Back to the 2022: il pericoloso trend dei What I Eat in a Day di TikTok
Malsano, pericoloso e diseducativo, il nuovo trend di TikTok sta in poco tempo spopolando, ma la sua nascita risale a diverso tempo fa.
Ad oggi risulta quasi impossibile non visionare un contenuto di questo tipo sui canali social, in particolar modo su Tik Tok, miglior canale ospitante per questi video pericolosissimi per la salute psicologica. Si tratta di video di pochi secondi, in cui inizialmente vediamo un soggetto con un fisico asciutto che mostra gli addominali, per poi spiegare e riprendere tutti gli alimenti e i pasti che mangia durante la giornata per avere quel corpo. Spesso, tuttavia, i pasti sono inesistenti e squilibrati, veicolando il pericoloso messaggio che escludere dalla propria dieta determinati alimenti per dimagrire sia la soluzione.
Cosa mangiare in un giorno secondo i TikToker
Grazie a TikTok e Instagram, sbirciare nella vita di qualcuno, comprese le scelte alimentari più importanti, è diventato purtroppo una routine. Tuttavia, questi video sarebbero nati con un altro scopo. Ovvero, suggerire idee per la preparazione di piatti a chi non è solito cucinare e preferisce pasti preconfezionati. Nel tempo questo trend ha però subito una grande trasformazione, mettendo in evidenza la volontà di sostituire i professionisti e autoproclamarsi guide nutrizionali.
Gli influencer o creator che pubblicano questi video, inoltre, spesso non si rendono conto delle conseguenze che questi possono avere sul pubblico, credendo di essere una vera e propria ispirazione salutare per gli altri. Al contrario, secondo gli esperti di salute, sarebbero da condannare subito poiché molto pericolosi e a rischio promozione di disturbi alimentari.
I disturbi alimentari nel 2022
Patologie da sempre esistite, sono state sfortunatamente incrementate dalla pandemia e incentivate da contenuti malsani che spopolano ad oggi sui social media.
Nonostante esistano diverse sfaccettature e patologie diverse, i disturbi alimentari più conosciuti sono: anoressia, legata primariamente ad un ingiustificato timore di ingrassare che porta il soggetto a privarsi sempre di più di cibo, la bulimia, in cui periodicamente la restrizione alimentare è interrotta da abbuffate pantagrueliche e il binge eating, in cui gli eccessi alimentari non sono seguiti da condotte di eliminazione come nella bulimia.
Secondo uno studio pubblicato di recente dall’International Journal of Eating Disorder, una revisione di 53 ricerche condotte sul tema che ha coinvolto complessivamente oltre 36 mila pazienti, con età media di 24 anni di cui oltre il 90% donne, ha dimostrato un aumento del 36% dei sintomi associati a disturbi alimentari e boom di ricoveri, aumentati del 48%, in periodo di pandemia.
“Se mangi come me diventerai come me”
A peggiorare la situazione già resa nota dallo studio, ci si aggiungono come anticipato i messaggi veicolati dai social media.
“Se mangi come me diventerai come me”, questo è il concetto alla base dei what i eat in a day, che mostrano più del semplice cibo, ma un vero e proprio modello (sbagliato) da seguire. Inoltre, spesso il corpo che viene mostrato come “obiettivo” non è realistico e frutto di diverse modifiche fittizie. TikTok, a causa di questo tipo di contenuto, di recente è finito sotto l’occhio del ciclone, ma non è la prima volta che succede. Ricordiamo ad esempio la Benadryl Challenge, la challenge dell’olocausto, ma anche la vicenda di Jonathan Galindo e tutte quelle sfide virali pericolose che tuttora circolano. Ad oggi però il binomio TikTok e disturbi alimentari non è più trascurabile.
Le linee guida di TikTok vietano agli iscritti di postare “contenuti che rappresentino, promuovano, considerino normale o esaltino i disturbi alimentari o altri comportamenti associati con questi ultimi che possano causare perdite di peso pericolose”, ovviamente regole così generalizzate vengono interpretate dal singolo soggetto, che di fatto continua a fare ciò che vuole. Tuttavia, di recente, il social ha stretto il cerchio anche attorno a contenuti, soprattutto a pagamento o frutto di collaborazione tra tiktoker e aziende produttrici, che promuovono integratori e soluzioni dimagranti di dubbia efficacia.
Perché questi video sono inutili
La tendenza dei what i eat in a day, si avvicina ai 9 miliardi di visualizzazioni. Al contrario del messaggio lanciato però, e cioè che basta seguire la dieta di tizio e caio per essere super in forma prima della prova costume, i what i eat in a day sono totalmente inutili.
In primis, perché spesso non sono veritieri, quello che ci viene mostrato è spesso una piccola parte di ciò che il creator mangia in una giornata, e secondo perché se anche fosse realmente tutto il suo introito calorico giornaliero sarebbe comunque basato su quella persona e le sue abitudini.
Una ricerca condotta da un gruppo di studio sui principali social media, ha rilevato che anche Instagram ha peggiorato l’immagine corporea di una ragazza su tre negli Stati Uniti. Oltre il 40% degli utenti di Instagram adolescenti che hanno riferito di sentirsi “poco attraenti” ha affermato che i sentimenti sono iniziati quando si utilizza l’app.
I contenuti correlati ai what i eat in a day
Scrollando tra i contenuti sul tema, inoltre, si viene catapultati in un mondo ancora più pericoloso, fatto di altrettanti contenuti malsani in tema alimentazione. I protagonisti diventano quindi i superfood, ricette low-fat, ingredienti rinomati per l’apporto proteico, preparazioni fit e la sbagliatissima guerra contro i tanto temuti carboidrati.
Tali tipologie di video, hanno sottolineato gli esperti, conducono inevitabilmente il soggetto influenzabile verso una sorta di ansia rispetto a quello che mangiano durante la giornata, portandolo a fare una comparazione tra la propria alimentazione a quella degli altri in una vera e propria fissazione.
Nonostante tutte le piattaforme social si siano trovate a dover fare i conti con questi tipi di contenuti, TikTok appare la più pericolosa di sempre e la spiegazione è abbastanza ovvia. Il pubblico del social cinese è di fatto il più giovane di sempre, con età compresa tra 16 e 24 anni.
A enfatizzare ulteriormente il problema, infine, è il behavioral targeting di TikTok, che una volta scoperta la tipologia di video vista dallo spettatore gliene mostra sempre di più dello stesso tipo.