Attacchi all’autodeterminazione femminile negli Stati Uniti
Possibile che ci sia di nuovo il bisogno di tornare in piazza a lottare per diritti assodati da decenni? Sui corpi delle donne si giocano parecchie battaglie e oggi più che mai questioni di genere e post-coloniali si intrecciano
Il diritto all’aborto è in pericolo negli Stati Uniti, poiché la maggioranza conservatrice della Corte Suprema ha votato per abolirlo. La situazione americana è piuttosto particolare, perché a differenza, il diritto all’aborto non discende da un referendum popolare, bensì da una sentenza detta Roe vs Wade, che nel 1973 lo aveva legalizzato. Fu riconosciuto il diritto ad interrompere la gravidanza per Norma McCorvey, per cui divenne una prassi accettata, anche se parecchie sono state le controversie da allora, sia per chi è contro l’aborto per motivi religiosi, sia per chi ritiene che non sia corretto applicare una simile pratica senza una legge decisa dai cittadini.
Precedenti e sostenitori
Per adesso occorre attendere la pubblicazione definitiva del testo e probabilmente il fatto che la notizia sia trapelata potrebbe contribuire alla formazione di movimenti di protesta. Già nel 2018 nel Mississipi, il caso pendente Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization sulla costituzionalità del divieto di abortire dopo la quindicesima settimana di gravidanza aveva suscitato (generalmente erano previste 24 settimane). Ciò che potrebbe avvenire con la nuova bozza di opinione di maggioranza, sarà che ogni stato possa decidere autonomanete come avvenuto per la pena di morte. Il presidente della Corte Suprema John Roberts ha confermato il fatto e comunque già a febbraio c’era stato un voto informale in cui erano stati a favore dell’abolizione dell’aborto Alito, nominato da Bush figlio e Thomas, scelto da Bush padre, oltre a Gorsuch, Kavanaugh e Barrett, alleati di Trump.
Aborto e razzismo
Alito ha dichiarato nella sua sentenza che il diritto all’aborto è anti costituzionale e va votato e il fatto ogni Stato potrà decidere autonomamente provocherà numerosi spostamenti da uno Stato all’altro, che potranno complicare situazioni già delicate sia a livello sociale, che di salute delle donne. Alito ha anche scritto che si tratta di un problema razziale, poiché di solito le interruzioni di gravidanza vengono fatte da afroamericane, quindi a suo avviso chi è a favore dell’aborto lo è perché vuole limitare la nascita di persone di colore. Inoltre evitare l’aborto faciliterebbe le adozioni che possono essere una valida alternativa per chi vuole interrompere la gravidanza. Chissà cosa ne pensano le donne… A Washington la polizia si sta già preparando a domare le rivolte previste. Centinaia di persone hanno infatti immediatamente organizzato delle proteste davanti alla Corte suprema, la maggior parte sono contrari all’abolizione, con striscioni e slogan quali “Lasciate le leggi fuori dalle mie mutande” oppure “My body, my choice” (Androknos) e non manca qualcuno del movimento pro vita, con messaggi che inneggiano a contenuti religiosi.