Il presidente di Confindustria ha rilanciato la proposta di tagliare il cuneo fiscale
Nello specifico ha proposto di ribaltarne la suddivisione tra impresa e lavoratore, dando un maggior beneficio all’ultimo soggetto.
Continua il braccio di ferro tra il presidente di Confindustria Bonomi e il ministro Orlando. Il titolare del dicastero del lavoro aveva lanciato la proposta di subordinare i sostegni alle imprese all’adeguamento dei salari. Un’idea che era stata respinta da Bonomi. Il leader dell’associazione degli industriali aveva riservato aspre parole verso il piano, definendolo un ricatto e la conferma del sentimento anti-industriale che ancora pervade l’Italia.
Le parole del presidente di Confindustria a Roma
Nell’assemblea generale di Unindustria nella capitale Bonomi ha continuato la polemica: ”Tutti che parlano di equità sociale, di lavoro, ma non danno risposte nel merito alle nostre proposte. E’ innegabile che famiglie e imprese stanno soffrendo in maniera molto forte. Ed è chiaro che dobbiamo dare risposte a quella parte del paese che più soffre”. Ha dichiarato il presidente di Confindustria, che ha proseguito affermando che: “La strada non è la detassazione degli aumenti salariali. Le imprese non hanno spazio per gli aumenti salariali”. E ha motivato la sua posizione spiegando che la mancanza di margini di manovra per i datori di lavoro per una maggiorazione delle paghe dei dipendenti è causata dall’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia. E ha concluso la polemica con una forte affermazione: “chi fa il paradigma: ma se io ti faccio pagare di meno l’aumento salariale tu ne dai di più, è gente che non ha mai frequentato un giorno la fabbrica“.
La proposta di Bonomi per aumentare le paghe
Bonomi ha rilanciato la proposta di Confindustria per aumentare i salari dei lavoratori: la sforbiciata contributiva del cuneo fiscale: “Il taglio dell’irpef ha messo in tasca alla fascia di reddito di 35.000 euro 351 euro. Cosa metteva in tasca agli italiani la proposta di Confindustria? 751 euro al dipendente e minor costo contributivo alle imprese di 520 euro. 1271 euro. Perché noi abbiamo detto: concentriamo nella fascia di reddito più bassa, mentre il taglio dell’irpef è andato ad agevolare la fascia di redditi medio alti”. Il presidente di Confindustria ha proseguito affermando che: “La nostra proposta è di fare un taglio forte, serio, strutturale, di 16 miliardi. Questo vuol dire mettere in tasca gli italiani di quella fascia di reddito 1223 euro. Una mensilità in più per tutta la vita lavorativa”. Bonomi ha poi specificato cosa mette sul tavolo delle trattative con il Governo per questa proposta: ”Il cuneo contributivo oggi è pagato per due terzi dalle imprese e per un terzo dai lavoratori. Noi abbiamo detto che il beneficio deve essere al contrario: due terzi ai lavoratori e per solo un terzo all’impresa. Mettiamo sul tavolo 610 euro di nostra competenza a favore dei lavoratori”. E ha poi spiegato che grazie all’intervento proposto da Confindustria: ”Porteremmo il cuneo fiscale per questa fascia di lavoratori al 40,8%, sotto la media europea”. Il presidente dell’associazione degli industriali ha infine illustrato le modalità di reperimento delle risorse necessarie per attuare la proposta: ”Quest’anno il gettito fiscale sarà di 38 miliardi superiore all’anno precedente”. Di quei 38 miliardi 16 possono essere ridati a famiglie e imprese per un taglio serio. E ha spiegato anche che esiste un’altra via per trovare le risorse necessarie: “Abbiamo una spesa pubblica annuale che ha superato i 1000 miliardi. Possiamo rimodulare quella spessa per 16 miliardi? Credo che se le nostre imprese avrebbero un bilancio di 1000 miliardi e il nostro amministratore delegato ci dice che non riesce a riconfigurare l’1,6% lo manderemmo a casa“.
Bonomi ha concluso il suo intervento con una stoccata al Governo anche sul tema della sicurezza sul lavoro. Il presidente di Confindustria ha ricordato che lo scorso settembre aveva proposto all’amministrazione statale e ai sindacati di fare delle commissioni paritetiche in azienda con imprenditori e lavoratori. “Ma anche a questa proposta di buon senso credo, io sto ancora aspettando risposte“. Ha dichiarato Bonomi.
Marco Orlando