Facebook perde utenti e gli ultimi dati spaventano il colosso di Zuckerberg.
A distanza di tre mesi dal varo di Meta, nuovo nome del colosso dei social Facebook, è arrivato il primo report trimestrale sullo stato del gigante dei social network. I dati non sono dei migliori, infatti, come riportato nel “Meta Reports Fourth Quarter and Full Year 2021 Results”, sembrerebbe proprio che Facebook non stia più crescendo.
Non solo il blocco, ma anche una decrescita.
Se ad allarmare è l’assenza dell’ormai costante incremento di utenti, il dato che ha destato maggiore attenzione è quello relativo alla diminuzione. Per la precisione, sarebbe proprio la prima volta in 18 anni di storia, in cui l’azienda ha visto diminuire il numero di utenti giornalieri: 1 miliardo e 929 milioni a fine dicembre rispetto al miliardo e 930 milioni dei tre mesi precedenti, per un calo di circa un milione. Secondo il report stilato, e reperibile sulla pagina ufficiale di Meta, gli utenti mensili sarebbero leggermente cresciuti (parliamo di circa 3 milioni) e la curva sembrerebbe aver raggiunto quello che viene definito un plateau (la curva è piatta).
Il colosso digitale, come riporta Rai News, avrebbe dunque chiuso gli ultimi tre mesi dell’anno scorso “con ricavi per 33,67 miliardi di dollari (contro i 28,07 miliardi di un anno prima e in linea con le sue previsioni) ma ha registrato un utile netto di 10,29 miliardi di dollari (-8%), sotto le attese degli analisti”.
Per quanto riguarda il trimestre in corso, la “nuova” Meta ha già fatto previsioni. Si prevedono infatti ricavi tra i 27 e i 29 miliardi di dollari, “mentre gli analisti si attendevano una cifra intorno ai 34-35 miliardi: si tratterebbe della crescita più debole della sua storia”. Se non fosse sufficiente la perdita al titolo di oltre il 20% nelle contrattazioni after-hours, l’indomani si è aggiunto anche l’effetto della borsa, che, come riporta Rai News, ha portato alla polverizzazione “in una seduta circa 215 miliardi di dollari di capitalizzazione, una delle più grandi perdite nella storia di Wall Street (comparabile all’economia della Nuova Zelanda), e deprimendo anche il Nasdaq (sotto il 2%)”. Zuckerberg ha perso virtualmente circa 28 miliardi di dollari.
Perché Facebook crolla?
Innanzitutto, come è possibile osservare dal report, la decrescita è stata resa evidente isolando Facebook dagli altri social “fratelli”, come Instagram. Infatti, anche quando negli ultimi anni il social sembrava convincere sempre meno gli utenti della Generazione Z, la loro presenza poteva essere conteggiata ugualmente su Instagram, terreno più fertile per le esigenze delle nuove generazioni.
Ma a rispondere alla domanda ci pensa direttamente il fondatore Mark Zuckerberg, che, come riporta Il Corriere della Sera, avrebbe dichiarato: “Adesso le persone hanno molte scelte su come vogliono trascorrere il loro tempo e app come TikTok stanno crescendo rapidamente”, ha affermato il CEO, che ha posto l’accento sul successo della rivale cinese.
Non solo Tik Tok, ma a mettere il bastone tra le ruote di Meta ci sarebbe anche Apple. Il chief financial officer di Meta Dave Wehner ha stimato “una perdita di 10 miliardi per le entrate pubblicitarie di quest’anno a causa delle modifiche della Apple al sistema operativo degli iPhone, che ora chiede ai suoi possessori il permesso di farsi tracciare dalle app”, si legge su il Corriere della Sera.
“Il quarto trimestre è stato il primo periodo festivo dopo l’introduzione delle modifiche che hanno avuto un impatto sulle aziende di tutte le dimensioni, in particolare sulle piccole che si affidano alla pubblicità digitale” ha detto la chief operating officer di Meta, Sheryl Sandberg, confermando che gli effetti negativi continueranno anche in questo 2022.
Nonostante le brutte notizie, Zuckerberg non rinuncia ai video, alla messaggistica, all’intelligenza artificiale e alla ricostruzione di “gran parte della nostra infrastruttura pubblicitaria in modo da poter continuare a crescere”. In sostanza persegue con convinzione la sua idea di Metaverso.
Zuckerberg: “addio a Facebook ed Instagram in Europa”.
Seppur in pochi stiano prendendo sul serio l’avvertimento, l’idea di dover dire addio a uno degli intrattenimenti numero uno dei nostri anni, non sembra poi così assurdo.
Secondo quanto scrive testualmente Meta nel rapporto annuale consegnato alla Securities and Exchange Commission, il rischio c’è eccome. Come si legge su Rai News, “Meta, come molte altre aziende, organizzazioni e servizi, si basa sul trasferimento di dati tra l’Ue e gli Stati Uniti per poter offrire servizi globali. Come altre aziende, per fornire un servizio globale, seguiamo le regole europee e ci basiamo sulle Clausole Contrattuali Tipo (Standard Contractual Clauses) e su adeguate misure di protezione dei dati”, ha dichiarato il portavoce di Meta.
Nello stesso articolo, è possibile inoltre trovare una dichiarazione di Nick Clegg, vicepresidente della società, che afferma “La mancanza di trasferimenti internazionali di dati sicuri, protetti e legali danneggerebbe l’economia e ostacolerebbe la crescita delle imprese basate sui dati nell’Ue, proprio mentre cerchiamo una ripresa dal Covid-19″. E ancora: “L’impatto riguarderebbe aziende grandi e piccole, in più settori“, ha precisato.
Dopo le dichiarazioni, si è ovviamente scatenato il panico, ricordiamo che ormai quello svolto sui social è un lavoro per numerosi utenti, oltre che a un semplice intrattenimento per altri.
Nella relazione, è possibile trovare infatti una piccola delucidazione, annunciata già dal portavoce: “Non c’è alcun desiderio o piano di ritirarci dall’Europa. Ma se una nuova cornice transatlantica sul trasferimento di dati nei server statunitensi non viene adottata, probabilmente non saremo in grado di offrire alcuni dei nostri prodotti e servizi più significativi, inclusi Facebook e Instagram, in Europa – tale fatto andrebbe a influire – materialmente e negativamente sulla nostra attività, sulla nostra condizione finanziaria e sui risultati delle nostre operazioni”, queste le parole riportate nella relazione.
Il trattamento dei dati personali
Al centro dello scontro c’è il trattamento dei dati personali, che, come riporta l’ANSA, potrebbero gravare sul futuro dell’azienda. “Se a Meta non verrà concessa l’opzione di trasferire, conservare e usare i dati dei suoi utenti europei sui server americani allora il colosso potrebbe essere costretto a chiudere alcune delle sue attività in Ue”.
Infine, non mancano le parole della Commissione Europea: “una cosa deve essere assolutamente chiara: l’Ue stabilisce la sua legislazione tenendo conto dei nostri valori, degli interessi dei consumatori e dei cittadini“, ha detto il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer. L’Ue tiene “ovviamente conto dei punti di vista espressi dagli operatori economici, ma agisce autonomamente quando deve stabilire i suoi regolamenti”, ha ribadito Mamer.