giovedì30 Marzo 2023
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Portogallo. Gli ucraini chiedono la messa a bando del Partito Comunista

L’ingerenza dell’Ucraina nella politica interna del Portogallo Il Partito Comunista Portoghese è un partito democratico che ha partecipato attivamente al...

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L’ingerenza dell’Ucraina nella politica interna del Portogallo

Il Partito Comunista Portoghese è un partito democratico che ha partecipato attivamente al processo di liberazione del Portogallo dalla dittatura fascista di Salazar, conclusa il 25 aprile 1974 con la Rivoluzione dei Garofani. Pavlo Sadokha, presidente dell’Associazione degli ucraini in Portogallo, ne ha chiesto la messa al bando, interferendo nella politica interna del Paese. Qualche giorno prima della sua dichiarazione erano stati pubblicati i suoi legami con l’estrema destra nazista e xenofoba. Non è il primo attacco che il PCP riceve dagli ucraini. I legami dell’estrema destra nei due Paesi risalgono a diversi anni fa

La politica portoghese è andata in subbuglio per le dichiarazioni di Pavlo Sadokha, presidente dell’Associazione degli ucraini in Portogallo, che con i connazionali che vivono lì ha messo in dubbio la legittimità ad esistere del Partito Comunista Portoghese e ne ha suggerito la messa al bando. Il PCP è un partito democratico che ha partecipato attivamente al processo di liberazione del Portogallo dalla dittatura fascista di Salazar, conclusa il 25 aprile 1974 con la Rivoluzione dei Garofani. Si tratta di dichiarazioni fasciste che “costituiscono un intollerabile affronto al regime democratico in Portogallo”, come recita il comunicato del PCP e che fanno parte della campagna di criminalizzazione che sta subendo per essersi mobilitato per la pace. Il Partito Comunista Portoghese, infatti, ha denunciato la strumentalizzazione dell’Assemblea della Repubblica, il Parlamento portoghese, per l’istigazione alla guerra e non ha partecipato alla seduta quando è intervenuto il presidente ucraino Zelenski. Qualche giorno prima della richiesta di Sadokha, un reportage pubblicato sul giornale Setenta e Quatro dal suo caporedattore Ricardo Cabral Fernandes, un giornalista che si dedica alle indagini sull’estrema destra e sulle sue connessioni internazionali, aveva rivelato i legami di Pavlo Sadokha con l’estrema destra del suo Paese.

Chi è Pavlo Sadokha

Pavlo Sadokha è il leader più noto della comunità ucraina in Portogallo e nelle ultime settimane è diventato un habitué dei media portoghesi. Nato a Leopoli nel 1970, la sua famiglia era coinvolta nell’Organizzazione ultranazionalista dei nazionalisti ucraini (OUN) di Stepan Bandera, nazista che ha collaborato con Hitler nello sterminio di ebrei e polacchi. Pavlo Sadokha è emigrato dall’Ucraina in Portogallo nel 2001 e dal 2010 è presidente dell’Associazione degli ucraini in Portogallo. In quell’anno, l’allora presidente ucraino Viktor Yushchenko ha conferito a Stepan Bandera il titolo postumo di Eroe dell’Ucraina, una decisione che non è stata accolta bene dal Parlamento europeo, che il 25 febbraio 2010 l’ha fortemente criticata in una risoluzione. Pavlo Sadokha fu il primo firmatario di una lettera aperta contro questa risoluzione, in cui difendeva Bandera “come uno dei più brillanti combattenti dello Stato indipendente e conciliare dell’Ucraina, un simbolo dell’Ucraina indipendente”. A firmarla anche i leader delle associazioni ucraine in Italia, Germania, Spagna e Grecia. Sadokha non si è fermato alle parole di elogio per Bandera e ha reso omaggio alla sua tomba a Monaco di Baviera, in Germania. Tra il 2012 e il 2014, Pavlo Sadokha è stato consigliere del deputato Yuriy Syrotiuk del partito Svoboda, eletto alle elezioni legislative del 2012. Il politologo ucraino Andreas Umland ha definito Svoboda “un partito razzista che promuove esplicitamente idee etnocentriche e antisemite”. Syrotiuk era allora una delle figure più importanti di Svoboda, che ha svolto un ruolo fondamentale nelle proteste di Euromaidan, sfociate in un colpo di stato agli inizi del 2014 che ha deposto il presidente Yanukovych. Svoboda ha fatto parte della coalizione di governo per alcuni mesi, fino all’organizzazione e allo svolgimento di nuove elezioni. Tra le misure programmatiche del partito c’erano la messa al bando del Partito Comunista di Ucraina e della lingua russa come seconda lingua ufficiale. Entrambe sono state adottate dal Parlamento ucraino. Nel 2014, l’estrema destra ha approfittato della guerra in Donbass, che gli ucraini hanno definito “operazione antiterrorismo”, per creare diversi battaglioni. Anche Svoboda ne ha creato uno, il Battaglione Sich, che, come il Battaglione Azov, è entrato a far parte delle forze di sicurezza volontarie di Kiev, rinominandosi 4a Compagnia Sich del Reggimento di Kiev, un’unità speciale di polizia. Pavlo Sadokha, nell’ottobre 2014, si è recato a Kiev per consegnare munizioni, medicine e cibo al Battaglione Sich. Dal 2016 in poi, le relazioni tra Sadokha e il nuovo presidente, Petro Poroshenko, hanno irritato il partito, che ha definito Sadokha un venduto. Fino ad allora, l’Associazione degli ucraini in Portogallo raccoglieva e forniva di materiale il battaglione nazista. Da allora l’Associazione ha deciso di inviare i suoi aiuti al battaglione ultranazionalista del Pravyj Sektor, Settore Destro, ma non sono mancati rifornimenti anche al Battaglione Azov. Con lo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia, i media hanno prestato particolare attenzione alla comunità ucraina residente in diversi Paesi, facendo così da trampoino di lancio per i proclami di estrema destra di Sadokha, tra cui la messa a bando del Partito Comunista Portoghese.

