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Turchia, crimini di guerra contro i curdi

Prosegue il genocidio perpetrato da Erdogan in Kurdistan Armi chimiche, sostituzione etnica, divieto di abitare nel proprio villaggio. Erdogan si...

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Prosegue il genocidio perpetrato da Erdogan in Kurdistan

Armi chimiche, sostituzione etnica, divieto di abitare nel proprio villaggio. Erdogan si serve degli jihadisti per proseguire il massacro del popolo curdo

La Turchia continua ad attaccare il popolo curdo con armi chimiche, ignorando così i valori umani e il diritto internazionale, nel silenzio della Comunità Internazionale. Il Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK) lamenta il fatto che nessuna istituzione si sia mossa e abbia avviato un’indagine, nonostante i ripetuti appelli urgenti. “L’Onu, l’Unione Europea e la OPCW, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche non adempiono i loro doveri – si legge nel comunicato del KNK –. Questo significa che violano le loro stesse regole e incoraggiano lo Stato turco a usare ancora più armi chimiche. Nella nuova operazione di occupazione, iniziata dall’esercito turco il 14 aprile 2022, le armi vietate sono state usate decine di volte contro gli insediamenti civili e i guerriglieri curdi”. Lo stato turco attacca incessantemente il popolo curdo dal 2016, per distruggerne i valori, la cultura, la lingua e l’esistenza. Il 2023 segna i cento anni del Trattato di Losanna, l’accordo che ha diviso in quattro parti il Kurdistan, smembrandolo in quattro aree appartenenti a Turchia, Iraq, Iran e Siria. Il KNK sostiene che il governo di Recep Erdogan mira a completare il genocidio curdo nell’anno del centenario del Trattato. Per farlo, si serve dell’alleanza con gruppi jihadisti, come il Fronte Al-Nusra e lo Stato Islamico.

427 soldati uccisi nel Nord dell’Iraq

Le Forze di Difesa del Popolo (HPG), l’ala militare del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, rivendica l’uccisione di 427 soldati turchi dall’inizio dell’attacco nel Nord dell’Iraq. L’HPG, dal 14 aprile, ha invece perso 25 combattenti. Nelle regioni di Zap e Avaşîn, zone di difesa della città di Medya, le armi chimiche sono state usate ben 113 volte. Il 14 maggio scorso, con diverse azioni, l’HPG ha ucciso 23 soldati turchi, mentre 10 sono rimasti feriti. I soldati turchi in ritirata hanno lasciato venti chili di esplosivi, messi al sicuro dai combattenti curdi.

Divieto di accesso ai villaggi nella campagna di Sirnak

Nei villaggi della campagna di Sirnak, nel Kurdistan turco, le autorità hanno impedito l’accesso alle proprie case in sette villaggi abitati dai curdi, senza dare loro un’alternativa. La decisione è stata presa dal Ministero della Difesa turco come risposta a delle azioni di resistenza del popolo curdo. In quella zona, dal 24 aprile è in corso un’operazione militare che si sta ampliando. Nell’ultima settimana di aprile, le YPG, le Unità di Protezione Popolare, insieme con l’HPG, hanno ucciso otto soldati turchi.

Sostituzione etnica in Siria

Secondo Hamdan al-Abid, politico dell’Amministrazione autonoma siriana nordorientale, la Turchia vuole espandere l’occupazione del Medio Oriente per realizzare i sogni neo-ottomani di Erdogan, annettendo territori che vanno da Aleppo, in Siria, a Mosul, in Iraq. “Per raggiungere questo obiettivo sostiene gruppi jihadisti come il Fronte Al-Nusra e lo Stato Islamico” ha affermato Hamdan al-Abid. Nelle città di Afrin, Serêkaniyê e Girê Spî, è in corso la creazione di insediamenti per un milione di profughi siriani, con il sostegno dell’Arabia Saudita e del Kuwait. Si tratta di un modo per effettuare una sostituzione etnica con il popolo curdo, che è stato allontanato dalle città tramite campagna di guerra atroci. Afrin, in particolare, è stata occupata dalla Turchia nel 2018 dopo pesanti bombardamenti, durante l’operazione militare “Ramoscello d’ulivo”. “Questi campi – prosegue Hamdan al-Abid – sono stati ufficialmente allestiti da organizzazioni umanitarie, ma hanno uno scopo completamente diverso. Faccio appello all’Arabia Saudita e al Kuwait affinché abbandonino questo progetto. Le persone che devono stabilirsi qui non vengono da qui. Questa terra appartiene ad altre persone che sono state sfollate. Questa politica significa rapina e cambiamento demografico mirato, è un crimine contro l’umanità”.

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