Anonymous attacca la Russia su più fronti e sfida Putin: “Conoscerà la furia degli hacker di tutto il mondo”
Il collettivo internazionale di hacker e attivisti Anonymous ha preso la sua decisione dichiarando guerra slla Russia. Prima è toccato ai canali delle televisioni russe, poi alle compagnie di gas e petrolio russe.
La sfida di Anonymous e le azioni annunciate nei confronti della Russia.
Dopo poche ore dall’invasione Russa Anonymous non ha perso tempo e ha iniziato a mettere i bastoni fra le ruote al governo russo. In primis ha reso irraggiungibile il sito del Cremlino e della Duma, colpendo poi il ministero della Difesa e le trasmissioni televisive.
Come riporta Huffingtonpost, infatti, nei giorni scorsi “su alcune tv russe hackerate sarebbero andate in onda canzoni tipiche dell’Ucraina”. L’offensiva del collettivo internazionale, inoltre, ha preso di mira anche quello che chiamano il “fantoccio di Putin”, ossia il “dittatore ceceno Kadyrov”.
“Ha preso la decisione di affiancare le forze cecene in Ucraina – si legge in un messaggio di Anonymous – Per questo abbiamo mandato offline il sito della Repubblica cecena“. “Anonymous – continua il collettivo – rispetta il popolo russo che manifesta contro il loro governo. Voi siete noi e noi siamo voi! Anonymous rispetta i liberi combattenti dell’Ucraina! Voi siete noi e noi siamo voi!“.
Tango Down
Arriva la risposta degli hacker filorussi alle bombe russe tramite due parole: Tango Down.
Sono arrivati, infatti, anche gli attacchi su vasta scala a banche e grandi compagnie energetiche russe. Quando gli hacker riescono a violarne i sistemi di sicurezza l’obiettivo è centrato e sugli account Twitter legati ad Anonymous compare la formula tipica del gergo militare: “Tango” sta per T di target, bersaglio, e “down” per colpito.
Gli ultimi ad essere colpiti sono stati infatti i colossi dell’energia. Il collettivo hacker avrebbe reso irraggiungibili i portali di compagnie come Gazprom, Rosneft e Lukoil (circa 300 siti internet di compagnie). Tutte aziende legate all’energia che si occupano di gestire il gas e il petrolio russo.
Arriva anche la conferma da Anonymous verso gli attacchi ai siti governativi della Bielorussia, che ha colpito i siti dell’esercito e di diversi ministeri.
La minaccia a Putin: “contro di noi non puoi vincere”
“Signor Putin, l’invasione in corso dell’Ucraina ha mostrato come il suo regime non abbia rispetto per i diritti umani, né per il principio di autodeterminazione dei Paesi vicini – si apprende dal video diffuso dal collettivo tramite i social – Negli ultimi giorni è iniziata un’invasione su larga scala, quartieri civili sono stati bombardati e persone innocenti sono state uccise. I rifugiati stanno fuggendo dalle violenze e al popolo è stato imposto il reclutamento dal governo ucraino” continuano.
“La situazione è terribile ovunque e lei ne è l’artefice. Anche i cittadini che lei sostiene di voler proteggere si sono schierati contro la guerra e protestano nelle più grandi città della Russia”. Messaggi chiari rivolti al leader Russo, con un recap di quanto successo nei giorni scorsi: “Anonymous ha dichiarato una cyber guerra al suo regime aggressivo, mettendo offline nei giorni scorsi numerosi siti governativi”.
Rivendicazione che lascia spazio a un velato avvertimento: “I siti web oscurati sono però solo l’inizio, presto conoscerà la furia degli hacker di tutto il mondo, molti dei quali probabilmente risiedono nel suo Paese. I suoi segreti non sono più al sicuro e c’è la possibilità che elementi chiave delle infrastrutture governative vengano manomessi”, si apprende.
“Tutto il mondo le opporrà resistenza. Questa è una guerra che lei non può vincere, a prescindere da quanto potere lei pensi di avere. Noi siamo Anonymous, noi siamo una legione” concludono.
Le azioni degli Anonymous
Il collettivo Anonymous prende vita probabilmente (non si ha una data precisa) nel 2003 all’interno di 4chan, un sito imageboard che si occupava della pubblicazione di immagini di anime e manga.
All’interno del sito il nickname “Anonymous” veniva assegnato ai visitatori che commentavano senza identificarsi, questo, finì per essere identificato come una persona reale. Con l’accrescere della popolarità delle azioni compiute dai frequentanti del sito, si iniziò a vedere Anonymous come un vero e proprio movimento che si batteva contro ingiustizie e violenze. Nonostante i quasi 20 anni di attività, risulta ancora difficile circoscrivere un codice etico dietro le azioni degli hacker, se non che lavorino in un’ottica di hacktivism (hacker + attivismo). I soggetti attaccati sono spesso poteri forti e istituzioni ma non mancano azioni volte alla denuncia di temi sociali, come ad esempio il caso di Great Habbo Raid of ’07.
Quel che si sa è che il movimento persegue libertà di pensiero e di espressione, ed è proprio per questo motivo che, solitamente tende a non attaccare mezzi di informazione. I membri di Anonymous, durante manifestazioni pubbliche, indossano la maschera di Guy Fawkes, membro più noto della Congiura delle Polveri del 1605, che in brevissimo tempo è diventato simbolo dell’organizzazione.
In questi giorni ne stiamo sentendo molto parlare a causa del loro intervento nel conflitto Russia – Ucraina, ma le loro rivendicazioni sono numerose, anche se per la sua importanza storica, è molto probabile che l’attacco al governo russo verrà ricordato come una delle azioni più eclatanti.
Tra le altre ricordiamo l’attacco alla chiesa di Scientology nel 2008: Anonymous ha rilasciato documenti sensibili e ha bloccato i siti della chiesa con attacchi DoS, cioè sovraccaricandoli. Ha poi attaccato Visa e Mastercard nel 2010, utilizzando attacchi DoS per criticare il blocco del sistema di pagamento con il quale si potevano fare donazioni a Wikileaks. Memorabile anche l’operazione KKK nel 2015, quando resero pubbliche le identità di oltre 1.000 membri del Ku Klux Klan.
L’avvertimento di pochi giorni fa è confermato
Un avvertimento che segue quanto già dichiarato nei giorni scorsi e che non lascia spazio a dubbi: “Il collettivo Anonymous è ufficialmente in cyber guerra con il governo russo”, avevano annunciato gli attivisti qualche giorno fa sul proprio account Twitter, spiegando i motivi dell’operazione denominata “OpRussia”.
Anonymous è deciso a portare avanti la sua battaglia, non ci resta che aspettare la prossima mossa.