RESISTENZA: “ALBA”, ROMANZO DI UN MANAGER CON GLI OCCHI DI SUO PADRE 

a disguised shelter in the forest under the snow. Partisan dugout in winter forest. Earth-house built by Soviet partisans in Ukrainian forest during Secont World War.

“Alba”, la storia di una staffetta partigiana raccontata in prima persona

Un romanzo di formazione in cui seguiamo la crescita del protagonista dall’adolescenza all’età adulta

“Alba” (Gambini Editore),  è un racconto partigiano ambientato tra le Langhe e il Monferrato nei mesi precedenti alla Liberazione del 25 aprile 1945.
Ispirato a una storia vera, Alba è il nome di battaglia del giovane protagonista, un quindicenne che, insieme ad altri coetanei, aiuta la Resistenza facendo da staffetta per rifornire i partigiani di armi.

La sua avventura coincide con il passaggio dall’adolescenza all’età adulta e si intreccia con le grandi vicende storiche del nostro paese alle soglie della fine della Seconda Guerra Mondiale.
Un racconto agile, intenso e coinvolgente, che invita a riflettere sui valori e le speranze che hanno guidato tanti giovani nella lotta per la conquista della libertà dal dominio fascista.
Il libro è stato presentato oggi alla Sala Stampa della Camera dei Deputati davanti a parlamentari e storici. Presente anche l’autore, Guido Perosino.

”Alba” e’ un romanzo, praticamente quello che Guido ha sentito dal papa’ quando quest’ultimo, in uno dei tanti viaggi tra il Piemonte e l’Umbria, regione dove si sono trasferiti come famiglia, gli ha per la prima volta dopo tanti anni parlato della sua storia, della sua esperienza di giovanissimo partigiano.

”Pero’ attenzione – ha voluto precisare Guido Perosino, manager e Presidente di Anas International Enterprise e gia’ presidente della Quadrilatero Spa – per una promessa fatta al padre, mio papà non ha ucciso nessuno. La sua esperienza di giovanissimo partigiano nasce in una parrocchia di Alba, con il parroco che aiutava i partigiani in montagna e da una pistola (una di quelle armi che il parroco teneva dopo la disfatta dell’ esercito italiano nel 1943 che mio papa’ tenne per se e non la porto’ alle brigate partigiane) che cade mentre mio papa’ a 14 anni in una lezione di ginnastica alle superiori viene scoperto dal maestro, un fascista che subito lo ha accompagnato alla Polizia fascista. Dopo averlo picchiato e aver procurato fratture alle mani lo riaccompagnano a casa. Mio papa’ non ci pensa due volte e va dal parroco che gli consiglia di andare dai partigiani. Li la storia vera di un giovane partigiano, una staffetta, ha inizio fino alla liberazione dove incontra mio nonno e gli comunica che ha mantenuto la promessa di non aver ucciso nessuno”.

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