Bancomat: dal 30 giugno multe a chi rifiuta pagamento con Pos

Bancomat: multe a partire da giugno per esercenti che rifiutano pagamenti con Pos

Saranno in vigore dal 30 giugno le norme facenti parte del pacchetto contro l’evasione fiscale, previsto in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il Consiglio dei ministri del 13 aprile ha infatti anticipato al 30 giugno 2022 le sanzioni per gli esercenti che non accettano pagamenti con carte di debito o di credito. Le multe partiranno da un minimo di 30 euro (più una percentuale sull’importo) per commercianti e professionisti che rifiutano i metodi digitali.

Una misura attesa dal 2014

Si tratta di un primo passo molto atteso, di fatto l’obbligo del Pos, in vigore già dal 2014, era solo scritto sulla carta e non applicato realmente. Infatti, già dal 2014 chi effettuava un’attività di vendita o prestazione di servizi era tenuto ad accettare i pagamenti tramite Pos (un dispositivo elettronico che consente di effettuare pagamenti mediante moneta elettronica), tranne in caso di disguidi tecnici al servizio, come successo la settimana scorsa in tutta Italia.

Tale obbligo, tuttavia, è però sempre rimasto di fatto solo sulla carta dato che, nonostante gli annunci di rito, non sono mai arrivate le sanzioni. Ad oggi il governo avrebbe dunque deciso di accelerare, partendo proprio dal decreto-legge varato lo scorso giugno, in cui la maggioranza aveva portato dal 30 al 100% il valore del credito d’imposta riconosciuto ai commercianti per i costi delle commissioni.

Le parole del Codacons

Pienamente favorevole il Codacons (l’ente che si occupa del coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), che attraverso le parole del suo presidente ha dichiarato a Today: “Già a partire dal 2014, grazie al decreto legge numero 179/2012 del Governo Monti, era stato introdotto in Italia l’obbligo per negozianti e professionisti di accettare i pagamenti con Pos – ricorda il presidente del Codacons Carlo Rienzi – misura poi confermata ed estesa a partire dall’1 luglio 2020 dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio (n. 124/2019)”. Nessuna delle due norme, ricorda Rienzi “aveva introdotto sanzioni per gli esercenti che rifiutavano pagamenti con carte e bancomat”. La conseguenza di questa mancanza, inoltre “ha portato ad una situazione paradossale in cui ancora oggi numerosi negozianti in tutta Italia, pur possedendo il Pos, impediscono ai clienti di pagare con moneta elettronica, consapevoli che non andranno incontro ad alcuna multa”.

Ora finalmente le cose potrebbero cambiare e, grazie alle sanzioni per chi rifiuterà i pagamenti digitali, sarà possibile rendere davvero efficace la misura che introduce l’obbligo per gli esercenti di accettare i pagamenti con Pos – prosegue Rienzi – condividiamo tuttavia le richieste dei commercianti di abbattere le commissioni sui pagamenti elettronici, per incentivare l’uso di carte e bancomat ed eliminare qualsiasi scusante verso chi ostacola il Pos“.

Le sanzioni per chi non accetta i pagamenti digitali

Dal 30 giugno 2022, quindi, stando al testo dell’emendamento, chi non accetta un pagamento digitale di qualsiasi importo è passibile di una sanzione amministrativa pari a 30 euro a cui va aggiunta una percentuale pari al 4% del valore del pagamento rifiutato. In sostanza, se un esercente dovesse rifiutare un pagamento di 100 euro rischierebbe una sanzione di 34 euro, la sanzione sarebbe pari a 30,20 euro se dovesse rifiutare un pagamento di cinque euro.

L’esercente o il professionista deve accettare almeno una tipologia di carta di debito e una di carta di credito (identificate dal marchio del circuito di appartenenza): questi sono i requisiti richiesti affinché l’obbligo venga assolto. Non è quindi richiesto che vengano accettati tutti i pagamenti digitali, ma nel momento in cui l’esercente aderisce a un circuito deve sempre e comunque accettare i pagamenti con strumenti appartenenti a quel circuito, pena appunto, il rischio di essere sanzionati.

Le dichiarazioni di Confcommercio

Secondo Confcommercio, tuttavia, le sanzioni per chi non accetta i pagamenti elettronici non sarebbero abbastanza utili se non si introducono anche scelte volte all’abbattimento delle commissioni e dei costi a carico di consumatori ed imprese.

Come si legge su SkyTg 24 “L’associazione a tutela dei commercianti propone di potenziare ad esempio lo strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente e di prevedere la gratuità dei cosiddetti micropagamenti”. Puntare asimmetricamente sulle sanzioni, dice Confcommercio “non giova ai processi di modernizzazione del sistema dei pagamenti: processi, peraltro, già in pieno sviluppo“.

Niente obbligo di fattura elettronica

Niente obbligo di fattura elettronica per le partite Iva in regime forfettario entro i 25mila euro di reddito fino al 2024: secondo quanto si apprende da fonti di governo, sarebbe “una delle modifiche introdotta in Consiglio dei ministri al pacchetto di norme-antievasione contenuto nel decreto sul Pnrr”. La richiesta di esonero è stata avanzata, viene riferito, dal capodelegazione della Lega Giancarlo Giorgetti.

Contro il lavoro nero, invece, nasce un portale nazionale del sommerso che sostituisce e integra le banche dati attraverso cui l’Ispettorato nazionale del lavoro, l’Inps e l’Inail condividono gli accertamenti ispettivi.

Le dichiarazioni di Confesercenti

Prima di un’eventuale stretta sui Pos, bisognerebbe procedere finalmente al taglio sostanziale delle commissioni pagate dagli esercenti sulla moneta elettronica, più volte promesso ma realizzato solo in minima parte”, sulla stessa linea anche Confesercenti (un’associazione di categoria che rappresenta le imprese italiane del commercio, del turismo e dei servizi, dell’artigianato e della piccola industria) critica le sanzioni previste per gli esercenti che non accettano i pagamenti elettronici.

Tra progetti di sanzioni, lotterie e obblighi vari, il rischio è sempre lo stesso: concentrare il peso della lotta all’evasione sulle spalle degli esercenti”. Questo è quanto avverrebbe, mentre invece “le grandi piattaforme internazionali che operano sull’online godono ancora di un regime fiscale favorevole, che permette loro di pagare un quinto rispetto agli altri”. Infine, osserva Confesercenti “il numero di Pos attivi è cresciuto enormemente negli ultimi anni”, anche se gli obiettivi che si erano fissati con Cashback e Lotteria dello Scontrino sono stati clamorosamente disattesi.

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