scolastiche proseguono in didattica digitale integrata per 5 giorni. Le certificazioni verdi COVID-19 rilasciate dopo la terza dose hanno efficacia senza necessità di nuove vaccinazioni. Al regime di chi si è sottoposto alla terza dose è equiparato chi ha contratto il COVID ed è guarito dopo il completamento del ciclo vaccinale primario.

Parla il ministro Bianchi

Il ministro della salute conferma come il tema della scuola sia stato quello su cui si è discusso in modo più significativo durante il Consiglio dei ministri, e a lui fa eco il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

«Abbiamo deciso che i vaccinati non andranno più in DaD. È un messaggio molto forte, molto chiaro. Perché riteniamo che sia giusto, a questo punto della pandemia, che chi si è vaccinato possa evitare la Dad» dice all’agenzia Adnkrons. «La scuola è il cuore del nostro Paese. Quindi se dobbiamo far qualcosa, dobbiamo farla prima di tutto nelle nostre scuole. E noi vogliamo lavorare per ridurre il più possibile la didattica a distanza e creare condizioni per cui i nostri figli possano, il più possibile, continuare a frequentare in presenza le nostre classi. Ci siamo mossi dentro questo spirito. Nei pochi casi di classi che ricominceranno ad andare in DaD, abbiamo deciso di limitare lo spazio temporale di questa DaD che oggi è di 10 giorni a 5 giorni, quindi con un messaggio molto chiaro di riduzione della didattica a distanza. La formazione a distanza non è il male assoluto, nei momenti di difficoltà ha permesso di mantenere il collegamento continuo con i nostri studenti e per molti studenti è stata una grande risorsa e lo sarà anche in futuro in quelle situazioni in cui sarà necessario. Non stiamo demonizzando uno strumento che è stato fondamentale in questi due anni difficilissimi. Ma l’opzione che abbiamo scelto è quella di privilegiare le attività in presenza. Dando anche il messaggio forte che il vero elemento di sicurezza è la vaccinazione. Questo è stato il segno che ha guidato tutta la nostra azione».

Sembra quindi che stiano iniziando a muoversi le cose verso una direzione ben precisa, verso un vaccino che seppure non è obbligatorio, almeno formalmente, sembra essere l’unico modo per vivere nella società attuale. Queste restrizioni sono probabilmente dovute anche alle ancora troppe persone non vaccinate e intenzionate a non vaccinarsi, anche se l’obbligo vaccinale per tutti sembra essere sempre più probabile, soprattutto visto l’obbligo di vaccino per gli over 50, entrato in vigore l’8 gennaio.

Quello che conta per ora è provare a garantire a tutti gli studenti un ritorno alla normalità, per quanto possibile, la possibilità di tornare a interagire coi propri compagni e amici e a ricostruire un po’ per volta quel pezzo d’infanzia rubato dagli ultimi due anni vissuti in pandemia.

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