Uscita su Netflix da una settimana, questa serie dal titolo improbabile e lunghissimo è riuscita a conquistare la classifica di visioni giornaliere sulla piattaforma.
Un agglomerato ben ponderato di black comedy, parodia e trash volutamente ostentato, l’ha resa forse uno dei prodotti seriali più volutamente assurdi di sempre.
Partiamo dalla trama
Kristen Bell interpreta Anna, donna in crisi ed ex artista ancora in lutto per la morte brutale della figlia e la conseguente fine del suo matrimonio con Douglas. Le sue giornate si svolgono tutte allo stesso modo, tra bicchieroni colmi di vino, preparazioni al forno, pillole, ma soprattutto spiando le persone e in particolare il vicinato dalla finestra.
La donna fin da subito ci ricorda molto la protagonista del film La donna alla finestra, film al quale la serie dichiaratamente si ispira e ne fa una parodia. Anna infatti soffre, proprio come l’altra Anna di ombrofobia, la fobia della pioggia. La quotidianità tranquilla della donna viene sconvolta quando un nuovo vicino con sua figlia si trasferisce nella casa di fronte. Anna, fin da subito è letteralmente ossessionata dall’uomo e fa di tutto per far sì che tra di loro scatti qualcosa.
Nel frattempo, la donna continua ad essere paranoica, fa uso di pillole e sente in continuazione dei rumori provenienti dalla soffitta.
Una sera viene invitata a cena a casa del vicino, e tra i due sembra instaurarsi una forte intesa, esplicitata in una scena al limite tra il cringe e il trash, ma anche in questo caso è bene ricordare che in fondo si tratta di una parodia. Il castello fatto di sogni e unicorni di Anna crolla, quando la fidanzata di Neil torna a casa. Da subito tra le due si crea un forte astio, e Anna si convince che la donna tradisca il vicino, arrivando persino a creare una pagina Instagram con le sue foto in intimo per adescare l’uomo con cui è convinta abbia una tresca.
Voyeurismo, thriller e ironia
La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra, ci rimanda subito a un riferimento importante. La finestra è un topos cinematografico ricorrente, pensiamo ad esempio a La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock. Il voyeurismo, ripreso in chiave parodica nella serie, è accompagnato ad altre scene talmente assurde da farci ripensare a tutto ciò che abbiamo sempre visto nelle serie di questo tipo, senza interrogarci sul reale significato di ciò che stavamo guardando.
Innanzitutto, c’è la scena che mostra come è morta la figlia. Tutto ha inizio con la giornata scolastica in cui il genitore deve portare al lavoro con sé il proprio figlio. Douglas, non molto d’accordo (e come biasimarlo), si fa convincere da Anna a portare la piccola al lavoro. Quel giorno avrebbe dovuto interrogare un killer cannibale. Dovendosi assentare un attimo dalla cella, pensa bene di lasciare la bambina al suo interno con questo sociopatico, che finisce con ucciderla e mangiarsela.
La scena del banchetto, e aggiungerei per fortuna, non ci viene mostrata ma racchiude in sé tutto l’assurdo che però abbiamo visto e rivisto in numerose altre produzioni. La peculiarità di questa serie è che pur mantenendo un tono serio, di fatto non fa mai ridere veramente, riesce a farci riflettere sull’essere inverosimile di ciò che abbiamo sempre guardato con occhi passivi.
L’altra scena di cui è bene parlare, è quella che di fatto dà il via alla serie di vicende che si sviluppano da metà serie in poi. Anna vede la compagna di Neil (spiandola dalla finestra) che viene brutalmente uccisa a coltellate. Chiama la polizia, mentre è ubriaca, e quando quest’ultima arriva le dice che però non c’è stato nessun omicidio e che in realtà la donna è sana e salva su un volo.
Chi è il colpevole?
Fin da subito prende piede un coinvolgimento incredibile, e questo grazie al fatto che ci viene data la possibilità di capire chi è il colpevole, anche se difficilmente si riesce a capire chi sia (e questo è il punto forte).
Ad un certo punto ci convinciamo che sia l’amante della compagna di Neil, che Anna riesce a adescare e con cui passa una notte di fuoco in tutti i luoghi della casa. Ma quando scopriamo che non è lui, scarcerato prontamente dalla polizia, iniziamo a dubitare dello stesso Neil.
Tutte le prove, di fatto, portano a lui. Il suo muoversi losco nella notte trasportando un sacco nero e la sua volontà di tenere Anna lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia. Anche in questo caso, però, noi come Anna ci sbagliamo di grosso.
Poi ecco che spunta Buell, il tutto fare dal ruolo marginale che da tempo abita indisturbato la soffitta di Anna. Quando la donna lo scopre motiva finalmente i rumori che aveva sempre sentito, convincendosi finalmente di non essersi mai immaginata nulla. In preda al panico corre quindi a casa di Neil, tentando di fermare Buell dal commettere un altro omicidio. Quando arriva, però, scopre che il tuttofare è già riverso sul pavimento e che il killer è nel salotto a uccidere Neil.
Il Plot Twist finale
Il finale ha volutamente dell’assurdo, ma anche in questo caso non possiamo che accettarlo così come ci viene presentato, e oltretutto ritenerlo totalmente coerente con la produzione in sé.
La rivelazione è che l’assassino è una bambina di nove anni, ovvero, la figlia indemoniata di Neil. Anche in questo caso, il rimando al minorenne killer, è una chiara lettura parodica delle serie degli ultimi anni. Pensiamo ad esempio a Defending Jacob.
Anna e la piccola psicopatica Emma hanno uno scontro fisico in cui Anna ha la meglio.
Da quell’evento trascorre un anno e tutto sembra tornare alla normalità, Anna si rimette insieme all’ex marito con il quale ha un’altra bambina e decide finalmente di concedersi un po’ di tempo per sé. Ma quando la donna sale su un aereo per un weekend tra ragazze con l’amica Sloane, succede qualcosa che la fa ripiombare nell’incubo di essere la sola testimone di un omicidio.
Seduta accanto a lei, nel posto A2, c’è una strana e molto elegante donna d’affari, interpretata nientemeno che dall’otto volte candidata all’Oscar Glenn Close. Il curioso cameo apre potenzialmente la trama di un’altra storia. Le ultime scene ci mostrano infatti Anna che va in bagno dopo un pisolino (aiutato dal solito mix di alcol e ansiolitici) e vede la passeggera del posto A2 sgozzata. Il problema è che dopo aver allertato un’assistente di volo, il corpo sparisce, e nessuno ha mai visto quella donna salire sull’aereo.
E quindi si torna al punto iniziale. L’omicidio c’è stato o si è immaginata tutto?