La notizia, al di là di facili ironie, è storica. In Giappone un uomo ha sposato un ologramma. Si è trattato di un vero matrimonio, sebbene snobbato dai parenti dello sposo.
La donna, si fa per dire, è stata creata alcuni anni fa attraverso il Gatebox, un dispositivo che permette l’interazione tra persone e ologrammi. Ricordiamo che l’uomo, il trentottenne Akihiko Kondo, aveva alle spalle un vissuto di bullismo e che l’esperienza amorosa con la sua bella lo ha salvato.
Pokémon Go
Il rapporto tra umani e personaggi virtuali è già ricco di esempi che spingerebbero a non sorprendersi. Non molti anni fa il web diffuse il fenomeno che spingeva milioni di persone in tutto il mondo a interagire con personaggi virtuali nell’ambito di un gioco del genere della realtà aumentata.
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Il rapporto tra gli umani e “soggetti” in possesso di intelligenza artificiale è stato sviluppato nel 2013 in un film di Spike Jonze. Il lungometraggio vinse il Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale, e raccontava un futuro forse non così lontano dal presente in cui scriviamo.
Il protagonista, interpretato da Joaquin Phoenix, si innamora di un sistema operativo straordinariamente abile (Samantha). La relazione tra l’umano e l’intelligenza artificiale si interrompe soltanto per la superiorità di quest’ultima, troppo rapida nell’apprendere rispetto all’uomo infinitamente piccolo.
Hey, Siri!
Avete mai assistito a brevi conversazioni tra le persone e l’assistente virtuale sviluppato dalla Apple? Non è un fenomeno raro, e talvolta lo scambio con Siri va molto al di là delle utili informazioni che se ne potrebbero ricavare, mostrando nelle persone intenzioni e bisogni non del tutto confessati, non del tutto taciuti.
Akihiko Kondo
Torniamo dunque al nostro più recente protagonista, e ammettiamo senza imbarazzi di essere stati infatuati almeno una volta nella vita di personaggi dei cartoni animati, del film, dei romanzi. Quanto avremmo voluto incontrarne uno?
Quante volte la fantasia ci ha aiutato?
Potenza di un ologramma.