Manca ancora un anno alle elezioni regionali in Lombardia del 2023, ma è già una corsa contro il tempo per trovare il nome del perfetto candidato.
Troppo presto? Forse. Ma prima delle ferie estive il centrosinistra è costretto già ad avere qualche risposta.
Prima tra tutte, primarie sì o primarie no? C’è solo un modo per saperlo: se entro pochissimo tempo non si deciderà un nome che potrà convincere tutta la coalizione di centrosinistra, il Partito Democratico andrà alle primarie. Per organizzarle saranno necessari almeno due mesi e potrebbero essere in programma per settembre.
Questo vuol dire che il toto nomi è già iniziato: o c’è un nome forte che mette d’accordo tutta l’opposizione in Regione, oppure il PD procederà con la consultazione. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha fatto sapere di non avere nessuna intenzione di candidarsi: “La mia candidatura alle regionali lombarde è esclusa. “Io non posso, è oggettivamente troppo presto, non sarebbe serio. E non sarebbe in linea con quello che sono io: mi sono preso un impegno con i milanesi”. Lo ha fatto sapere, interpellato dai cronisti, a margine della presentazione della 23esima edizione della Milanesiana 2022 al Piccolo Teatro Grassi. Parole che confermano che Sala esclude la propria candidatura solo per una questione di opportunità. Riguardo agli avversari ha precisato, “penso che alla fine Fontana si candiderà: sembra abbastanza naturale che lo faccia. Dal nostro punto di vista, escludendo una mia candidatura, penso che la questione sia se fare delle primarie oppure no. Il punto è tenere insieme una coalizione larga. Non sarà facile, però mi pare che è su questo che stiano lavorando.
L’obiettivo rimane sempre arrivare a una decisione per l’estate”, ha concluso il sindaco. Il candidato dei Dem potrebbe essere una donna (l’ultima presidente della regione di sinistra fu Fiorella Ghilardotti nel 1992). “Potrebbe essere un bel segnale”, ha detto il primo cittadino di Milano commentando l’ipotesi, circolata tra le altre, dell’europarlamentare PD Irene Tinagli come candidata del centrosinistra alla presidenza della Lombardia.
Il centrodestra, nel frattempo, si agita in attesa di sapere se il governatore Attilio Fontana deciderà di ricandidarsi una volta superate le pressioni della sua famiglia, perché prenda in considerazione l’ipotesi rinuncia dopo l’udienza preliminare per le sue vicende giudiziarie. Le tempistiche per la scelta del candidato, comunque, lasciano spazio ai colpi di scena. L’economista Carlo Cottarelli, rispondendo alle domande su una sua possibile candidatura alle Regionali lombarde del 2023, a Rai Radio1 ha chiosato: “Se me lo chiedessero insistendo ci penserei riflettendo. È sempre importante avere un ruolo pubblico, ma poi ci dovrei pensare per bene”. “Le voci circolate riguardano il centrosinistra”, ha aggiunto Cottarelli a “Un giorno da pecora”. Lei – chiedono i conduttori – da chi preferirebbe esser indicato? “Se fossero tutti e due sarebbe ancora meglio. Ma dipende da quello che si propone – ha concluso – da quello che si vuole fare”.
Intanto, il Movimento 5 Stelle ha già detto no alla candidatura di Cottarelli, ma se a livello nazionale decollasse una riforma elettorale in chiave proporzionale, l’opzione Bruno Tabacci in Lombardia potrebbe sedurre anche parte dell’area moderata del centrodestra. Come è già accaduto con il governo Draghi. I tempi per individuare il candidato o la candidata per cercare di battere il centrodestra alle Regionali potrebbero slittare a settembre, o comunque entro la fine dell’estate. L’ipotesi di scegliere attraverso una consultazione viene presa in considerazione solo in caso di primarie di coalizione. Non quindi un voto solo del PD. Entro questo mese dovrebbero essere individuate almeno le priorità da inserire in un programma comune. Nel centrodestra, invece, Fratelli d’Italia scalpita. Salvini non “blinda” la ricandidatura di Fontana e il governatore prende tempo.