Siderus Space Dynamics, high-tech italiana di tecnologie aerospaziali

Matteo Barbarossa ha 20 anni ed una startup, Siderus Space Dynamics.

Il nome racchiude un omaggio allo scienziato Galilei ed un programma: realizzare tecnologie per viaggiare nello spazio. Barbarossa è napoletano, studia Fisica all’Università ed è stato recentemente inserito da Forbes nella lista dei 100 under 30 più brillanti d’Italia, nella sezione scienza. La sua startup è stata fondata nel 2019 assieme a Luca Principi con il supporto dell’incubatore Management Innovation, è peraltro finanziata dall’I2C (Invention to Innovation Center) dell’University of Alabama. “Da bambino, passavo giornate a osservare il cratere del Vesuvio, fulmini, treni, aerei. A 15 anni, con due amici, ho partecipato ad una competizione, la Lab2Moon, e l’abbiamo vinta con un esperimento per misurare le capacità radio schermanti delle biomasse sulla Luna”. La competizione di cui parla Mattia è un concorso internazionale indetto dalla Nasa vinto superando ben 3.200 squadre di 50 Paesi del mondo.

Tuttavia, prima di ideare Sidereus, rivela Mattia, l’idea di fondo era un’altra. “Avevo iniziato la progettazione di un satellite interplanetario che si sarebbe potuto muovere dalla bassa orbita terrestre verso le lune di Marte. Il vero impedimento, più delle sfide tecnologiche, era l’impossibilità trovare un veicolo di lancio sostenibile, soprattutto a livello economico”. Motivo per cui, una volta creata la startup, il focus del prodotto si è spostato dalla creazione di un sistema di trasporto non più dallo spazio allo spazio profondo, ma “un mezzo che potesse risolvere il vero problema della nuova era spaziale: come arrivare nello spazio nel modo più semplice e meno costoso”. La prima bozza del progetto è nata con l’idea di realizzare un satellite interplanetario pensato per muoversi dalla bassa orbita della terra verso Marte. Quest’obiettivo, però, ha subito incontrato il primo impedimento: trovare un veicolo di lancio sostenibile sia a livello ambientale che a livello economico. Per questo Sidereus Space Dynamics, sin dalla sua nascita, si è concentrata su un “semplice” problema: come arrivare nello spazio nel modo più semplice ed economico possibile.

L’azienda ha raggiunto traguardi importanti in termini di raccolta di capitali e operazioni di investimento. Il fondo ha raggiunto una dimensione complessiva di 85 milioni di euro tramite le ultime operazioni di fundraising e l’avvio di un fondo parallelo dedicato agli investimenti in Italia. Al momento Barbarossa ed i suoi due soci stanno lavorando per la realizzazione dei razzi Eios, lanciatori di nuova generazione, che possono partire da qualsiasi luogo della terra in poche ore, utilizzando propellenti sicuri, immagazzinabili ed a emissioni zero.

Racconta il giovane imprenditore, “ho scalato il Vesuvio dieci volte, cercavo di fotografare i fulmini, inseguendo i temporali. I miei assecondavano le mie follie. A dieci anni ho cominciato a studiare lo spazio. Volevo fare l’inventore, facevo progetti. Ho sfinito il direttore dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte, fin quando mi ha permesso di tenere conferenze. La prima, sull’esplorazione dello spazio profondo, l’ho tenuta a tredici anni”. Barbarossa aveva solo diciassette anni quando aveva pensato di avviare un’impresa sua. Ai tempi frequentava il Liceo scientifico. Ci ha lavorato su, dormendo pochissimo, fino al compimento dei diciotto anni. Poi ha fondato Siderus Space Dynamics.

Giulia Cortese

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