Si è spento nella notte del 3 maggio scorso, nella sua casa di Cantalupo, circondato dall’affetto dei suoi cari, il compositore Boris Porena. Il Maestro è stato un intellettuale, un compositore, un grande innovatore e studioso di didattica musicale, un faro dell’educazione libertaria e dell’interculturalità. A Roma ha studiato con Goffredo Petrassi e ha avuto come compagni di studi Aldo Clementi, Sergio Cafaro, Ennio Morricone. Sono molti i sui libri nell’ambito della didattica, della pedagogia, ma anche della riflessione filosofica. Porena ha lottato per il cambiamento nel mondo della musica a partire dall’educazione nella prima infanzia, convinto che le fondamenta di una buona didattica siano la base più importante nella crescita dell’individuo. Ha inseguito questa “utopia” per gran parte della sua vita.
Ripeto: la scuola dovrebbe essere la punta di diamante della cultura in evoluzione, non il fanalino di coda. Di tutta la mia attività è questo che vorrei “passare”. Se fossi riuscito a smuovere la situazione anche di un micron, sarei soddisfatto della mia vita. Non mi interessa la filosofia in quanto tale, in astratto, ma i suoi effetti pratici: il problema della sopravvivenza è diventato acuto, urgente. Non ci sono ricette, non c’è all’orizzonte una soluzione garantita, c’è semmai molto lavoro da fare…Come già citato da molti, “non ci sono sentieri, non c’è che camminare”. Camminare sì, ma con un faro davanti, con una speranza di sopravvivenza per la nostra specie.
Boris Porena, L’utopia possibile, a cura di Giorgio De Martino, edito da Zecchini, 2004