L’attacco hacker al sito del PCP

Ai primi di aprile scorso, il sito web del Partito Comunista Portoghese è stato vittima di un attacco informatico da parte di hacker filo-ucraini, in quella che dicono essere “un’operazione puntuale e chirurgica”. Il messaggio di minaccia degli hacher recitava così: “Possa la disperazione di una nazione massacrata pesare sulla vostra coscienza. Rifletti, era solo un avvertimento. Non abbiamo fatto del male. La prossima volta riveleremo alcuni dei tuoi segreti”, si legge in una dichiarazione degli hacker, citata dalla CNN Portugal. Aver boicottato l’intervento di Zelensky all’Assemblea della Repubblica deve aver inciso sull’attacco e la minaccia degli hacker.

I collegamenti tra l’estrema destra portoghese e quella ucraina

Come scrive ancora Ricardo Cabral Fernandes sul giornale Setenta e Quatro, nel 2013 in Ucraina è stata fondata la rete internazionale neonazista Misanthropic Division, per lottare per la creazione di uno stato etnocentrico. È stata vicina al Settore Destro fino a quando ha scelto di rafforzare i legami con il Battaglione Azov. poiché questo ha acquisito maggiore rilevanza e sviluppato una migliore struttura organizzativa. “La Divisione Misantropica si definiva “una confraternita nazionalsocialista esclusiva degli uomini europei ed euro-discendenti”. Nel 2015 la cellula portoghese della rete neonazista ha organizzato una conferenza a Paço de Arcos, a Oeiras. L’oratore principale è stato l’italiano Francesco Saverio Fontana, legato al movimento neofascista italiano CasaPound e poi membro del Settore Destro. Fontana era in tournée in Europa – passò anche nel Regno Unito e in Francia – per reclutare combattenti per i ranghi della Divisione Misantropica e del Settore Destro. Oggi, solo la cellula ucraina mostra segni di vita significativi, ma i legami internazionali sono stati creati.

Dal 2014, le forze di sicurezza portoghesi e i servizi segreti monitorano i rappresentanti delle milizie neonaziste ucraine in Portogallo, in particolare quelli legati al Battaglione Azov e al Settore Destro, con l’accusa di “reclutamento, raccolta di supporto logistico e finanziamenti”, come ha rivelato una inchiesta su Expresso nel 2015, quando Sadokha aveva detto di aver già raccolto “più di 60mila euro e comprato un furgone e una jeep” da spedire in Ucraina.

Il caso Mario Machado

A fine marzo scorso, il neonazista portoghese Mario Machado ha richiesto e ottenuto dal tribunale di essere dispensato dalla firma quindicinale in questura cui era costretto a causa di una lunga serie di condanne, per potersi recare in Ucraina e dare un contributo alla guerra contro l’invasione Russa. Fondatore di organizzazioni neonaziste come il Fronte Nazionale e Nova Ordem Social, era stato arrestato nel novembre 2021 per possesso illegale di armi, nell’ambito di un’indagine su crimini d’odio, razzismo e istigazione alla violenza a seguito di commenti pubblicati su Internet. Machado ha accumulato diverse condanne per crimini di odio razziale e offesa all’integrità fisica.

Le polemiche per la sua liberazione sono state infinite, ma gli ucraini non gli hanno comunque concesso il permesso di entrare nella Legione, perché, spiega il colonnello Sergii Malyk, addetto militare all’ambasciata Ucraina in Francia, non si possono accettare persone che abbiano la fedina penale sporca.

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