Mercato mondiale di armi. Italia al quarto posto nell’export

Triste primato per l’Italia che nel 2021 è stato il quarto esportatore d’armi al mondo.

I dati del Sipri, Stockholm International Peace Research Institute, che analizza il commercio mondiale.

Nell’ultimo report annuale del Sipri, Stockholm International Peace Research Institute che analizza l’andamento del commercio mondiale delle armi, l’Italia si è piazzata al quarto posto, dietro a Stati Uniti, Francia e Russia. I dati si riferiscono al 2021, prima della guerra in Ucraina e chissà di wuanto si stia incrementando il commercio ora, con la guerra tra Russia e Ucraina. L’export italiano, nel periodo 2017 – 2021, ha rappresentato il 3,1% del totale, il 16% in più rispetto al 2012 – 2016 . Il partner più importante dell’Italia è l’Egitto, con cui, anziché cercare la verità su Giulio Regeni, si firmano accordi per il 33% delle esportazioni italiane di armi. Nel 2021, sono aumentate le vendite nel Medio Oriente, in particolare in Qatar, Turchia e Kuwait. Con il recente viaggio del premier Mario Draghi in Algeria, per siglare l’innalzamento della fornitura di gas, è stato siglato anche un accordo per la vendita di cento elicotteri al Paese del Nord Africa. Ad occuparsene sarà Leonardo, la principale azienda italiana costruttrice di armi, il cui maggiore azionista è il Ministero dell’economia e delle finanze. L’altra grande azienda italiana specializzata in questo settore di morte è la Iveco Defence Vehicle, di proprietà della Exor, una holding presieduta da John Elkann, proprietario anche di numerosi giornali italiani con il Gruppo Gedi, che fomentano la propaganda che sta spingendo l’Europa in guerra. La Iveco ha inoltre costituito con Leonardo il Consorzio Iveco Oto Melara (Cio), una joint venture che produce autoblindo e veicoli di combattimento fanteria. Per quanto riguarda l’import, invece, L’Italia è undicesima, con una spesa pari a 28,9 miliardi di dollari, pari all’1,6% del pil, percentuale che è stata alzata al 2% dallo scoppio della guerra in Ucraina.

Le armi nel Mondo

Gli Stati Uniti rimangono il più grande esportatore di armi al mondo, responsabili del 38,6% delle vendite internazionali di armi tra il 2017 e il 2021, rispetto al 32,2% tra il 2012 e il 2016. Gli Stati Uniti sono anche il Paese che spende di più in armamenti. Secondo i dati dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), aggiornati ad aprile 2021, gli Usa spendono 778 miliardi di dollari, pari al 3,7% del loro prodotto interno lordo, ma soprattutto pari al 39% dell’intera spesa militare di tutte le nazioni mondiali. La loro spesa è in aumento per il terzo anno consecutivo. La Cina, al secondo posto, spende l’1,7% del proprio prodotto interno lordo, esattamente un terzo degli Stati Uniti. Il trend di spesa della Cina è in aumento per il ventiseiesimo anno consecutivo (+76% nel decennio 2011-20). terza di questa triste classifica è l’India, seguita dalla Russia. L’India, in particolare, è stato il più grande importatore mondiale di armi negli ultimi cinque anni, davanti all’Arabia Saudita, all’Egitto, alla Cina e all’Australia. Quest’ultimo è stato uno dei paesi che ha intensificato di recente i suoi acquisti nel settore della difesa, passando dal 15° posto al 10° posto in un quarto di secolo. L’Europa, tuttavia, è l’area in cui si è registrata la crescita maggiore: confrontando i dati raccolti nel periodo 2012-2016 con quelli del 2017-2021 l’import è cresciuto del 19% con picchi nel Regno Unito, in Norvegia e nei Paesi Bassi. 

La spesa militare nel mondo è di 1.981 miliardi di dollari. Una cifra enorme per armi che creano distruzione e morte, come stiamo vedendo tutti i giorni dall’Ucraina. Soldi che potrebbero essere usati in azioni molto più meritevoli. “Con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri” aveva detto Papa Francesco nel dicembre 2020, nell’enciclica Fratelli tutti. Un concetto espresso di nuovo durante la via Crucis del venerdì santo, il 15 aprile, dove una donna ucraina e una donna russa hanno portato insieme la croce, un gesto simbolico che l’Ucraina non ha accettato, oscurando dalle sue televisioni le immagini.

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