Maverick torna a volare: 36 anni dopo, il sequel di Top Gun

A 36 anni di distanza è giunto nelle sale cinematografiche Top Gun: Maverick, sequel di Top Gun, successo del 1986.

Esattamente come il primo film ha fatto registrare subito incassi considerevoli oltre al gradimento del pubblico e della critica. Al di là dei gusti in materia di cinema, possiamo confermare che il prodotto è ampiamente riuscito.

La genesi (Top Gun)

In principio fu il sorriso spregiudicato e ribelle che, per il blockbuster del 1986, Tom Cruise offrì a Pete Mitchell in arte Maverick, pilota della Marina degli Stati Uniti. Nel film di Tony Scott, Maverick è un talentuoso pilota, il migliore in realtà, ma sulla sua serenità pesa la scomparsa prematura del padre, pilota anch’egli, morto in Vietnam. Pete si innamora di Charlotte “Charlie” Blackwood, istruttrice nel programma di addestramento degli aspiranti Top Gun. Tra i due comincia una appassionante e travagliata storia d’amore, nel frattempo il nostro Maverick trova il tempo di guerreggiare nei cieli, abbattere il nemico, e soprattutto subire la perdita dell’amico e compagno di squadra Goose, morto in volo durante un’esercitazione. Il senso di colpa che impregna l’animo di Maverick attraverserà il sequel appena uscito, dando soddisfazione ai fan che hanno vissuto abbastanza da godersi il ritorno sul maxischermo del proprio beniamino.
Top Gun: Maverick

Mancheremmo al nostro dovere di cronisti se non vi segnalassimo subito che nel seguito non troverete Kelly Mcgillis e nemmeno Meg Ryan. La prima, divenuta poi un’icona per la sua straordinaria bellezza, non è stata contattata dalla produzione nemmeno per un cameo, e il suo personaggio non compare neanche in uno straccio di ricordo annebbiato. Di Carol Bradshaw invece (interpretata in Top Gun da Meg Ryan), compagna di Goose e madre di suo figlio, si saprà che è morta. Troviamo invece il figlio di Goose e Carol, divenuto ormai un giovanotto focoso, pilota ovviamente, in contrasto con Maverick che ritiene responsabile della morte in volo del padre, e di avergli rallentato la carriera. Maverick, nonostante l’invecchiamento anagrafico (e una forma fisica invidiabile), ha conservato il carattere indomito e ribelle, il talento nel pilotare e nel far infatuare donzelle. È toccato a Jennifer Connelly il personaggio di Penny Benjamin, la donna che gestisce il circolo dove i militari vanno a svagarsi. Tenterà invano di resistere al fascino maturo del nostro eroe, rischiando poi seriamente di redimerlo in vista di una potenziale (chissà!) terza parte. Intanto Maverick fa il collaudatore di aerei el’istruttore di un gruppo di brillanti piloti (top gun), tra cui ovviamente c’è Rooster, figlio del compianto Goose. Tutti insieme, piloti e istruttore, hanno il compito di distruggere un deposito nemico, lì dentro viene praticata una procedura di arricchimento dell’uranio, minaccia inaccettabile per la NATO. Fuori dalla finzione cinematografica si è in tempi di guerra (ce ne sono forse mai stati di pace?) contro lo storico nemico russo, e dunque la pellicola diretta da Joseph Kosinski non ci dice mai chiaramente contro chi si spari. Confortati da tale solenne saggezza, ci siamo gustati la visione, le accelerazioni a bassa quota e le virate che i caccia militari percorrono ad altissima velocità. Alcuni tratti ironici sdrammatizzano bene la retorica patriottica che un prodotto del genere implica inevitabilmente. Non mancano momenti in cui due lacrime commosse possono scendere giustificate. Non l’abbiamo ancora scritto, ma ecco che nonostante le cure contro il cancro gli abbiano portato via la voce, Val Kilmer compare egregiamente nel sequel ancora nei panni di Iceman. In Top Gun era compagno di corso di Maverick, adesso è ammiraglio e offre riparo agli eccessi del vecchio amico. In attesa che un presunto figlio o figliastro di Maverick venga a rallegrarci (non fra trentasei anni, potremmo non esserci), vi invitiamo a trascorrere in sala le quasi tre ore che vi prenderà questa produzione. Soprattutto se avete apprezzato l’esordio del secolo scorso, ne vale abbondantemente la pena.

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *