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Diritti umani, il Covid 19 ha portato con sé numerose violazioni. Il Rapporto 2021 di Amnesty

Durante la pandemia violati il diritto alla salute, la libertà di espressione e i diritti dei migranti Il “Rapporto 2021...

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Durante la pandemia violati il diritto alla salute, la libertà di espressione e i diritti dei migranti

Il “Rapporto 2021 – 2022. La situazione dei diritti umani nel mondo”, pubblicato da Amnesty International, svela ancora una volta le violazioni ai danni dei cittadini dei 154 Paesi analizzati. I Paesi ricchi hanno proibito l’accesso ai vaccini ai Paesi poveri, i governi ne hanno approfittato per reprimere il dissenso e bloccare i migranti

Il 2021 è stato il secondo anno di pandemia, che ha portato con sé una enorme violazione dei diritti umani soprattutto per quanto riguarda la salute e gli spazi civici, ma anche per la questione migranti. Il “Rapporto 2021 – 2022. La situazione dei diritti umani nel mondo”, pubblicato da Amnesty International, che ha analizzato 154 Paesi del mondo, delinea una situazione globale preoccupante.

Diritto alla salute

“Mai come ora i diritti umani alla salute o quelli che dipendono dalla salute sono stati più rilevanti o a rischio” scrive nel Rapporto Amnesty International. Ciò che emerge da un’analisi generale è infatti la violazione del diritto alla salute nei Paesi più poveri. Durante il G7 e il G20 del 2021, i Paesi partecipanti si erano impegnati per una copertura vaccinale globale, ma la cooperazione internazionale, in questo senso, è fallita. I Paesi più ricchi hanno fatto una scorta eccessiva di vaccini rispetto all’effettivo fabbisogno, generando, in alcune nazioni, un surplus di 500 mila dosi, che avrebbero aiutato i Paesi del sud del mondo. Il risultato è stato che, a settembre dello scorso anno, l’Unione Europea aveva un tasso di vaccinazione di oltre il 70 per cento, mentre molti Paesi poveri erano ancora in attesa di accedere alla prima dose. Alcuni Paesi ricchi dell’Ue, come Norvegia, Svizzera e Regno Unito, hanno bloccato l’aumento di produzione dei vaccini e si sono rifiutati di far sospendere temporaneamente i diritti di proprietà intellettuale delle case farmaceutiche. Questo nonostante alcune delle maggiori produttrici di vaccini, come BioNTech, Pfizer e Moderna, prevedevano guadagni per 130 miliardi di dollari Usa entro la fine del 2022. Questa diseguaglianza ha ampliato l’ingiustizia razziale e generato un impatto devastante su altri diritti economici e sociali, portando alla povertà estrema centinaia di milioni di persone. 

La campagna vaccinale nel mondo viene definita da Amnesty International come “alquanto variegata”. In alcuni Paesi sono stati esclusi dai vaccini coloro che vengono da sempre emarginati dalla società, come migranti e rifugiati, comunità rurali, detenuti, senzatetto, persone prive di documenti e gruppi storicamente discriminati come i nativi delle Americhe. Alcune autorità hanno peggiorato la situazione negando l’esistenza del Coronavirus nel proprio Paese. Ricordiamo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello del Brasile Jair Bolsonaro, che non indossava la mascherina nonostante avesse tutti i sintomi del Covid 19. In diverse parti del mondo, gli operatori sanitari, che avevano ben presente cosa stesse accadendo, hanno dovuto scioperare per chiedere i pagamenti arretrati. In Europa, alcuni governi hanno attuato forme di rappresaglia contro il personale che denunciava le difficoltà in cui versavano i servizi sanitari.

Non si è mai investito a sufficienza nella sanità e il Rapporto di Amnesty lamenta il fatto che non si stato fatto nemmeno nel 2021, quando ci sono stati enormi finanziamenti e avanzamenti nella ricerca medica.

