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Morto Luc Montagnier, dal Nobel per la scoperta dell’Hiv ai raduni No vax

La notizia della sua morte, senza conferme né smentite Per una giornata intera la notizia della morte di Luc Montagnier...

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La notizia della sua morte, senza conferme né smentite

Per una giornata intera la notizia della morte di Luc Montagnier non era stata confermata né smentita. Il primo a pubblicarla, dopo un tam tam sui social, era stato il giornale France Soir, il 9 febbraio, ma nessuno, nemmeno i famigliari, confermava il decesso del virologo e biologo francese. Dall’ospedale di Neuilly sur Seine, dove era ricoverato, nessun commento per rispetto della privacy. Solo dopo 24 ore, il quotidiano Liberation ha avuto modo di verificare la notizie e ne ha dato l’annuncio ufficiale: il certificato di morte era stato depositato al comune di Neuilly, alle porte di Parigi. Il premio Nobel Luc Montagnier era morto la sera dell’8 febbraio. Resta ancora il mistero sulle cause del decesso.

Numerose critiche sono state mosse dai No vax, con cui Montagnier si era schierato, e dai suoi sostenitori. Secondo i No vax, infatti, la notizia non era trattata dai media per non rendergli omaggio. Alcuni utenti dei social network si sono lanciati addirittura sulla teoria del complotto: Montagnier sarebbe stato ucciso per le sue posizioni No vax, affinché non potesse parlare.

Il Nobel per l’Hiv

Luc Montagnier era nato in Francia, a Chabris, il 18 agosto 1932. Nel 1983, Montagnier era direttore emerito del Centre national de la recherche scientifique e dell’Unità di oncologia virale dell’Istituto Pasteur di Parigi e, con la sua allieva Françoise Barré – Sinoussi scoprì ed isolò il virus dell’Hiv, responsabile dell’Aids. A contendergli la scoperta ci fu un equipe americana guidata dal professor Robert Gallo. Montagnier lo denunciò per frode, accusando Gallo di aver cercato di rubargli la paternità della scoperta. Alla fine i due scienziati ci misero una pietra sopra e sancirono la pace riflettendo insieme sulle future terapie contro l’Aids, in un un articolo pubblicato su Science nel 2002, intitolato Prospettive per il futuro. Nel 2008, tuttavia, Montagnier e Barré – Sinoussi vinsero il Nobel per quella scoperta.

Le critiche della comunità scientifica

Dopo aver ricevuto il Nobel, Montagnier si era lanciato in diverse affermazioni molto criticate dalla comunità scientifica, che le definiva prive di fondamento scientifico. Nel 2010, ad esempio, affermò che l’Hiv si sarebbe potuto combattere con una corretta alimentazione basata anche sull’utilizzo di antiossidanti e integratori. Dichiarò inoltre che anche un bacio profondo, “alla francese”, avrebbe potuto trasmettere l’Hiv. Un fatto smentito già decenni prima. Nello stesso anno venne nominato dirigente di un laboratorio a Shanghai per poter continuare le sue ricerche, poiché in Francia gli erano stati negati i finanziamenti. Lo studio che stava portando avanti riguardava la memoria dell’acqua, che è alla base dell’omeopatia tanto criticata dalla comunità scientifica. Secondo Montagnier, la memoria dell’acqua trasmetterebbe le onde elettromagnetiche originate dal DNA per poter individuare patogeni intestinali, che sarebbero l’origine del problema del morbo di Parkinson, della sclerosi multipla e dei disturbi dello spettro dell’autismo. Per questo stava provando se la somministrazione prolungata di antibiotici nei bambini avrebbe potuto risolvere quest’ultimo problema. Anche questa teoria venne giudicata priva di fondamento dalla comunità scientifica. le stesse critiche le ricevette per l’uso della papaya. Che le piante siano un buon trattamento per curare alcuni problemi di salute, lo dimostra anche la medicina cinese, ma Montagnier sosteneva che la papaya sarebbe stata in grado di contrastare il morbo di Parkinson e le crisi respiratorie acute, ma anche l’Hiv. Ne avrebbe regalata anche a Giovanni Paolo II, che soffriva di Parkinson.

Le sue teorie No Vax

Montagnier non è mai stato a favore dei vaccini, sostenendo che provocassero, tra l’altro, i disturbi dello spettro autistico. La sua posizione si è fatta più forte con l’arrivo della pandemia e la corrente No vax di tutto il mondo, che ha trovato in lui un punto di riferimento. I vaccini per contrastare il Covid 19 provocherebbero, secondo lui, malattie neurodegenerative. Il virus si sarebbe diffuso per un errore nel laboratorio di ricerche di Whuan, che stava studiando un vaccino contro l’Hiv. Per questo, nel genoma Sars CoV – 2 ci sarebbero delle sequenze del virus Hiv. I vaccini approvati in Usa e in Europa, secondo Montagnier, sarebbero la causa delle varianti, ma è stato provato che le varianti più gravi del Covid – 19 sono emerse proprio dove non c’era un’adeguata campagna di vaccinazioni. Montagnier era apparso recentemente, il 15 gennaio scorso, alla manifestazione No Vax di Milano. Stanco, probabilmente già debilitato, era rimasto seduto durante il suo intervento, alla fine della manifestazione, nel quale aveva affermato: “La proteina dei vaccini è tossica. Il vaccino non è nato per uccidere ma per difendere, invece molte persone sono morte e molte altre, compresi sportivi, hanno problemi cardiaci importanti a causa del vaccino. È un crimine dare questi vaccini a dei bambini”. È tornato, anche in questo caso, sull’uso di antibiotici. “Gli antibiotici avrebbero fermato il virus”.

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