Un Think Tank americano denuncia la Russia
Non solo il bilancio dei morti è atroce, la Russia mira a disumanizzare gli Ucraini, anche attraverso giocattoli e cartoni animati: è ufficiale la violazione alla Genocide Convention del 1948
Tragici resoconti
Tre mesi pieni ormai di guerra russo-ucraina con un nuovo bersaglio, Severodonetsk, nella regione del Donbass, dove i Russi hanno mietuto 1.500 vittime anche in prossimità dei rifugi antiaerei, presi di mira proprio perché luoghi di riparo. La stima è stata riferita da Oleksandr Struk, sindaco della città, il quale ha dichiarato su Androknos che riguardo alle case, ”il 60 per cento, sono state distrutte dai bombardamenti russi, mentre l’80-90 per cento sono state danneggiate e necessitano di importanti interventi per la ricostruzione”. Intanto secondo l’ONU dall’inizio dell’invasione sono circa 4mila i civili uccisi in Ucraina e i feriti circa 4.700. I bambini deceduti dal giorno dell’inizio del conflitto armato sono 241 e i feriti 438, come ha rivelato l’ufficio del Procuratore generale ucraino, anche se sono bilanci approssimativi e in via di modificazione quotidiana. Inoltre, secondo Lyudmila Denisova, commissario per i Diritti Umani di Kiev, sono stati rapiti finora almeno 230mila bambini, di cui 121mila deportati, dopo essere stati strappati alle loro famiglie, forse per colmare il crollo della natalità russa (Avvenire).
Armi e ancora armi
L’esercito russo ha attaccato la città da Nord e da Sud, mentre gli Ucraini che non hanno avuto il tempo di evacuare la zona, continuano a resistere. Dmytro Kuleba, il ministro ucraino della difesa ha dichiarato su Twitter che “L’offensiva russa in Donbass è una battaglia spietata, la più grande sul suolo europeo dalla Seconda guerra mondiale”, invitando gli alleati a inviare al più presto armi e munizioni. È dello stesso avviso, come sempre, Volodymyr Zelensky che ha addirittura definito il finanziamento militare all’Ucraina come “il miglior investimento” per la “stabilità nel mondo”, specificando la strumentazione necessaria: “lanciarazzi multipli, tank, armi antinave ecc” (Androknos). Severodonetsk, per la sua vicinanza geografica a Donetsk e Lugansk potrebbe essere il fulcro per le sorti del conflitto, infatti secondo Dimitrij Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza russo queste città non torneranno più all’Ucraina» ha aggiunto, citando gli accordi di Minsk firmati nel 2014. Essi prevedevano che le regioni separatiste filorusse del Sudest ucraino, quali il Donbass avessero una maggiore autonomia, con ritiro di armi pesanti, scambio di prigionieri ecc, ma da allora le violazioni agli accordi sono state numerose.
Russificazione di Mariupol
Intanto vicino a Mariupol, a Stary Krym continuano le terribili scoperte di corpi senza vita nelle fosse. La notizia è stata riferita dal consiglio comunale di Mariupol, attraverso Ukrinform: si tratterebbe di uno scavo rilevato dal satellite e secondo il sindaco della città Vadym Boychenko, i Russi stanno coinvolgendo la popolazione civile nelle sepolture, in cambio di cibo e acqua. A Mariupol simbolo della resistenza ucraina, o meglio in quel che resta della città, sono stati installati dei maxischermi per trasmettere contenuti di propaganda russa. L’opera di “russificazione” riguarda principalmente in bambini rimasti in patria, spesso orfani, per i quali la Russia ha stabilito che l’anno scolastico sarà esteso fino al primo settembre, allo scopo di “de-ucrainizzarli” attraverso la formazione scolastica. Si studierà storia e letteratura russa e addirittura i cartoni animati trasmessi dai maxischermi, insieme ai giocattoli distribuiti dai soldati, recano messaggi propagandistici filorussi. Anche l’autodifesa ucraina aveva puntato sugli aspetti ludici, con Mriya l’aereo di peluche, che riprendeva il nome e la forma dell’aereo cargo ucraino distrutto dai Russi e il missile Javelin, che gli Usa avevano fornito all’esercito ucraino, sempre in peluche (Ansa). Ora la russificazione infantile è la nuova frontiera dell’orrore.
Si parla ufficialmente di genocidio
Il New Lines Institute for Strategy and Policy, un “think tank”, cioè un gruppo di esperti apartitico di Washington D.C. che lavora sulla politica estera americana insieme al canadese Raoul Wallenberg Center for Human Rights ha pubblicato un report intitolato “An Independent Legal Analysis of the Russian Federations Breaches of the Genocide Convention in Ukraine and the Duty to Prevent”, in cui sostanzialmente si afferma che la Russia sta attuando un genocidio in Ucraina. Si parla di diniego dell’esistenza e dell’identità del popolo ucraino: mentre i funzionari russi parlano di “denazificazione”, infatti gli Ucraini sono definiti nazisti per essere identificati col male assoluto e apparire bersagli legittimi, tuttavia il report evidenzia gli aspetti disumanizzanti del linguaggio militare utilizzato dalla propaganda, che li definisce come “subumani”, “contaminati”, “zombies”. Vengono inoltre fornite prove dettagliate relative alle uccisioni di massa e alle deportazioni forzate di civili rendendo la Russia rea di aver violato la Genocide Convention adottata dall’ONU nel 1948, che stabiliva tre criteri essenziali per l’accusa: aver ucciso, aver compiuto l’assassinio contro un gruppo nazionale, etnico o religioso, aver agito con l’intenzione di distruggere in parte o in tutto il gruppo vittima. Naturalmente la Convenzione prevede la tutela dei diritti della popolazione oppressa, attraverso l’istituzione di un tribunale internazionale e il ricorso agli organi competenti dell’ONU.