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ESCLUSIVA – Sciopero generale della scuola. Calienno (Cisl) spiega le ragioni della manifestazione

Il segretario nazionale della Cisl Scuola, intervistato da Italiani News, ha spiegato le criticità del Decreto Legge 36/2022 su formazione...

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Il segretario nazionale della Cisl Scuola, intervistato da Italiani News, ha spiegato le criticità del Decreto Legge 36/2022 su formazione e reclutamento degli insegnanti.

Il sindacato ha chiesto un aumento salariale e l’estensione della carta docenti a docenti precari e personale ATA

Il decreto legge 36, che ha stabilito nuove regole per l’assunzione e la formazione degli insegnanti ha suscitato le proteste dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief che lunedì 30 maggio sono scesi in piazza a Roma per esprimere il loro dissenso. Italiani News ha intervistato Roberto Calienno, segretario nazionale Cisl Scuola, per comprendere le motivazioni dell’associazione dei lavoratori, in un’intervista che è stata pubblicata in “sciopero”, un podcast della redazione sulle proteste dei lavoratori della scuola per un’istruzione pubblica migliore.  

La prima ragione per cui oggi siete in piazza è per la decisione del governo di non confrontarsi con i sindacati sulla questione. Secondo voi perché il governo non si confronta con le associazioni dei lavoratori?

Siamo esterrefatti perché nel maggio dello scorso anno questo governo ha sottoscritto con noi il patto per la scuola che rimetteva l’istruzione al centro del paese. Poi c’è stato il PNRR che puntava gli investimenti sulla formazione in merito ad organici maggiori, e a classi meno affollate. Invece ci troviamo con un Decreto Legge 36 che veramente ci ha lasciato esterrefatti perché da un lato ci sono 12.000 posti di organico in meno nei prossimi anni, giustificati da una mera logica derivante dal decremento della popolazione scolastica e della popolazione in generale e anche dall’introduzione di un sistema di premialità del personale docente attraverso la formazione che deve essere un diritto per tutti. Non può essere una questione per cui si fanno differenze stipendiali. Inoltre abbiamo il problema del contratto scaduto da tre anni che ancora oggi vede i primi passi per il rinnovo. Noi pretendiamo che ci sia almeno un aumento a tre cifre, abbiamo sentito cose non rassicuranti in tal senso. Quindi bisogna subito rinnovare il contratto, modificare il DL 36, sia per quanto riguarda il reclutamento, sia per quanto riguarda i tagli di organico. In merito alle assunzioni non si capisce perché ancora una volta si continua con questi concorsi che si sono dimostrati non adeguati per reclutare il personale. Ancora una volta non troviamo nessuna salvaguardia per quei 250.000 precari che da oltre 36 mesi lavorano per la scuola italiana, la fanno funzionare e per loro non c’è nessuna forma di stabilizzazione. Anzi c’è solo una sconto sui Cfu che adesso da 24 passano a 60 per tutti e per loro passerebbero a 30. Non ci sta bene. Vogliamo modifiche sostanziali“.

Da quanto tempo è fermo il rinnovo del contratto del personale scolastico? E quale crede che sia un aumento salariale equo?

Abbiamo un contratto fermo da oltre tre anni. Andava rinnovato tre anni fa e c’è un ritardo incredibile, non giustificato e non giustificabile. Proprio perché se la scuola deve essere il motore e il centro del paese bisogna procedere subito, immediatamente. E’ stato emanato l’atto di indirizzo. Noi ci aspettiamo aumenti che devono raggiungere almeno le tre cifre perché il gap tra le retribuzioni italiane e la media delle retribuzioni europee è troppo elevato. Va sicuramente colmato e bisogna cominciare subito. Il futuro della scuola passa principalmente attraverso una dignità valoriale e salariale di chi ci opera”.

I sindacati hanno mosso dei rilievi anche sulla formazione. Può spiegare cosa contestate?

I contenuti del Decreto Legge 36 sulla formazione sono anch’essi imbarazzanti, perché intanto si introduce la formazione obbligatoria per tutto il personale docente della scuola. Ma fin qua nulla di male perché noi siamo completamente favorevoli, ma se di questa formazione noi ne facciamo uno strumento e un elemento per differenziare le retribuzioni, questo non ci sta più bene. Perché a quanto pare, così come è scritto, se non ci saranno modifiche, tutti dovranno fare formazione, ma solo il 40% potrà essere incentivato, conseguire una retribuzione accessoria per avere fatto questa formazione. Tra l’altro questa istruzione si fa con le risorse della scuola e si realizza introducendo e istituendo la scuola di alta formazione con fondi che provengono dal comparto scuola che dovrebbe dare degli indirizzi generali per la formazione a tutte le scuole italiane, mentre noi vogliamo che venga potenziata l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Così come è previsto finora, dove tutti i documenti programmatici della scuola: il back off, il piano di miglioramento, il rapporto di autovalutazione, sono già in grado di individuare per quella scuola, per quel territorio, i bisogni formativi”.

Anche il sistema di reclutamento tramite i Cfu è stato criticato. Può spiegare perché?

Noi contestiamo in maniera forte e decisa questo storia dell’aumento dei Cfu come titolo di accesso ai ruoli. Oggi per accedere ai ruoli non basta la laurea ma occorrono anche 24 Cfu, che diventano per effetto di questo decreto 60. Quindi gli aspiranti docenti devono andarsi a recuperare questi Cfu, magari anche a pagamento. Per il personale che lavora da tanto tempo nella scuola c’è una scontistica a 30 Cfu. E’ davvero inaccettabile e crediamo che debba essere modificato, così come deve essere modificata la modalità di svolgimento dei concorsi ordinari. I test a crocette si sono dimostrati, ma lo sapevamo, assolutamente inadeguati per la selezione del personale”.

Il governo vuole modificare l’importo della carta docenti. Perché lei invece crede che le risorse debbano rimanere le stesse?

Finanziare tutto questo attraverso il taglio delle risorse della carta docente è l’ennesima dimostrazione che questo decreto così com’è non s’ha da fare. La carta docente secondo noi deve essere addirittura ampliata a tutto il personale, anche ai precari e al personale ATA perché le loro incombenze e i loro carichi di lavoro sono davvero tantissimi e non si capisce perché si debbano pagare la formazione. Mentre ancora una volta col Decreto legge 36 assistiamo a un taglio di risorse, come per esempio quelle della carta docente, per finanziare la formazione di cui parlavamo prima. Così non va bene”.

Marco Orlando

 

 

 

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