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Patrick Zaki parla di pace in Ucraina all’inaugurazione dell’anno accademico a Bologna

Zaki ha chiuso la cerimonia d’apertura in videoconferenza dall’Egitto. Bologna –  il nuovo anno accademico è iniziato e all’inaugurazione c’è...

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Zaki ha chiuso la cerimonia d’apertura in videoconferenza dall’Egitto.

Bologna –  il nuovo anno accademico è iniziato e all’inaugurazione c’è stato anche Patrick Zaki in collegamento a distanza: è intervenuto anche sulla pace in Ucraina.

 

Lo studente più famoso di Bologna ha scontato 22 mesi di carcere nello stato africano e sta ancora aspettando la sentenza giudiziaria che lo coinvolge.

Patrick Zaki ringrazia l’Alma Mater

Patrick ha espresso più volte il suo desiderio di tornare nel capoluogo emiliano, la città che lo ha adottato e che lui ama, ed esprime gratitudine all’università per non averlo abbandonato anche durante gli anni di Pandemia in cui lui, temeva, non sarebbe più stato una priorità

«Ho sempre perso la scommessa quando si è trattato di verificare l’impegno e la dedizione per la mia causa», ammette Zaki «voglio essere onesto, se l’Università avesse preso un’altra decisione relativa al mio caso, nessuno l’avrebbe biasimata, ma anzi qualcuno sarebbe stato d’accordo con quel punto di vista che avrebbe evitato i problemi del far parte di un’equazione politica che non portava benefici, ma l’Università ha scelto di stare al mio fianco. Ha scelto di combattere per la libertà di espressione del suo studente e di lavorare come difensore dei diritti umani. Sarò sempre debitore all’Università e alla città per aver reso ben noto il mio caso in tutto il mondo, sulla scena accademica, politica, culturale e perfino sportiva».

L’attivista egiziano esprime il suo desiderio di tornare a Bologna

Zaki ha espresso più volte durante tutta la conferenza quanto desideri tornare a Bologna.

«Dalla mia piccolissima cella ho sognato spesso questo momento: la prima parte del sogno si è avverata, la seconda si avvererà appena tornerò nella mia Bologna. Da quando sono stato rilasciato tutti riconoscono come l’Università di Bologna sia il vero cardine della conoscenza, una luce affidabile che agisce concretamente per i valori su cui si fonda e che insegna ai suoi studenti. Qualsiasi cosa io dica non sarà mai sufficiente a dimostrare ciò che provo per l’Università e per la città di Bologna» è evidente la gratitudine per l’Alma Mater e Bologna in generale, una città a cui è legato e che si è legata alla sua vicenda.

«La prima lezione del mio corso di studi trattava di utopia e distopia. Penso di aver vissuto una buia distopia ma grazie all’Università e alla città è stata un po’ meno dura. In prigione, quando mi sentivo giù, pensavo alla mia famiglia, all’Università e alla città di Bologna e mi dicevo che dovevo resistere. Fino a quando mi hanno liberato mi sono sempre rifugiato nel pensiero di come sarebbe stato il momento del mio arrivo all’aeroporto e la riunione con la mia grande famiglia bolognese», continua Patrick. «La libertà è un diritto inestimabile, sono grato per la mia libertà a tutti coloro che hanno combattuto ogni giorno perché io fossi di nuovo libero. Vorrei ringraziare i Rettori Francesco Ubertini e Giovanni Molari ed i sindaci Virginio Merola e Matteo Lepore che non hanno mai smesso di tenere alta l’attenzione sulla mia situazione».

Patrick Zaki per la pace in Ucraina

Lo studente egiziano esprime la sua solidarietà all’Ucraina.

«Si fermi la guerra, resisti Ucraina. Forza Bologna».

 

Zaki ha quindi ribadito la sua gratitudine alla città e all’università che lo hanno accolto e supportato – e che ancora lo supportano – durante tutto il periodo di 22 mesi passati in carcere e lo ha fatto durante l’importante momento dell’inaugurazione del nuovo anno accademico, sostenendo anche l’Ucraina in questo momento difficile.

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