La strada si complica per Gustavo Petro, candidato del centro sinistra dato per favorito
Domenica 29 maggio si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali in Colombia. Gustavo Petro del “Pacto historico”, coalizione di centro sinistra, è al 40,3%. A sorpresa il secondo candidato è Rodolfo Hernández, con il 28,1%, populista che si fa chiamare l’ingegnere e dichiarò di essere “seguace di un gran pensatore tedesco che si chiama Adolf Hitler”. Affossata la destra di Uribe.
In un Paese dove il centro sinistra non ha mai governato, l’ascesa di Gustavo Petro subisce una brusca battuta d’arresto nella corsa alle elezioni presidenziali in Colombia. Dato per favorito, al primo turno ha preso il 40,3%. Petro è il leader di “Pacto Historico” un’alleanza che sotto lo slogan “Colombia, potencia de la vida” vuole difendere l’acqua, l’ambiente e i diritti delle donne. La sua vittoria rappresenterebbe una svolta storica per il Paese sudamericano, fino ad ora governato da esponenti di centro destra legati agli Stati Uniti e all’ex presidente Alvaro Uribe, che domina la scena politica colombiana da inizio secolo. Uribe è stato presidente dal 2002 al 2010, ma l’attuale presidente in scadenza di mandato, Ivan Duque, è del suo stesso partito. Gustavo Petro sperava di vincere al primo turno o doversi sfidare al ballottaggio con Federico Gutiérrez, il sindaco di Medellin candidato della coalizione di destra Equipo por Colombia, in continuità con Alvaro Uribe, che però ha preso il 23,9%. A passare al secondo turno, invece è stato Rodolfo Hernández della Liga de Gobernantes Anticorrupción, che con il suo 28,1% ha destabilizzato la politica del Paese. La “segunda vuelta” si svolgerà il 19 giugno.
Chi è Gustavo Petro
Gustavo Petro ha combattutto con l’organizzazione M-19, un gruppo di guerriglia rivoluzionaria che ha operato in Colombia dagli anni Settanta agli anni Novanta. È questa l’accusa che gli viene mossa dai suoi avversari politici. Gli oppositori di Gustavo Petro sottolineano che è un leader comunista, intransigente e presuntuoso, che trasformerà la Colombia in un Venezuela e, tra le altre cose, promuoverà l’omosessualità nel paese sudamericano. Gustavo Petro, però, è stato anche consigliere di Zipaquirá, rappresentante della camera legislativa, addetto dell’ambasciata colombiana in Belgio, sindaco di Bogotá, senatore per due mandati. Ciò che più spaventa i suoi detrattori è forse la volontà di Petro di creare una commissione indipendente per indagare sugli atti di corruzione nel Paese, sulla base del modello attuato in Guatemala, e per questo ha proposto l’ex magistrato colombiano ed ex presidente della Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala, Iván Velásquez. La sua idea è di creare una commissione indipendente, con il supporto delle Nazioni Unite, che possa indagare sui più grandi atti di corruzione in Colombia, il trasferimento della Procura generale alla magistratura per trasformarla nella grande procura anticorruzione. Questo è il terzo tentativo di Petro di occupare il seggio presidenziale. A fine giornata elettorale, ha commentato: “Quello che si evidenzia oggi è il cambiamento, i partiti alleati del governo Duque, il suo progetto politico, è stato sconfitto. Credo che il voto in Colombia mandi al mondo un messaggio: un’era sta volgendo al termine. Ora si tratta di costruire un futuro, di vedere cosa faremo con la Colombia, cosa vuole la società colombiana dal proprio Paese”. Petro si è rivolto a diversi settori, come il mondo imprenditoriale, al quale ha proposto di scegliere un modello di “giustizia sociale e stabilità economica”. Si è poi rivolto ai cittadini per il secondo turno del 19 giugno: “Serve solo un milione di voti in più, invito tutta questa militanza, questo attivismo, a convincere con calma, con amore, la famiglia, la comunità in cui si vive o si studia”.