Libertà di espressione

Con la scusa della pandemia, i governi hanno limitato e represso la libertà di espressione e il dissenso. Lo spazio civico è stato ridotto con il pretesto del distanziamento sociale, che se si fosse chiamato distanziamento sanitario avrebbe avuto forse un impatto psicologico diverso. Per fronteggiare i movimenti di protesta e reprimere le manifestazioni, le autorità hanno adottato misure eccezionali, criminalizzato i raduni pacifici e usato i militari per operazioni di ordine pubblico, mantenendo queste norma anche quando l’emergenza sanitaria era cambiata. Amnesty International ha segnalato l’uso non necessario o eccessivo della forza contro i manifestanti in almeno 85 dei 154 Stati analizzati, diffusi in tutti i continenti. Le forze dell’ordine hanno usato in maniera impropria armi da fuoco, gas lacrimogeni e proiettili di gomma che hanno ucciso centinaia di persone e ferite molte altre.

Le voci indipendenti e critiche sono state represse con la scusa di frenare la diffusione della disinformazione sul Covid-19. In Cina e Iran soprattutto, le autorità hanno arrestato e perseguito persone che avevano criticato i piani di risposta alla pandemia. Numerose sono state le detenzioni e i procedimenti penali arbitrari contro i difensori dei diritti umani e le persone critiche, inclusi giornalisti. Violenze, sparizioni forzate e torture sono state segnalate in troppi casi. Il governo di Andorra ha perfino citato in giudizio per diffamazione un’attivista che aveva denunciato la situazione dei diritti delle donne davanti a un forum di esperti delle Nazioni Unite. Quello del Kosovo ha intentato una causa contro degli attivisti che avevano difeso l’ambiente dalla realizzazione di progetti idroelettrici. Altri Paesi hanno deciso di chiudere alcune Ong e organi di stampa, come in Russia, in Cina nella regione di Hong Kong e in Afghanistan dove, dopo la presa del potere dei talebani, sono stati chiusi più di 200 organi di informazione. Da ricordare anche il caso della Bielorussia, che ha inventato la presenza di una bomba a bordo di un aereo civile su cui viaggiava il giornalista Roman Protasevich, per dirottare il volo così da poterlo arrestare per aver denunciato brogli elettorali.

Migranti

La buona notizia per quanto riguarda i diritti dei migranti è che, a livello locale, è cresciuta la solidarietà, con 15 Paesi che hanno portato avanti progetti di accoglienza e integrazione. Al contrario, la narrazione xenofobica di tanti politici ha permeato l’opinione pubblica. Dodici Paesi dell’Unione Europea si sono rivolti alla Commissione per provare a chiudere un occhio sulle regole di protezione dei rifugiati. Gli Usa hanno utilizzato una politica di respingimento dei migranti provenienti dal Messico con la scusa di non far propagare il Coronavirus. La comunità internazionale, inoltre, ha limitato l’accesso ai porti sicuri. I migranti hanno continuato a subire violenze, torture e abusi. In Libia, con la complicità dell’Ue e in particolare dell’Italia, migliaia di persone sono state sottoposte a sparizione forzata dopo essere state fatte sbarcare dalle unità della guardia costiera libica, mentre altre centinaia sono state espulse con la forza.

Conclusioni

In un mondo migliore, che i Paesi del G7 e G20 avevano detto di voler costruire nel 2021, le istituzioni devono dialogare con la società civile per cercare le migliori soluzioni possibili. Come propone il rapporto di Amnesty, tutti i governi devono redistribuire le scorte di vaccino, con l’impegno delle case farmaceutiche a portarne dove c’è più bisogno. Le piattaforme social devono intraprendere azioni concrete per risondere alla divulgazione di informazioni false o fuorvianti, ma chissà se con l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk la situazione peggiorerà. I governi, inoltre, devono smettere di usare la pandemia, o più di recente la guerra, come una scusa per mettere a tacere l’informazione indipendente, il dibattito pubblico e l’attivismo. I governi, infine, devono tutelare le persone che cercano protezione internazionale, rispettare e salvaguardare i loro diritti e permettergli di rimanere nel proprio territorio, in condizioni accettabili, fino a quando non sia stata trovata una soluzione duratura.

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