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In Brasile aumentano i morti nella comunità LGBTQ

Oltre 300 morti violente nel 2021 Statistiche shock: 9 volte su 10 a morire omosessuali e trans, la maggior parte...

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Oltre 300 morti violente nel 2021

Statistiche shock: 9 volte su 10 a morire omosessuali e trans, la maggior parte per omicidio, ma preoccupa il numero di suicidi

Nel 2021, in Brasile, 316 persone della comunità LGBT sono decedute per morte violenta. Un dato allarmante che rispecchia come l’omofobia e la transfobia siano un problema strutturale nella cultura del Paese, che regista il maggior numero di casi al mondo. I decessi nell’anno precedente erano stati 237. Si tratta, quindi, di un significativo aumento, con un decesso ogni 29 ore. La causa principale di morte è l’omicidio, con ben 262 vittime, ovvero l’82,91% dei casi. È quanto emerge dal dossier “Morti e violenza contro Lgbti+ in Brasile”, elaborato dall’omonimo Osservatorio nato dalla collaborazione tra Happens arte e politica lgbti+, Associazione nazionale travestiti e transessuali (Antra) e Associazione brasiliana lesbiche, gay, bisessuali, travestiti, transgender e intersessuali (Abglt). Secondo il dossier, la maggior parte degli omicidi è avvenuta per accoltellamento, 91 casi, pari al 28,8% del totale, o con uso di armi da fuoco, in 83 casi, corrispondente al 26,27%. In 20 casi, il 6,33%, la morte è avvenuta per pestaggio, mentre in 10 casi (3,16%) per strangolamento. Il dossier rileva anche le persone morte a seguito di rapina, che sono state 23, pari al 7,28% del totale. I casi di suicidio, invece, sono 26 e rappresentano l’8,23% del totale. La maggior parte di loro, 10 persone, erano travestiti e donne trans, mentre 8 erano gli uomini gay che si sono tolti la vita. Secondo gli autori del dossier, il risultato “mostra possibili danni causati dalla fobia Lgbtq strutturale, che incide in modo significativo sulla salute mentale delle persone e può portare a sofferenze intense o addirittura a togliersi la vita da parte di persone in situazioni di vulnerabilità”.

Omosessuali e trans la maggior parte delle vittime

9 volte su 10 a morire sono uomini omossessuali e donne transessuali, che rappresentano il 90,5% delle vittime. In particolare, gli omossessuali, con un totale di 145 morti, costituiscono il 45,89%, mentre le donne trans rappresentano il 44,62%, con 141 morti. 8 gli uomini transessuali uccisi, 12 le donne lesbiche, che rappresentano una piccola ma significativa percentuale, rispettivamente del 2,53% e del 3,80%. La vittima più giovane aveva 13 anni, ma altri dieci adolescenti sono deceduti lo scorso anno nella comunità Lgbtq. Nella fascia d’età che va dai 20 ai 29 anni si è registrato il maggior numero dei casi, 96, pari al 30,38% del totale, mentre sono state 68 le persone tra i 30 e i 39 anni a perdere la vita. San Paolo è lo Stato dove sono morte più persone, 42, seguito in questa triste classifica da Bahia, con 30 decessi, Minas Gerais, con 27 e Rio de Janeiro con 26. Le regioni del Nord-est e del Sud-est, in totale, hanno registrato rispettivamente 116 e 103 morti violente. Nella regione Centro-ovest sono stati riportati 36 decessi, 32 nella regione Nord e 28 nel Sud. Roraima è stato l’unico stato che non ha registrato alcun tipo di evento.

I morti potrebbero essere di più

Come riporta l’Osservatorio Diritti i dati raccolti nel dossier sono elaborati da un database con notizie provenienti da giornali, siti internet e social network. Probabilmente il numero effettivo è quindi più alto, anche perché le istituzioni brasiliane non riconoscono il “genere” nelle statistiche di violenza, causando una difficoltà nella raccolta dei dati e indebolendo l’elaborazione di politiche pubbliche specifiche. Anche la polizia e i giornalisti fanno fatica a classificare alcune morti con le persone Lgbtq. “Sebbene questo numero rappresenti già una grande perdita in termini di vite umane per persone che diventano vittime a causa della loro identità di genere e/o dell’orientamento sessuale, possiamo presumere che questi dati siano ancora sottostimati in Brasile”, si legge nel dossier. Secondo il report, «lo scenario generale della violenza contro questa popolazione è cambiato poco in relazione alle misure efficaci di contrasto alla Lgbt fobia da parte dello Stato. Anche in uno scenario in cui abbiamo ottenuto notevoli risultati con la magistratura, percepiamo la ricorrente inerzia del legislativo e dell’esecutivo nell’affrontare la Lgbti-fobia, che continua a causare un aumento di vittime e rimane radicata nello Stato e in tutta la società».

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