La sua candidata alla vicepresidenza, Francia Márquez, minacciata di morte durante la campagna elettorale, così come è successo a Petro, è una attivista per l’ambiente, per i diritti dei popoli afro colombiani e delle donne, con una lunga storia di partecipazione politica in difesa del territorio e ha vinto premi accademici per i suoi studi universitari e la sua posizione ambientalista e anti patriarcale. È stata presidente del Comitato Nazionale per la Pace, la Riconciliazione e la Coesistenza del Consiglio Nazionale della Pace, dove ha partecipato all’attuazione degli accordi di pace tra il governo colombiano e i guerriglieri delle FARC. Di sé stessa dice: “Sono parte di un processo, di una storia di lotta e resistenza iniziata con i miei antenati portati qui come schiavi. Faccio parte della lotta al razzismo strutturale, faccio parte di coloro che lottano per continuare a far nascere libertà e giustizia. Di quelle che custodiscono la speranza di una vita migliore, di quelle donne che usano l’amore materno per prendersi cura del proprio territorio come spazio vitale, di quelle che alzano la voce per fermare la distruzione di fiumi, foreste, brughiere”.
Chi è Rodolfo Hernández
Rodolfo Hernández è un costruttore di 77 anni, si fa chiamare “l’ingegnere”, è considerato il “Trump colombiano”, ha accumulato tanto tempo fa la sua fortuna nel mondo delle costruzioni, condizione che gli ha permesso di entrare in politica attraverso un movimento indipendente, la Liga de Gobernantes Anticorrupción, senza l’appoggio di altri politici o ex presidenti. Hernández è stato sindaco di Bucaramanga, una città situata nell’est del paese, dove ha schiaffeggiato un consigliere dell’opposizione. Ha circa 30 indagini aperte per aggressioni contro pubblici ufficiali. Nel 2019 in un’intervista dichiarò di essere “un seguace di un grande pensatore tedesco chiamato Adolf Hitler”. Disse poi chi si era confuso con Albert Einstein. In questo video, pubblicato da El Pais sul proprio account Twitter, si può vedere l’aggressione e ascoltare la dichiarazione su Hitler. A Bucaramanga è anche accusato di presunte irregolarità nell’appalto del servizio rifiuti attraverso la società Vitalogic. Tra le altre sue dichiarazioni, non sono mancate quelle di sessismo nei confronti delle donne, come “la donna, coinvolta nel governo, alla gente non piace. Va bene se commenta e offre il suo supporto da casa” . Con una campagna elettorale svolta solamente sui social media, in particolare Tik Tok, senza alcun confronto politico, una strategia che sembra aver funzionato nel quadro del suo programma di governo con pochi dettagli, Rodolfo Hernández ha avanzato proposte populiste come sospendere l’uso di aerei ed elicotteri presidenziali o donare tutti i soldi che riceverà come stipendio di presidente. Ha inoltre detto che vuole eliminare i consigli presidenziali sull’uguaglianza delle donne, che eliminerà le ambasciate, costruirà alloggi a basso costo per tutti i colombiani o una cittadella in mezzo alla campagna per i prigionieri, ma ha anche detto che toglierà alcuni privilegi ai membri del Congresso e costringerà ad abbassare gli stipendi dei consiglieri delle unità legislative. Hernández ha fatto sapere che non accetterà il sostegno di nessuno dei candidati sconfitti, ma potrebbe ottenere comunque i voti degli elettori contrari a un presidente di sinistra, un cambio ritenuto troppo radicale visti i decenni di governi conservatori e la tradizionale alleanza di Bogotà con gli Stati Uniti. L’irruzione di Hernández è avvenuta nel quadro della caduta dell’Uribismo, rappresentato nel governo Duque, dall’ex presidente Álvaro Uribe, e dal candidato Gutiérrez. Tuttavia, Hernández ha reso pubblico in un’intervista il suo stretto rapporto con Uribe, quando lo ha sostenuto nella sua candidatura a sindaco di Bucaramanga nel 2015. “Sento che Uribe mi ama, mi ha sostenuto” ha detto Hernández. Dopo i risultati ottenuti, in un discorso per i social network girato nella cucina di casa, senza nessun comitato elettorale, ha dichiarato: “Oggi sappiamo che c’è una ferma volontà cittadina di porre fine alla corruzione come sistema di governo, oggi il Paese ha perso a causa della politica e della corruzione, oggi ha vinto la cittadinanza, ha vinto la Colombia”.