La vice-ministra ucraina Dzhaparova spiega in Italia il suo punto di vista

Possibile mediare fra i ministeri degli Esteri russo e ucraino?

La portavoce del ministro degli Esteri Marija Zakharova stronca la proposta italiana di negoziato; intanto la vice-ministra ucraina Dzhaparova parla all’Università Louiss di embargo del petrolio ed esclusione delle banche russe dal sistema internazionale SWIFT

Il rifiuto russo 

La vice ministra ucraina Dzhaparova è stata invitata a tenere una lezione in una università italiana proprio nel momento del rifiuto di Mosca delle proposte italiane per la risoluzione del conflitto, un piano illustrato da Di Maio al segretario generale della Nazioni Unite Antonio Guterres. Il testo è stato definito su telegram “Un flusso di coscienza slegato dalla realtà” da parte dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, con riferimento alla proposta di rendere la Crimea autonoma e comunque parte dell’Ucraina. Marija Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha dichiarato che non si può da un lato fornire armi all’Ucraina e dall’altro proporre soluzioni diplomatiche e che assolutamente la Russia non cederà alle richieste europee. Il rapporto storicamente positivo fra Italia e Russia non ha facilitato la mediazione, non sembrano esserci spiragli per le trattative, la Russia che registra alcune vittorie non sembra voler accettare un cessate il fuoco in questa fase, mentre l’Ucraina non è disposta a cedere alcun territorio. Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo un confronto con Putin ha sentito Zelensky, per discutere sulla situazione delle regioni ucraine orientali, ribadendo il sostegno del governo italiano e dell’Unione Europea all’Ucraina. Si è discusso delle possibilità di sbloccare le esportazioni di grano dall’Ucraina verso i Paesi più poveri, ora profondamente in crisi e il Presidente Zelensky ha espresso apprezzamento per l’impegno da parte del governo italiano concordando futuri confronti con il Presidente Draghi sulle possibili soluzioni.

Dzhaparova e le sue proposte alla Louiss

La viceministra degli Esteri ucraina, Emine Dzhaparova, durante una lezione alla Luiss, dal titolo ‘Ucraina e Unione Europea: insieme’, ha dichiarato che a Mariupol i Russi bruciano i morti per non essere denunciati, paragonando una eventuale annessione di Crimea e Donbass alla Russia, alla situazione in cui i Sudeti e l’Austria divennero territori della Germania di Hitler. Rispondendo alle domande degli studenti del master in Giornalismo e comunicazione multimediale, Dzhaparova ha definito l’Ucraina cuore dove i Russi avrebbero portato dei forni crematori per nascondere le tracce dei propri crimini. Altri crimini contro l’umanità sarebbero stati gli attacchi ai mezzi utilizzati per l’evacuazione dei civili e quelle che lei definisce “deportazioni” sono per i nemici trasferimenti per motivi umanitari in zone occupate dalla Russia. Molte di queste persone erano senza documenti o minori non accompagnati e i cosiddetti “trasferimenti” erano già iniziati con l’annessione della Crimea nel 2014. A suo avviso l’unico modo per fermare la Russia è l’embargo del petrolio, ma molti Paesi dell’Unione europea non saprebbero come sostituire l’oro nero russo, per questo l’eventualità è oggetto di attuale discussione. Altra strategia proposta, sarebbe l’esclusione delle banche russe dal sistema Swift, Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, il sistema di trasferimento di denaro fra istituti bancari internazionali (Dire).

Trasformazioni geopolitiche in atto

In seguito Dzhaparova ricostruisce gli avvenimenti a partire dal fatidico 2014, quando ci fu una rivoluzione del popolo che voleva aderire all’UE (Rivoluzione di Maidan), contro il presidente Viktor Janukovhic che aveva invece sospeso il percorso di adesione. Morirono circa 100 persone negli scontri violenti e Putin approfittò di quel frangente per attaccare Crimea e Donbass. A suo avviso dunque i tempi sono adesso maturi per l’annessione dell’Ucraina all’UE, anche perché il panorama geopolitico è totalmente in trasformazione, basti pensare alla Finlandia e alla Svezia, geograficamente vicine alla Russia, che hanno richiesto di far parte della NATO.

Sostegno dell’Università ai rifugiati ucraini

Saranno così attivate, da parte dell’università Luiss Guido Carli, diverse borse di studio per studenti ucraini, e per le madri in fuga , secondo le dichiarazioni del direttore generale dell’ateneo Giovanni Lo Storto, che ha affermato che lo sconcerto per gli avvenimenti di questa guerra potrà trasformarsi solo grazie alla conoscenza, strumento per passare ad azioni concrete di sostegno alla popolazione accolta in Italia.

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