Cina: stimoli di Stato per l’economia

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Dopo l’annuncio di Pechino del piano per rilanciare l’economia, affaticata dalle restrizioni sanitarie, gli investitori si riaffacciano sui mercati azionari cinesi

Crescono anche le transazioni interne, in particolare nel settore immobiliare e nella transizione ecologica, ma pesa il crollo, ad aprile, della produzione industriale

Il piano dell’Impero del Centro

Il 31 maggio, il Consiglio di Stato della Cina ha rivelato in una circolare i dettagli del Pacchetto di misure per stimolare la ripresa dell’economia, dopo la drastica contrazione del settore industriale registrata ad aprile, a causa delle restrizioni sanitarie imposte nella capitale e a Shanghai per fronteggiare la nuova ondata di Covid-19. Il piano, rivelato dopo una riunione del Consiglio di Stato, presieduta dal primo ministro Li Keqiang, è articolato in 33 punti e include misure fiscali e monetarie, ma anche investimenti, incentivi ai consumi e sicurezza alimentare ed energetica. L’obiettivo, ha dichiarato lo stesso Li, è stabilizzare l’andamento dell’economia e mantenere un tasso di crescita «ragionevole», rispettando l’obiettivo del 5.5%, stabilito per quest’anno. Un impegno importante per il presidente cinese Xi Jinping, che potrebbe chiedere al XX congresso del Partito comunista, previsto per il prossimo autunno, di essere riconfermato per un terzo mandato. Al punto che, per dare spazio agli investimenti esteri, Pechino si è impegnata a creare un «ambiente favorevole» per le imprese straniere. Inoltre, il piano prevede un rifinanziamento dei crediti relativi al’Imposta sul valore aggiunto (Iva), diminuendo ulteriormente la pressione fiscale per l’anno in corso. Un’altra misura in favore degli individui e delle imprese colpite dalle restrizioni sanitarie consiste nella proroga, estesa fino a fine 2022, del pagamento di premi di anzianità, sussidi di disoccupazione e assicurazioni, rivolto alle piccole e medie imprese e ai lavoratori autonomi dei cinque settori più colpiti dall’emergenza sanitaria (catering, commercio al dettaglio, turismo, aviazione civile e trasporti su strada e ferrovia). Provvedimenti che si aggiungono ai sussidi di disoccupazione per i lavoratori delle imprese più in difficoltà, di cui lo Stato si impegna a coprire i costi.

Rilancio del mercato interno

Nondimeno, il pacchetto di misure comprende anche provvedimenti per rilanciare l’economia e i consumi interni, coinvolgendo le banche pubbliche, che dovrebbero stanziare 120 miliardi di dollari per finanziare progetti infrastrutturali. Gli istituti coinvolti sono la China Development Bank, la Agricultural Development Bank of China e la Export-Import Bank of China, considerate tradizionalmente come fattori chiave di stabilizzazione dell’economia cinese. Solo per il settore delle infrastrutture, ad esempio, il piano ha aumentato gli investimenti pubblici di circa il 10-15%, un impegno già annunciato da Xi a fine aprile, durante una riunione del Comitato centrale per gli Affari economici e finanziari. Misure simili, peraltro, sono previste dal piano di 50 punti, presentato il 29 maggio dal Governo municipale Shanghai e denominato Piano d’azione di Shanghai per accelerare la ripresa e la rivitalizzazione dell’economia. Anch’esso include provvedimenti per stabilizzare gli investimenti stranieri, incentivare i consumi e rilanciare la crescita, promuovendo nuovi progetti nei settori delle infrastrutture e delle costruzioni Intanto, gli investitori internazionali tornano sui mercati azionari cinesi, dopo la fuga di massa dei mesi passati, causata dalle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria e dalle ripercussioni geoeconomiche della guerra in Ucraina. Una fuga non solo di investitori, ma anche di capitali, stimata in miliardi di dollari al mese. Al punto che l’indice CSI 300 delle borse di Shanghai e Shenzhen aveva aperto il 2022 con la peggiore caduta dal 2015, continuando poi a scendere, fino a perdere il 17%. Tuttavia, diversi investitori internazionali ritengono che il peggio sia passato, come Vincent Mortier, direttore della Amundi Asset Management, secondo il quale «è un buon momento per tornare sul mercato, su una base assoluta e relativa», anche perché «i bassi costi attuali rappresentano una grande opportunità per titoli e crediti».

Settori strategici

L’aumento degli investimenti pubblici da parte di Pechino non ha il solo obiettivo di rilanciare la ripresa o di promuovere la crescita puntando sulle infrastrutture, sulla sicurezza energetica e sulla transizione ecologica. Agli inizi di giugno, infatti, Washington ha invitato imprese e cittadini statunitensi a ritirare i propri investimenti dalle compagnie cinesi coinvolte nell’industria militare, come la CloudWalk Technology (specializzata nell’intelligenza artificiale), che aveva debuttato una settimana prima sul mercato azionario di Shanghai, raccogliendo dagli investitori interni circa 258 milioni di dollari. L’origine di questa «lista nera» risale a novembre 2019, quando l’ex presidente statunitense Donald Trump aveva identificato 31 aziende cinesi coinvolte in ambito militare. L’attuale inquilino della casa bianca, dal canto suo, dopo aver portato il loro numero a 59, a giugno 2021, lo scorso 3 giugno ne ha aggiunte altre nove. Si tratta, per lo più, di aziende con sede a Shanghai, Shenzhen e Hong Kong, che attendono finanziamenti da parte dello Stato. Intanto, da fine maggio, a Pechino giungono segnali di ripresa anche dal mercato immobiliare, con un aumento degli acquisti di case e terreni, che il governo vorrebbe stabilizzare anche per evitare eccessive fluttuazioni nei prezzi di vendita. Per giugno, dunque, si prevede una crescita costante e non si attendono grandi variazioni dei costi. Un altro ambito su cui Pechino punta per la ripresa è quello della transizione ecologica, che appare promettente anche per la «doppia srategia» per il carbone: un picco nei consumi entro il 2030 e la neutralità entro il 2060, come indicato da Xi di fronte all’Assemblea generale dell’Organizzazione delle nazioni unite (Onu). In tal modo, infatti, gli investitori stranieri potrebbero essere attratti dalle opportunità di progetti a lungo termine.

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