Mentre nel mondo aumenta il numero di coloro che soffrono la malnutrizione, da noi bambini e adolescenti mangiano troppo e male, esponendosi pericolosamente
Nel ricco occidente obesità e spreco di cibo dominano la scena
Viviamo l’epoca dei grandi contrappassi e delle enormi diseguaglianze. La produzione di cibo non è mai stata così alta eppure i numeri dell’insicurezza alimentare, la quantità di persone che ha difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena, cresce. Il rapporto SOFI della Fao, presentato ogni 16 ottobre a Roma, parlava di 810 milioni di persone soggette a tale, brutale, incertezza. La scorsa settimana è stata illustrata la ricerca “Food Security and the Coming Storm“, di Eurasia Group e DevryBV Sustainable Strategies. Il report è stato presentato a New York, in occasione del vertice inaugurale del Global Citizen Now e somma le persone che soffrono la fame (quindi, quelle che certamente, purtroppo, non avranno pasti da mangiare) a quelle che vivono una condizione di insicurezza. La spiacevole somma raggiuge quasi i due miliardi di anime.
Ma c’è di più; aumenta in maniera davvero preoccupante, almeno nell’opulento occidente, il fenomeno dell’obesità infantile. In Italia il 42% dei bambini tra i 5 e i 9 anni è obeso o in sovrappeso, con un risultato che è, di gran lunga, il peggiore dell’Unione Europea, continente nel quale la media è del 29,5%, e la cosa riveste un impatto potenzialmente devastante sulla salute delle giovani generazioni.
Obesità infantile, le ragioni di un declino tutto occidentale
Emerge da un’analisi Coldiretti sul Rapporto 2022 dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), diffusa in occasione della II Festa dell’educazione alimentare della Pace, organizzata a Roma a Villa Celimontana, per l’occasione trasformata in una maxi fattoria per aiutare i piccoli ospiti a superare lo stress provocato dalla guerra e dalla pandemia. In questo caso, come spesso accade, il nemico è la sedentarietà, con il troppo tempo passato davanti alla tv, cosa che incide sul fisico e ovviamente anche sulla psiche.
Una situazione che ha aggravato un fenomeno allarmante, allorché i numeri evidenziano come i problemi di peso interessino nel nostro Paese proprio i giovani. Nella fascia di età tra i 7 e i 9 anni si registra, infatti, un 41,9% obeso in sovrappeso rispetto a una media comunitaria del 29%, e in quella tra i 10 e i 19 anni la percentuale è del 34,2% rispetto al 24,9% degli adolescenti europei.
Obesità, attività fisica ed educazione alimentare mancano
La diminuzione forzata dell’attività fisica e il maggior tempo passato in casa e davanti alla tv in due anni di pandemia si sono aggiunti all’adozione di modelli sbagliati di consumo all’interno dei nuclei familiari con il preoccupante abbandono dei principi della Dieta mediterranea. Basti pensare che ben sei adolescenti italiani su 10 non mangiano né frutta né verdura ogni giorno, secondo l’analisi Coldiretti su dati Oms, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate (in primis il diabete).
Ma a preoccupare sono anche in Italia i 2,3 milioni di adolescenti che si trovano a fare i conti con i disturbi dell’alimentazione. Si tratta di patologie che si manifestano prevalentemente a partire dai 12 anni ma che negli ultimi tempi sono giunte ad interessare i minori anche dagli 8 anni in su.
Come si contrasta questo fenomeno? Per assicurare una migliore alimentazione ma anche per educare le nuove generazioni è importante recuperare abitudini a tavola più sane, come anche qualificare l’offerta delle mense scolastiche con cibi locali a km 0 che valorizzino le realtà produttive locali e garantiscano genuinità e freschezza.
Alcuni possibili rimedi
Sarebbe importante, poi, inserire nel piano didattico scolastico anche elementi di “educazione alimentare”, in modo tale che i giovani possano comprendere da soli il danno potenziale cui vanno incontro.
Didattico e divertente anche coinvolgere gli alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia nella partecipazione a lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe. L’obiettivo è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura.